Foto di scena: Vanitas © Fattoria Vittadini
Foto di scena: Vanitas © Fattoria Vittadini
Foto di scena: Vanitas © Fattoria Vittadini

14-15-16 dicembre 2017

Teatro i | Spazio Oberdan | Zona K Milano

Si avvia alla conclusione It’s a little bit messy, rassegna diffusa per la città di Milano promossa da Fattoria Vittadini in occasione dei dieci anni di attività.
Due mesi intensi quelli appena trascorsi: ottobre ha visto la compagnia impegnata prima al Festival MilanOltre che le ha dedicato un Focus, con To This Purpose Only di Matanicola, Salvaje di Daniel Abreu e MyTrueSelf.revisited di Maya Weinberg, e poi al Festival Lecite/Visioni, prima volta per una compagnia di danza, lo scorso 26 ottobre; in novembre è stata la volta del Teatro Franco Parenti che, nell’ambito di NEXT, ha ospitato Vanitas di Francesca Penzo e Jacques-André Dupont, una co-produzione di Fattoria Vittadini e il CID di Rovereto / Festival Oriente Occidente.

Il mese di dicembre segna ora la chiusura del progetto.
Il 14 a Teatro i è in scena la prima assoluta di Bastarda di Noemi Bresciani, Desirèe Sacchiero, Irene Petra Zani (Fragile Artists), una riflessione sulla nostra identità, sulle nostre origini e sulle nostre radici.
Il 15 allo Spazio Oberdan la proiezione del film Tutto parla di te di Alina Marazzi, che valse alla regista il premio Golden Camera al Festival di Roma 2012 come regista emergente e che vede protagonisti i danzatori di Fattoria Vittadini accanto a Charlotte Rampling e Elena Radonicich.
Il cerchio si chiude il 16 nel luogo che ha aperto la rassegna a settembre, Zona K, con la presentazione di Eutropia, primo progetto coreografico di MariaGiulia Serantoni, sul senso di città ideale, supportato da LaborGras Berlino (Renate Graziadei e Arthur Stäldi) e diVanitas di Francesca Penzo.

INFORMAZIONI

Teatro i, via Gaudenzio Ferrari 11 Milano
Info e biglietteria: tel. 02 8323156, biglietteria@teatroi.org
14 dicembre ore 20,00 | Ingresso 12/18

Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2 Milano
Informazioni: tel. 02 83982421
15 dicembre ore 18,45 | Ingresso libero

ZONA K, via Spalato 11 Milano
Info e biglietteria: tel. 02 97378443, biglietti@zonak.it
www.zonak.it| Ingresso 10/7

Contatto Fattoria Vittadini
tel. +39 342 9459493, riccardo.olivier@fattoriavittadini.it
www.fattoriavittadini.it

14 dicembre ore 20
Teatro i
via Gaudenzio Ferrari 11 Milano

BASTARDA

di Fragile Artists (Noemi Bresciani, Desirèe Sacchiero, Irene Petra Zani)
concept e drammaturgia Irene Petra Zani
regia, coreografia e interpretazione Noemi Bresciani
aiuto regia Desirèe Sacchiero e Irene Petra Zani
ideazione e creazione dell’opera PELLE Desirèe Sacchiero
musiche Giacomo Cella e Desirèe Sacchiero
fotografia e art direction Desirèe Sacchiero
disegno luci Andrea Rossi
con la partecipazione straordinaria di Paola Tintinelli
con il sostegno di Teatro Akropolis (Sestri Ponente); Spazio Teatro Invito (Lecco); El Otto – espacio de creaciòn de circo y teatro (Barcellona); Manifattura K (Milano).
Anno di produzione: 2016/2017
Durata: 45’
PRIMA ASSOLUTA

Bastarda è un’indagine sul tema dell’identità ibrida.
Siamo tutti ibridi. Lo siamo nella nostra identità: non coincidiamo con noi stessi, ma siamo piuttosto l’insieme di tutte le persone che abbiamo amato, odiato, conosciuto, perso, lasciato, dimenticato. E non coincidiamo nemmeno con un luogo: il nostro DNA dice che in noi ci sono tracce provenienti da parti del mondo diverse e lontane.
Nessuno è uno. Nessuno è puro.
Fulcro visivo e semantico della performance è un MANTELLO fatto di cozze, creato da Desirée Sacchiero, PELLE di un corpo venuto dal mare, composto da tanti pezzi cuciti insieme tra di loro. Pezzi di scarto, residui del pasto di qualcuno. Qualcun altro. Questa pelle è anche una CORAZZA con cui difendersi, nascondersi, un carapace in cui preservarsi molli e inermi. Un confine. Separazione dall’Altro.
Se lo si allarga, il mantello diventa la MAPPA di un unico grande continente, come era la Terra nella sua origine: la Pangea, l’unione delle terre emerse. Prima della separazione dei continenti, prima della nascita degli Stati e dei confini, delle divisioni razziali e culturali, prima della ricerca della purezza e dell’unicità. Prima.
Dopo. L’ Altro, soprattutto se straniero, quando vuole occupare uno spazio territoriale che il destino non gli ha assegnato, è visto come una minaccia. Qualcuno che vuole portarci via la nostra identità, la nostra cultura. Ma non esiste una cultura da portare via e nemmeno una identità. Identità e cultura sono il risultato di quel continuo processo di ibridazione tra esseri umani.
Il MANTELLO è un’opera in continuo divenire: dopo ogni performance, qualche cozza si perde e servono nuovi mitili per comporla. Come parti di noi che lasciamo andare, le cozze si staccano, perdono smalto, si ossidano e “muoiono”. E vanno sostituite con altre cozze, residuo del pasto di altri, che incontreremo.

FRAGILE ARTISTS [performing photography]
Collettivo di performers, fotografe e dramaturg che indaga sulla relazione tra danza e fotografia nato nel 2014. Al centro del lavoro del gruppo c’è la sperimentazione di diversi modi di rappresentare il movimento attraverso la fotografia per capire come le immagini possano far parte di una performance e come le diverse discipline possano contaminarsi a vicenda. Spazio privilegiato di lavoro è il contesto urbano, per far vivere i luoghi attraverso performance e installazioni.

NOEMI BRESCIANI nasce a Como nel 1986, dove sin da giovanissima studia danza contemporanea, teatro e teatrodanza.
Dal 2006-2009 frequenta l’Atelier di TeatroDanza presso l’Accademia d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Con la classe dell’accademia fonda a Milano la compagnia di danza Fattoria Vittadini.
Inizia la sua ricerca come coreografa/performer nel 2012, nello stesso anno vince il premio Danza Urbana al concorso Salice d’oro che le permette di approfondire la sua ricerca sul tema della fragilità. Collabora come attrice, danzatrice e assistente alla regia con la compagnia teatrale Atopos, Scarlattine Teatro, Collettivo Snaporaz, Camilla Monga e Sanpapiè. Nel 2014 fonda il collettivo Fragilie Artists [performing photography]. Conduce laboratori di improvvisazione, teatrodanza e performance per adulti, ragazzi e bambini, professionisti e non.

DESIRÉE SACCHIERO nasce a Varese nel 1986, dove frequenta e si diploma al liceo artistico A. Frattini. Nel 2009 si laurea in Decorazione all’Accademia delle Belle Arti di Brera, con il desiderio di raccontare attraverso immagini. Incuriosita dallo scatto fotografico come forma espressiva che restituisce atmosfere, s’iscrive all’Istituto Italiano di Fotografia, dove collabora come assistente diplomandosi nel 2011. Prima di scegliere il rapporto tempo/diaframma va alla ricerca di un rapporto emozionale.
Vive e lavora a Milano come fotografa e assistente. E’ fondatrice di Fragile Artists, collettivo di performer che lavora unendo danza, musica e fotografia.

IRENE PETRA ZANI nasce nel 1986 a Bergamo e prima di conseguire la maturità classica si diploma come attrice presso il Teatro Prova. La sua vera passione, però, è la scrittura e nel 2009 si diploma in Scrittura Drammaturgica all’Accademia d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. E’ autrice teatrale (pubblicata su Perlascena-non periodico per una drammaturgia dell’oggi e vincitrice del premio di drammaturgia DCQ 2016 teatro dell’Orologio), dramaturg e assistente alla regia per diversi registi e compagnie di Milano e Roma (Alessio Bergamo, Fulvio Vanacore, Marcela Serli, Renzo Martinelli, DCQ). Parallelamente porta avanti gli studi universitari in Comunicazione e fa parte di Ritorno al Futuro (un percorso di progettazione culturale e di audience development per due spazi della città di Bergamo), di cui è anche web writer e copy editor.

15 dicembre ore 18.45
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2 Milano

TUTTO PARLA DI TE

Un film di Alina Marazzi
premio TAO DUE   LA   CAMERA   D’ORO   2012
per   il   miglior   regista   emergente   e   il   miglior   produttore
con  Charlotte   Rampling, Elena   Radonicich, Valerio   Binasco, Maria   Grazia   Mandruzzato, Fattoria Vittadini
uscita: 11   aprile   2013
una   coproduzione   italo   svizzera    MIR   CINEMATOGRAFICA   VENTURA   FILM
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con   il   contributo   di   MINISTERO   per   i   BENI   e   le   ATTIVITÀ CULTURALI, EURIMAGES, REPUBBLICA   e   CANTONE   TICINO, FILMPLUS   della   SVIZZERA   ITALIANA
con   il   sostegno   della    FILM   COMMISSION   TORINO   PIEMONTE

 Pauline (Charlotte    Rampling)    torna    a    Torino, sua    città    natale, per    la    prima    volta  dopo    molti    anni    e    riprende    contatto    con    Angela    (Maria    Grazia    Mandruzzato), conosciuta   all’estero   tempo   prima,   e   che   ora   dirige   un   Centro   per   la   maternità.   Qui   Pauline   intraprende   una   ricerca   sulle   esperienze   e   i   problemi   delle   mamme   di   oggi, a   partire   da   testimonianze,   video,   fotografie   raccolti   da   Angela.
Tra   le   mamme   che   frequentano   il   Centro   c’è   Emma   (Elena   Radonicich),   una   giovane danzatrice, bella e sfuggente,    in    crisi    profonda: non    sa    come    affrontare le responsabilità cui la maternità    la    costringe, vede    la    sua    vita    a    un    punto    fermo,    si sente   sola   e   incapace.
Tra    le    due    donne    si    sviluppa    un    rapporto    di    complicità che in    un    gioco    di rispecchiamento    porterà    Pauline a fare i    conti con    il    proprio tragico    passato e permetterà a Emma di ritrovare   un senso di sé anche nella sua nuova    identità di madre.

Il film vede tra gli interpreti i danzatori di Fattoria Vittadini
Dopo la proiezione è in programma un incontro con la regista e i componenti di Fattoria Vittadini

16 dicembre dalle 18.30
Zona K
via Spalato 11 Milano

EUTROPIA

Progetto e coreografia MariaGiulia Serantoni
Assistente alla coreografia Maria Focaraccio
Interpretazione e creazione Chiara Ameglio Cesare Benedetti, MariaGiulia Serantoni Drammaturgia Irene Pozzi
Testi Alessandra Bordino
Musiche Stella Sesto
Ideazione scenografica Giacomo della Maria
Realizzazione scenografie Luca Negri
Costumi Arianna Fantin
Supervisione Tecnica Andrea Parolin
Produzione Fattoria Vittadini
con il sostengo di LaborGras Berlino
Anno di produzione 2017
Durata 20’
ANTEPRIMA

Traendo ispirazione da Le Città Invisibili di Italo Calvino, Eutropia vuole riflettere sul concetto di costruire e sull’influenza che l’ambiente ha sull’uomo e viceversa.
Come nel libro di Calvino, la città non rappresenta unicamente un luogo funzionale, dove la vita accade e prende forma; ogni città ha una sua unicità che racchiude in sé un’emozione, un pensiero, una riflessione. La città diventa specchio di ciò che l’uomo è, ne esalta l’umanità, in tutti i suoi aspetti.
La coreografa Maria Giulia Serantoni vive a Berlino, fluida metropoli in costante cambiamento, dove si ha l’impressione che tutto sfugga e nulla resti. Eutropia diventa quindi anche una riflessione sulla necessità di costruire positivamente, e scegliere coraggiosamente, dove e come vivere.
In questo contesto la scenografia assume un valore semantico specifico: oggetti che possono essere montati e rimontati, che offrono utilizzi diversi, che possono trasformarsi e diventare altro.
Oggetti che diventano metafore surreali per mettere a nudo la visione di un mondo immaginato, inventato dalla creatività dell’uomo, in cui forme, colori e geometrie prendono vita e la ‘realtà’ di un oggetto è ribaltata andando a creare un’altra realtà.
I performer costruiscono la scena e la abitano, una figura esterna la smonta. Il gioco si ripete. Attraverso l’atto del costruire si raccontano emozioni, domande, sensazioni legate al luogo.
La danza, attraverso la sua dinamica, articolazione e qualità attribuisce uno stato d’animo, un colore, crea un mood.
In questo gioco di costruzioni lo spettatore è condotto in una realtà che continua a cambiare forma.

MARIAGIULIA SERANTONI, trentenne, di Busto Arsizio (VA), vive e lavora a Berlino dal 2013.
Si diploma nel 2009 alla Paolo Grassi di Milano e successivamente si perfeziona con artisti come Kathleen Fisher, David Hernandez, Rebecca Hilton, Keith Thompson, Renate Graziadei, Maya M.Carroll, Judith Sanchez Ruiz, Jasmeen Godder, Yuval Pick, Antonella Bertoni, Emma Dante, Ariella Vidach, Iniaki Azpillaga, Nigel Charnok, Laura Arìs, Muriel Herault, Maria Consagra, Raffaella Giordano.
Dal 2013 lavora come interprete per LaborGras, collettivo fondato dai danzatori/coreografi Renate Graziadei (A) e Arthur Stäldi (CH) nel 1994 che focalizza la propria attività sulla commistione della danza contemporanea con altre discipline. Recentemente è diventata anche assistente di Renate Graziadei.

A SEGUIRE

VANITAS

Concept Francesca Penzo, Jacques-André Dupont
Coreografia Francesca Penzo
Interpreti Vilma Trevisan, Jacques- Andrè Dupont, Francesca Penzo
Lavoro sui media Jacques-André Dupont
Sound design Clément Destéphen
Scene e costumi Gabriella Stangolini
Luci Giulia Pastore
Produzione Fattoria Vittadini, Festival Oriente Occidente
Con il sostegno di Piemonte dal Vivo; Leggere Strutture Bologna; Videophonic Residences Lione; DiDstudio Milano
Anno di produzione 2017
Durata 25’
La performance contiene scene di nudo integrale

La Vanitas è un genere pittorico che ha avuto il suo massimo sviluppo nel Seicento.  Rappresenta una natura morta con elementi simbolici allusivi al tema della caducità della vita ed è considerata un memento mori, un ammonimento all’effimera condizione dell’esistenza.
Il richiamo pittorico alla caducità umana è lo spunto alla base del progetto che unisce in un comune percorso di ricerca la coreografa e performer Francesca Penzo, l’artista new media jacques-André Dupont e il sound designer Clemént Destéphen in una esplorazione visiva e performativa sul tema della morte come condizione ecologica della vita.
Molte culture onorano l’appartenenza dell’uomo al mondo ecologico attraverso diverse forme rituali. Esse sono profondamente consapevoli che l’ambiente che le circonda è parte di loro tanto quanto loro sono parte dell’ambiente e quando moriamo la materia del nostro corpo si decompone per poi ricomporsi in altre forme. Ciò avviene in una circolazione di materia e coscienza in un equilibrio di cui è necessario prendersi cura.
La performance mixando coreografia, new media e sound design, reinterpreta il significato originario del titolo in modo rituale: un ecosistema composto da materia, suono, proiezione e corpo performativo per condurre lo spettatore in una celebrazione luminosa e antimacabra della morte, intesa come condizione imprescindibile per una nuova vita, un nuovo inizio.
La coreografia, il videomapping e la colonna sonora si sviluppano in modo circolare e continuo. Il risultato finale è un paesaggio vivo che muta ed evolve in modo organico.

FRANCESCA PENZO, bolognese di nascita, vive e lavora a Berlino. Si diploma all’Accademia Paolo Grassi di Milano nel 2009 e si laurea in Culture e Diritti Umani presso la facoltà di Scienze Politiche di Bologna.
Dal 2013, parallelamente all’attività con Fattoria Vittadini, sta sviluppando un percorso personale in collaborazione con artisti visivi, musicisti e light designers e lavorando sul tema del femminile con la piattaforma FEM fondata con Tamar Grosz. Nel 2015 vince il bando NEXT Lombardia con il progetto Why are we so f**ing dramatic? ed entra nella rete Anticorpi XL dell’Emilia Romagna.
Nel 2017 la sua nuova produzione Vanitas è sostenuta dal CID di Rovereto. Attualmente lavora come danzatrice per Fattoria Vittadini, Compagnia Enzo Cosimi e FEM.

JACQUE-ANDRE’ DUPONT è un media artista franco-colombiano che lavora tra Berlino e Bologna. Esplora la relazione tra tangibile e invisibile, tecnologia e natura. Il suo approccio artistico si basa sull’uso di materiali e luci nello spazio come elementi drammaturgici all’interno di performance, installazioni.
Interessato a sviluppare un approccio pedagogico, tiene regolarmente conferenze e workshop negli Istitui Scolastici di Berlino.
Parallelamente la sua ricerca si interessa anche della relazione tra corpo, coreografia.
Fa parte del ondé collective.

Clément Destephen è un compositore di musica e elettronica e sound designer residente a Berlino. Dopo gli studi di ingegneria digitale in Francvia e di musica all’Università McGill in Canada, dal 2012 lavora come compositore e come produttore di sintetizzatori.
Lavora principalmente come compositore per arti performative, installazioni e film. Il suo stile mixa l’elettronica con le sue radici classiche e con lo spirito delle sonorità Indiane.