Foto di scena: Suzanne Andler, Caterina Bajetta e Guglielmo Menconi, a MTM Teatro Litta fino a sabato 15 luglio 2017
Foto di scena: Suzanne Andler, Caterina Bajetta e Guglielmo Menconi, a MTM Teatro Litta fino a sabato 15 luglio 2017
Foto di scena: Suzanne Andler, Caterina Bajetta e Guglielmo Menconi © Angelo Redaelli

Al Litta di Milano il testo antiteatrale scritto per il teatro di Marguerite Duras, nella versione firmata da Antonio Syxty

Suzanna Andler è un testo di frantumazione. Gli anni sessanta dell’ambientazione richiamano lo schema, già caro al teatro borghese francese dell’ottocento, del vaudeville e della pochade – il triangolo lei, lui l’altro o lei, lui, l’altra -, ma nel quadro di un’azione frammentaria e a tratti discontinua, praticamente aritmica. La stessa casa di Saint-Tropez dove si svolge la vicenda e che Suzanne, interpretata da Caterina Bajetta, vorrebbe prendere in affitto, diviene una sorta di non luogo, l’utopia sinergica di un’intenzionale ricerca d’amore che si manifesta con la totale assenza di sentimento.

L’agente immobiliare è non a caso il personaggio che appare meno e nel contempo il più nominato, quasi un involontario deus ex machina della contestualità scenica. La regia di Antonio Syxty è rispettosadella drammaturgia di Marguerite Duras. La sua funzione è quella di evincerne l’attualità performativa con un lavoro di sottrazione, che comporta lo svuotamento dei personaggi e la conseguente elisione concettuale.

I dialoghi tra Suzanna e il suo amante Michel come quello con l’amica Monique, presunta amante del marito, sono infatti spezzati, destrutturati, intrisi di movimenti fasulli e discordanti, accompagnati da musiche interrotte. Le stesse didascalie che appaiono sono a volte discordanti con il movimento scenico, e i tempi sono sapientemente dilatati, irreali, quasi a voler sottolineare la ritualità di una parola che sta cercando una sua essenzialità.

I fatti raccontati possono essere mai avvenuti, o forse agognati, nel personaggio di Suzanna si crea un problema d’identità. Anche quando afferma «Sono la donna più tradita di Saint-Tropez» sembra porre un problema sulla sua desiderabilità, trasferendo il proprio ego a quello di un’altra persona, a un’aspettativa di vita mai compiuta, l’aspirazione al raggiungimento di un amore che in realtà non si prova.

Il lavoro di Syxty, in continuità ideale con il precedente Identikit di una donna della scorsa stagione, pone dunque l’accento sull’indefinito che i personaggi, specchi diafani di un’esistenza proiettata sul vuoto, tendono a raggiungere, quale orpello di un possibile riempimento. Prima di questo, la necessaria e totale destrutturazione dada, dove l’afasia è lo zenit o punto zero della ripartenza.

Giudizio: ***1/2

MANIFATTURE TEATRALI MILANESI

Suzanna Andler “… la donna più tradita di Saint-Tropez” di Marguerite Duras
Traduzione di Natalia Ginzburg

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prima nazionale

Con Caterina Bajetta, Guglielmo Menconi, Elisabetta Scarano, Pietro De Pascalis/Maurizio Salvalalio e con Gaetano Callegaro
Regia di Antonio Syxty

Assistente alla regia: Susanna Russo
Scene: Guido Buganza
Costumi: Giulia Giovanelli
Disegno luci e video:  Fulvio Melli
Staff tecnico: Ahmad Shalabi, Marco Meola, Matteo Crespi
Foto di scena: Angelo Redaelli
Direzione di produzione: Elisa Mondadori

Si ringrazia Francesco Tagliabue

Milano, MTM Teatro Litta, Corso Magenta 24
Dal 28 giugno al 15 luglio 2017
www.mtmteatro.it