Al Teatro Libero di Milano il nuovo lavoro di Fabio Banfo diretto da Manuel Renga con uno straordinario Corrado Accordino
Kobane è una città a nord della Siria, nell’attuale Kurdistan siriano al confine con la Turchia. Kobane, definita la Stalingrado del Vicino Oriente,è una città simbolo per la resistenza curda all’Isis. Dopo aver subito combattimenti casa per casa e l’occupazione da parte daesh di gran parte della città, dal 26 gennaio 2015, grazie ai contrattacchi di unità militari miste e femminili, è tornata sotto il controllo curdo-siriano. Kobane è anche il titolo della pièce scritta da Fabio Banfo per la regia di Manuel Renga, andata in scena al Teatro Libero di Milano dal 2 al 13 maggio, un lavoro che rivolge la sua attenzione al fenomeno dei foreign fighters nostrani e le ripercussioni sulla vita dei rispettivi familiari.
La protagonista, Maria (Valentina Cardinali), una laureata in lingue arabe, torna dalla sua famiglia in Italia dopo aver passato un lungo periodo in Siria. Era partita al seguito di una troupe giornalistica come interprete, ma durante quell’esperienza qualcosa ha mutato la sua anima, le sue antiche convinzioni, il suo senso di appartenenza. Kobane, città da lei scelta per una riflessione, è assediata dai combattenti dello Stato Islamico. Si ritrova, dopo una battaglia tra donne curde e daesh, nel campo militare di questi, matura una completa conversione ai valori dell’Isis e si arruola, decisa a proseguire la Jihad anche in Italia, con il nuovo nome di Fatima.
Il padre, uno stimato professore di Storia in pensione e malato di Alzheimer (Corrado Accordino),immagina di dover difendere il suo territorio dall’alto di una torre contro i barbari invasori. Escursioni della mente dai risvolti inquietanti, fantastorie degne di Tolkien che nella follia di una malattia degenerativa sembrano involontariamente riprodurre gli stilemi di una minaccia imminente. Il fratello Teo (Vincenzo Zampa) è insofferente alle convenzioni sociali, nasconde una difficile relazione omosessuale con un uomo sposato e riceve la protezione del vicino di casa (Daniele Vagnozzi), un maresciallo dei carabinieri innamorato dell’ancora piacente madre dei due fratelli, Elena (Silvia Soncini).
Lo spettacolo è un lavoro ben orchestrato, che fa leva su un principio: una piccola storia non può generare una svolta epocale, ma, al contrario, un evento globale, quale lo scontro culturale e politico fra Oriente e Occidente, ha la capacità di ripercuotersi nelle vicende di un piccolo nucleo come quello familiare descritto. E in questo microcosmo si riflettono le pulsioni di lontane ostilità nonché la crisi dei propri valori, le avversità e le violenze perpetrate altrove trovano una palingenesi tra le pareti domestiche, un cammino sanguinario che manifesta i suoi rivoli insidiosi nei legami di un familismo atipico.
Riflessioni che arrivano come fendenti, rese ancora più acute grazie alle ottime interpretazioni e regia. Un plauso particolare a Corrado Accordino, personaggio chiave di un percorso drammaturgico che, nel tracciato allegorico dei suoi vaneggiamenti, riflette la visione dualistica di un conflitto privo di umanità.
Giudizio: ***1/2
Produzione TLLT – Teatro Libero Liberi Teatri
Kobane di Fabio Banfo
Con Corrado Accordino, Valentina Cardinali, Silvia Soncini, Daniele Vagnozzi, Vincenzo Zampa
Regia di Manuel Renga
Assistente alla regia: Denise M. Brambillasca
Scene e costumi: Aurelio Colombo
Milano, Teatro Libero, via Savona 10
Dal 2 al 13 maggio 2018
www.teatrolibero.it