Foto di scena: Umberto Terruso, Assenti per sempre, al Teatro Linguaggicreativi dal 15 al 17 gennaio 2016
Foto di scena: Umberto Terruso, Assenti per sempre, al Teatro Linguaggicreativi dal 15 al 17 gennaio 2016
Foto di scena: Umberto Terruso, Assenti per sempre © Oyes ©Teatro Linguaggicreativi

Al Teatro Linguaggicreativi un affresco epico sulla dittatura argentina del generale Videla firmato da Umberto Terruso

Un desaparecido, ovvero uno scomparso. Il suo carnefice. Il gioco del calcio …
Con Assenti per sempre, a quasi 40 anni dal colpo di stato che portò al potere in Argentina la giunta militare presieduta dal generale Jorge Rafael Videla, Oyes ha presentato lo scorso fine settimana presso Linguaggicreativi uno spaccato dove protagonisti sono un giovane dissidente, o presunto tale, e il miliziano incaricato della sua detenzione, entrambi interpretati da uno straordinario Umberto Terruso.

Ragione dell’arresto la passione per il ballo, insegnato al ragazzo da una danzatrice sospettata di essere coinvolta nella ribellione al regime e sulla cui agenda, immancabilmente, compariva il nome del giovane unitamente alla dicitura “tango”. Motivo sufficiente alle autorità per procedere al suo prelevamento in pieno giorno, dentro casa, di mercoledì, giorno che la madre italiana dedicava alla cucina del suo paese nativo, mentre rimasto solo pelava le patate per la preparazione di un piatto. Un rapimento istituzionale in piena regola, nel massimo della segretezza, giustificato dalla ragion di stato e la salvaguardia della popolazione da eventuali azioni “terroriste”.

Gli interrogatori e le torture si alternano alle cronache calcistiche, proprio nell’anno, il 1978, due dopo la costituzione del regime, in cui l’Argentina vince in casa i mondiali battendo la nazionale olandese in una controversa finale. La tensione per l’ultima partita respira l’affanno degli aguzzini, in particolare quello del “Puma”, il miliziano balbuziente carceriere del ragazzo, brutale nella sua ingenuità, ligio al dovere quanto pervaso dagli incubi conseguenti alla “guerra sporca”, ovvero il processo di riorganizzazione nazionale deciso dalla giunta militare.
Molti detenuti che cessano di destare l’interesse delle autorità vengono liberati, in volo, gettati nudi nell’immenso Rio della Plata, l’estuario della morte, con un sorriso ricamato sulla pancia per non farli più riemergere. Un vortice dove le anime degli assenti per sempre trascinano quelle dei propri carcerieri, un baratro che si apre dietro l’eco del cronista sportivo che urla il gol della vittoria.

La dittatura militare, responsabile di torture, stupri e omicidi, artefice della sparizione di almeno 30mila vittime tra sindacalisti, studenti, oppositori radicali e semplici cittadini inermi ingiustamente sospettati di avere avuto relazione con i guerriglieri Montoneros, fu favorita da potenze democratiche come gli Stati Uniti e la Francia, i primi con la famosa Operazione Condor, e con tanto di benedizione della Chiesa ufficiale locale, ma anche appoggiata all’interno da un Partito Comunista più attento agli interessi sovietici sul grano argentino che non alla lotta per i diritti umani.

Lo stupefacente spettacolo firmato da Umberto Terruso, per la regia di Andrea Lapi, ha tuttavia la fondamentale caratteristica di non occuparsi dei coinvolgimenti politici internazionali che hanno sostenuto tale violenza, quanto quella d’indagare negli anfratti di un’umanità spesso inconsapevole partecipe della deriva sociale e culturale che questa provoca. I due personaggi che si avvicendano, dopo istantanei cambi di luce e costume, sono pedine di un sistema che si è barricato intorno a loro, il frutto di un tragico copione che li vuole nei rispettivi ruoli di vittima e carnefice.

Assenti per sempre è uno spettacolo per non dimenticare la barbarie di una dittatura e il complice silenzio di chi finge di non vedere o per motivi diversi condividere qualsiasi forma estrema di repressione. Una teatralità dove al centro cerca di sopravvivere l’uomo con i suoi turbamenti, frustrazioni e aspettative, al di là di tutto e sopra ogni avversità, dentro lo sfondo infuocato di una guerra che per genesi appartiene alla natura perversa di un potere senza volto, posto al confine tra l’intelligenza e la più violenta stupidità.

Giudizio: ***1/2

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Stagione 2015/16
Senza perdere la tenerezza

PRODUZIONE OYES

Assenti per sempre
Drammaturgia e interpretazione di Umberto Terruso
Regia di Andrea Lapi
Assistente alla regia: Raffaele Panfili

Milano, Teatro Linguaggicreativi, via Villoresi 26
Dal 15 al 17 gennaio 2016
www.linguaggicreativi.it