Il nuovo lavoro firmato da Filippo Renda rende omaggio alla commedia tra le più celebrate di William Shakespeare con una versione in salsa trasgressiva della postmodernità
Che cosa può far divenire una commedia eufuistica di William Shakespeare come A Midsummer Night’s Dream un manifesto postmoderno sulla ribellione al destino preordinato da terzi con elementi trasgressivi sull’identità dei generi? Di certo, al Teatro Fontana di Milano, il tocco registico di Filippo Renda, in perfetto stile con la linea di Idiot Savant e la presenza di attori in affinità elettiva come Irene Serini e Beppe Salmetti.
In scena fino a domenica 24 giugno, Sogno di una notte di mezza estate proposto da Renda e prodotto da Elsinor miscela le arguzie retoriche di John Lily ai proclami tipici della Londra negli Anni Settanta, con uno spettacolo sapientemente scanzonato dove la traduzione del blank verse viene affiancata da un’attualizzazione del linguaggio.
La foresta fuori Atene diviene il ricettacolo di una mistificazione a cui segue il vero amore, tipico dei figli dei fiori come della contestazione post sessantottina europea e mondiale. L’ambiguità sessuale è tipica di alcune icone come David Bowie, Freddie Mercury, al pari dei nostrani Renato Zero, Patty Pravo e Amanda Lear. Amore che crea scompiglio sociale, trasgressione, rischi per la libertà personale, frammenti di lotta che la drammaturgia rivendica nella cornice dell’azione utopistica connessa alla realtà.
La stessa messa in scena de La lamentevole tragedia di Piramo e Tisbe, qui divenuta “La commedia tragica … “, per onorare le nozze di Teseo, duca di Atene, con Ippolita, la bella regina delle Amazzoni conquistata con la forza, vero capolavoro shakespeariano di “teatro nel teatro” e preludio della futura esperienza amletica, è affidata a una compagnia di minatori dell’era pre-thatcheriana.
Nick Bottom e lo spirito dei boschi Puck sono e rimangono i due contraltari della commedia, affiancati nell’epilogo. Il primo con la sua ostinazione riesce, pur senza qualità attoriali, a emozionare e persino commuovere, forse sospinto dal sogno infranto causato proprio da Puck dove, trasformato in asino, si era ritrovato nell’alcova di Tatiana, la regina delle Fate, qui in versione maschile en travesti come l’ancella Fiordipisello. Il secondo, al servizio di un femmineo re degli Elfi Oberon, è in fondo il fautore di tutta la vicenda, un Robin Goodfellow interpretato da una straordinaria Irene Serini che trasforma il sogno degli innamorati Ernia, Lisandro, Elena e Demetrio dapprima in incubo, al punto da sfiorare la tragedia, e poi in un benevolo incantesimo riparatore.
Sullo sfondo, il desiderio di poter amare, scegliere, sfuggire ai comandamenti dei padri, come fa Ernia con Egeo, per seguire il vero sentimento, socialmente contrapposto allo stesso impositivo matrimonio tra Teseo e Ippolita, frutto di una precedente violenza. Predestinazione e suo opposto che le stesse parole di Space Oddity cantate da David Bowie paiono voler evidenziare. Due ore e mezza di divertimento intelligente che, al di là della contestualizzazione evocata, riporta il pensiero alla perpetua dicotomia tra la patina vischiosa delle convenzioni e una pur trasgressiva autenticità di valori.
Giudizio: ***1/2
Produzione ELSINOR CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE
in collaborazione con Idiot Savant
Con il sostegno di NEXT|Laboratorio delle idee
Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare
Traduzione, adattamento e regia di Filippo Renda
Con (in ordine alfabetico) Astrid Casali, Aurelio Di Virgilio, Matteo Gatta, Mauro Lamantia, Luca Oldani, Beppe Salmetti, Mattia Sartoni, Laura Serena, Irene Serini, Ester Spassini
Scene e costumi: Eleonora Rossi
Disegno suono e disegno luci: Rossano Siragusano
Assistente alla regia: Valeria De Santis
Assistente volontario: Nicolò Valandro
Milano, Teatro Fontana, via Boltraffio 21
Dal 5 al 24 giugno 2018
www.elsinor.net
www.teatrofontana.it