Da Le mammelle di Tiresia e Intermezzi in versi di Guillaume Apollinaire, un omaggio alle Avanguardie Storiche firmato da Marina Spreafico
Lorena Nocera e Giovanni Di Piano, coadiuvati dagli allievi diplomati nel 2016 alla Scuola del Teatro Arsenale,sono gli straordinari interpreti de Il corpo ibrido, spettacolo dedicato alla figura e opera di Guillaume Apollinaire, che la Black Box milanese ha messo in scena dal 10 al 12 giugno su adattamento e regia di Marina Spreafico e collaborazione artistica di Kuniaki Ida.
Nato a Roma nel 1880 e trasferitosi molto giovane con la madre in Francia, Apollinaire frequentò fin da adolescente le avanguardie artistiche che transitavano a Parigi, tra i quali Pablo Picasso e Giuseppe Ungaretti. Si accostò al cubismo, al Futurismo di Tommaso Marinetti e alla pittura metafisica di Giorgio De Chirico. Fu tanto amante delle novità artistiche che coniò per primo il termine “surreale”, indicato come il superamento della realtà vissuta e conosciuta. La stessa ruota, emulando le gambe o le zampe di un animale durante la corsa, è un esempio di velocizzazione dei trasporti assolutamente surreale, sconosciuto persino a quel popolo Maya che, grazie ai principi indicati nel cosiddetto “Codice di Dresda”, sapeva invece indicare esattamente la distanza Terra-Venere.
Quale testo quindi più surreale de Le mammelle di Tiresia, per stile e contenuti? L’ambientazione è quella di una fantastica Zanzibar, dedita al gioco dei dadi e all’eliminazione dei perdenti, mentre l’incipit è la ribellione di una donna, Teresa, nei confronti del marito sessuomane: una moglie che si trasforma in uomo con tanto di barba, cambia il proprio nome in Tiresia, si libera delle prosperose mammelle, per avventurarsi in possibili carriere maschili.
Il marito abbandonato si trasforma a sua volta in donna, e si pone l’obiettivo di ripopolare da solo Zanzibar partorendo 40.050 bambini in una notte, fino all’arrivo di una misteriosa cartomante che riesce a ricongiungere la coppia.
Transessualità, mammelle da asporto, pornoerotismo provocatorio e giocosità teatrale, in un’esplosione di costumi grotteschi, sono gli ingredienti di questa pièce, che anticipa di quasi un secolo alcune tematiche legate al sesso come alla chirurgia estetica. Una sessualità comunque preminente in Apollinaire, come dimostrano le lettere d’amore e “poesie segrete” dedicate a Madeleine Pagès, una ragazza di ventidue anni d’Algeria conosciuta sul treno da Marsiglia a Nizza durante un permesso mentre era volontario al fronte. Fantasie erotiche di un soldato francese della Grande Guerra interpretate da Lorena Nocera nell’intermezzo, versi carichi di suggestioni amorose che meglio delineano la figura di questo grande poeta, scomparso prematuramente a causa della febbre spagnola il 9 novembre 1918.
Nel complesso lo spettacolo è denso di passaggi che riportano a un periodo di grande mutamento di linguaggio, lungo un percorso dove la fantasia può anticipare il futuro. Un omaggio dunque alle Avanguardie Storiche, che nella loro follia creativa si rivelarono antesignane di alcuni aspetti di questo apparentemente illogico quanto trasgressivo presente.
Giudizio: ****
PRODUZIONE TEATRO ARSENALE
in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia
Il corpo ibrido da Intermezzi in versi e Le mammelle di Tiresia di Guillaume Apollinaire
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A cura di Marina Spreafico
Collaborazione artistica: Kuniaki Ida
Con Lorena Nocera e Giovanni DiPiano
e con gli allievi diplomati 2016 di Scuola TeatroArsenale:
Francesco Friggi, Nana Funabiki, Giulio Garavelli, Samuele Gnarini, Yeşeren Güven,
Paola Kodra, Alessandro Peli, Cristina Sali
Regia di Marina Spreafico
Costumi: Lella Diaz
Luci: ChristianLaface
Milano, Teatro Arsenale, via Cesare Correnti 11
Dal 10 al 12 giugno 2016
www.teatroarsenale.it