Con un fitto, variegato programma, è approdato anche quest’anno a Milano il tanto atteso ”Festival del Cinema Africano, Asia e America Latina”, giunto ormai alla ventisettesima edizione, con il titolo “Where future beats”; coinvolti numerosi luoghi della città: dalla sua sede storica dell’Auditorium San Fedele, allo Spazio Oberdan e al Cinema Palestrina, dal centro dell’Institut Francais al Casello Ovest di Porta Venezia (Casa del Pane), per giungere infine alla Fondazione Feltrinelli (in collaborazione con Librerie Feltrinelli e Associazione Razzismo).
60 i titoli, tra film e video selezionati, scelti tra i circa 600 visionati. A introdurre la proiezione, brevi ma esplicative presentazioni da parte del regista o di un esperto cinematografico e, a seguire, dibattito tra il pubblico; sottotitoli in italiano sempre presenti.
Il bellissimo film “I Am Not Your Negro” di Raoul Peck ha aperto la rassegna, in anteprima italiana, con l’acclamata presenza del regista. Candidato all’Oscar come Miglior Documentario e Premio del Pubblico alla Berlinale, il film è un prezioso contributo per dipanare il filo della matassa che definiamo “razzismo”; con rare immagini di repertorio e testi di James Baldwin, si è entrati nel vivo delle difficili relazioni razziali che si vivono negli Stati Uniti.
L’estesa programmazione di questo Festival, unico nel suo genere, si avvale di 3 Concorsi: “Concorso Lungometraggi Finestre Sul Mondo”, tra i quali spicca, meritatamente, “Félicité”, film senegalese, con un commovente ritratto femminile; “Concorso Cortometraggi Africani”, con brevi film sia di fiction che documentari; “Concorso Extr’A – Razzismo Brutta Storia”, che riunisce film di registi italiani o residenti in Italia sul tema dell’immigrazione e del dialogo interculturale. E, inoltre, le Sezioni Parallele: “Flash”, con i film anteprime di rilievo, già premiati, quali: “My Hindu Friend” del regista Héctor Babenco, “L’étoile d’Alger”di Rachid Benhadj, autobiografico, “Per un figlio”del regista esordiente srilankese, ma residente a Milano, Suranga Katugampala, che descrive intensamente il rapporto tra una madre e il figlio adolescente.
Interessante la Sezione tematica”Where Future Beats”, dedicata alle nuove generazioni africane in movimento, dove spicca “Wallay” di Berni Goldblat: un autentico, imprevisto viaggio d’iniziazione dalla Francia a Burkina Faso di un inconsapevole ragazzo che lì ritroverà le sue radici.
Tre grandi temi di altrettanta grande attualità sono stati affrontati in un percorso della durata di tre giorni presso la sede della Fondazione Feltrinelli: “Risorse – Diseguaglianze – Diritti”, nella Sezione Speciale: Democrazie Inquiete, Viaggio Nelle Trasformazioni dell’America Latina.
“Omaggio a Liu Zhenyun, presenta due opere”Someone to Talk To” e “I’m Not Madame Bovary”, dello scrittore e sceneggiatore, i cui romanzi sono stati tradotti in molte lingue.
Il “Festival Center”, al Casello Ovest di Porta Venezia, inoltre, durante tutta la settimana, ha proposto al pubblico: eventi, mostre, incontri tematici, laboratori; e, momento di relax, l’Ora del tè.
Da non dimenticare, la Mostra fotografica “Where Future Beats”, con 40 opere inedite provenienti dal festival nigeriano di fotografia.
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Un Festival, questo, che si conferma come un luogo / spazio eccezionale di incontro di culture diverse, un autentico crocevia dove passano, trasmigrano e parlano popoli differenti, forse, ma con la stessa sofferta dignitosa umanità che tutti eguaglia.
L’immagine della zebra, come simbolo del Festival, racchiude in sé con i vivaci, innumerevoli colori, il coro delle voci che vengono da lontano e ci cantano canzoni inascoltate.
27° Festival Cinema Africano Asia e America Latina
(Organizzazione a cura dell’Associazione Centro Orientamento Educativo COE )
Milano 19 – 26 marzo 2017
www.festivalcinemaafricano.org