Foto: George Martin ( Londra, 3 gennaio 1926 – Londra, 8 marzo 2016)
Foto: George Martin ( Londra, 3 gennaio 1926 – Londra, 8 marzo 2016)
Foto: George Martin ( Londra, 3 gennaio 1926 – Londra, 8 marzo 2016) © Adamsharp – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Il compositore che osò lanciare il Fab Four di Liverpool

Sir George Henry Martin, classe ’26, non verrà ricordato soltanto come musicista, con suoi studi di pianoforte e oboe, manager dell’etichetta Parlophone, compositore del celebre brano “Theme One” (ripresa come singolo dai Van Der Graaf Generator) per BBC Radio 1, per il proprio lavoro in ambito televisivo e cinematografico, così come in altri settori (tra i quali l’impegno per The Prince’s Trust, la charity fondata da Carlo d’Inghilterra, ndr). Quest’uomo, scomparso l’8 marzo scorso, passerà alla storia per il proprio contributo nella crescita e realizzazione del gruppo musicale con tutta probabilità più importante di tutta la storia della musica del’900, i Beatles.

Non per questo, tuttavia, come hanno scritto e detto in diversi, lo si può considerare per forza il quinto membro del Fab Four. Lo zampino, o per meglio dire, l’apporto di Martin, iniziò oltre che dalle loro prime incisioni, “Love Me Do” in primis (che volle per l’incisione in studio un altro batterista in sostituzione della new entry Ringo Starr, che per quell’occasione partecipò suonando percussioni, ndr). Fu infatti colui che tempo prima fece loro l’audizione dopo che la concorrente Decca li aveva rifiutati (chi commise quell’errore passò la propria vita a mangiarsi le dita delle mani, credo). Possiamo quindi dire che, senza toccare nella maniera più assoluta il genio musicale dei quattro ragazzi di Liverpool, che dimostreranno tutti separatamente anche dopo lo scioglimento della band, la strada che i quattro percorsero fu in qualche modo segnata dal produttore britannico. Uno stile almeno inizialmente pop-rock assolutamente originale, e certamente differente da Elvis e da tutte le rock band di quel periodo, e precedenti, inglesi e americane.

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Un contributo importantissimo che spaziava dall’arrangiamento dei brani alla loro scrittura, con McCartney che suonava la melodia mentre Martin la scriveva sul pentagramma, se non altro perché i quattro, almeno all’inizio non sapevano né scrivere e nemmeno leggere la musica. Per dirla tutta “Please please me”, “Yesterday”, “Strawberry Fields Forever”, “Eleanor Rigby”, e l’album “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” forse non li avremmo mai conosciuti in questa forma senza il contributo di Martin.
Senza essere il quinto Beatles, mi preme ribadirlo, fu effettivamente l’autore delle musiche di uno dei tre film dei Fab Four (probabilmente il più riuscito), il cartone animato “Yellow Submarine”, oltre che di “Vivi e lascia morire” (“Live and Let Die”), uno dei film dedicati a James Bond, cantata da Paul McCartney e suonata dai suoi Wings (il film è del 1973, e i Beatles si erano già separati nell’aprile ’70).
Dopo il loro scioglimento, di cui sopra, Martin collaborò come produttore con gli America, gli Ultravox, gli UFO, ma soprattutto con il chitarrista britannico, ex Yardbird, Jeff Beck per l’album del ’75 “Blow by Blow”, suo primo disco solista.