Al Teatro Franco Parenti l’inedito di Pasolini sulla Milano noir dei teppisti diretto da Paolo Trotti e interpretato da Stefano Annoni
Sceneggiatura inedita di Pier Paolo Pasolini, il testo di La Nebbiosa affronta la Milano di Testori con una chiave di lettura rovesciata rispetto al drammaturgo e scrittore di Novate Milanese. Se per quest’ultimo il sacro, il profano, la bestemmia e il linguaggio ricercato concorrono alla definizione di un substrato sociale da cui scaturisce una visione cristologica dell’insieme, quale espressione di una sofferenza soggettiva, in Pasolini sono i protagonisti stessi a descrivere le contraddizioni di una metropoli nella fase avanzata della ricostruzione, dove i grattacieli e un nuovo assetto urbanistico portano i cosiddetti “ragazzi della via Gluck” a scontrarsi con perbenismi e convenzioni, immaginando come unica risposta la violenza spesso gratuita nei confronti dei più deboli e il ricorso a eccessi mondani fuori dalla legalità.
La drammaturgia di Paolo Trotti, regista della pièce, e di Stefano Annoni, protagonista in scena insieme a Diego Paul Galtieri, parte da una visione metateatrale del tema: in un locale, Il Veleno, si esibiscono cantanti, musicisti, cabarettisti e “cantattori”, vere guest star dei palchi milanesi e non solo, e al termine delle loro esibizioni il presentatore/Annoni si ritrova con il batterista a ripercorrere le vicende con finale tragico di cui era stato protagonista da bambino, accompagnando il fratello maggiore e la sua gang durante la notte di San Silvestro nelle scorribande in una chiesa, una villa, un night club, intervallate da vessazioni o rapimenti nei confronti di anziane prostitute, gay, donne della buona società.
Le situazioni narrate sono colorite dai nomi di battaglia dei membri della banda e dal loro “slang”, la cornice idiomatica di una Milano che comincia ad affrontare il rock tra le rovine di antiche permanenze e il mito auspicato di una New York lombarda. Gli episodi si susseguono a un ritmo che ricorda Arancia meccanica, ma anche qui con una differenza: Anthony Burgess utilizzava la violenza dei “Teddy boy” per affermare il principio della libertà di scelta tra il bene e il male, ne La Nebbiosa non vi è invece alcun parallelismo. La realtà è quella che appare, la rabbia e gli sconfinamenti sono l’effetto di un disorientamento che parte dall’ipocrisia strutturale di una società che sta partorendo dei mostri. E, come si vedrà alla fine, a vincere è sempre lei, la signora con la falce, una morte annunciata che si presenta come fatalità dopo essere stata corteggiata per ore dentro la cornice di una festosità amara.
Da segnalare, come ospitalità all’inizio dello spettacolo, la presenza di Gianna Coletti nella serata di mercoledì 15 con la canzone Il valzer nella toppa in omaggio a Laura Betti, che nella sceneggiatura originale si doveva esibire con il pezzo Mi butto, mi butto musicata sui versi di Mario Soldati.
Un ulteriore cadeau al pubblico nel celebrare quest’opera abbozzata di Pasolini, che con la sua visione del teppismo milanese è riuscita a tradurre la difformità di uno sviluppo metropolitano e la violenza spesso taciuta che l’accompagna.
Giudizio: ***1/2
Produzione: SIMONA MIGLIORI PER LINGUAGGICREATIVI
La Nebbiosa di Pier Paolo Pasolini
Adattamento di Paolo Trotti e Stefano Annoni
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prima nazionale
Con Diego Paul Galtieri e Stefano Annoni
Regia di Paolo Trotti
Scene e costumi: Giada Gentile
Special Guest ogni sera: Dave Bolo, Miss Freaky Candy, Gianna Coletti, Daniele Gaggianesi, Walter Leonardi, Davide Marranchelli, Miss Sophie Champagne e le allieve della Champagne Academy of Burlesque Education
Milano, Teatro Franco Parenti Sala Tre, via Pier Lombardo 14
Dall’8 al 19 febbraio 2017
www.teatrofrancoparenti.it
www.linguaggicreativi.it