Da “Il Mercante di Venezia” l’eco sofferto della discriminazione
Shylock – “Io non sono come voi”, monologo scritto a quattro mani da Alberto Oliva e Mino Manni e andato in scena presso la Sala La Cavallerizza dal 23 ottobre al 1° novembre, interpreta la voce del celebre usuraio presente ne Il Mercante di Venezia di William Shakespeare dopo la sua dipartita. L’odio dell’ebreo verso i cristiani e in particolare il mercante Antonio, da cui è a sua volta disprezzato, diviene rivendicazione contro i soprusi subiti da lui e il suo popolo. Una storia di discriminazioni, dove l’attività di prestatori di denaro risulta l’unica possibile per gli ebrei, impediti a svolgere qualsiasi altra professione e per questo vilipesi.
Shylock/Manni ricorda la genesi delle sue disgrazie: il prestito di 3000 ducati a Bassanio, amico di Antonio, di cui questi si è fatto garante; la clausola in merito all’ottenimento di una libbra di carne del mercante in caso di ritardo sulla restituzione del denaro; l’impossibilità di Antonio a saldare il debito e la pretesa del rispetto contrattuale da parte di Shylock; la sentenza che concede il rispetto dell’accordo, ma senza la benché minima dispersione di sangue nell’effettuare l’operazione, pena la morte e la spartizione dei beni di Shylock tra Antonio e lo Stato; la sconfitta dell’usuraio che, ottenuta la grazia della vita dal doge, è costretto a cedere tutti i suoi beni, per rinuncia di Antonio, alla figlia Jessica, che ha abbandonato il padre per unirsi al cristiano Lorenzo.
La narrazione si colora dei ricordi dell’infanzia e l’attività di famiglia, passa attraverso le citazioni del Tanàkh, si ammanta di rabbia e frustrazione di fronte alla defezione della figlia Jessica, fuggita con l’anello che apparteneva alla madre del valore di 2000 ducati. Un lamento salmodiato che interagisce col pubblico, a cui segue un fulmine da una dimensione spazio temporale che dissipa la nebulosa del livore individuale di Shylock a favore di un inno contemporaneo altrettanto intriso di risentimento. Il rap palestinese del 2006 Meen Erhabe irrompe in un video dove viene ripetuta la domanda Who’s the terrorist, contestualmente al conflitto con Israele, quasi a voler identificare una staffetta dell’odio che diviene rituale nazionalista. Al termine ecco il ritorno di Shylock, camuffato da terrorista, con il monologo tradizionale shakespeariano che promette vendetta nei confronti dei cristiani.
Un colpo di scena, quello del video, che dovrebbe far riflettere sulla conseguenza delle discriminazioni e sulle reazioni a catena che queste possono provocare, ma che tuttavia risente di un’incoerenza nella definizione di un processo storico che ha la sua genesi nella Diaspora ebraica e che dopo secoli di ghettizzazione approda alla ricostituzione dello Stato d’Israele dopo essersi imbattuto nell’Olocausto, particolare ignorato nel lavoro diretto da Oliva. Il soggetto Shylock sembra essere l’archetipo di una vittima che diviene carnefice per puro senso di risentimento sul mondo, mentre la realtà geopolitica dei conflitti mediorientali contemporanei ha radici motivazionali ben più legate agli assetti territoriali conseguenti ai processi di decolonizzazione che non a vendette individuali o collettive.
In sostanza, al di là della capacità interpretativa di Mino Manni, la disperazione di Shylock rischia di essere banalizzata in uno sfogo privo di veridicità, mentre avrebbe avuto un suo punto di forza se la parte iniziale fosse stato il preludio non di un rap palestinese, ma del testo di Shakespeare.
Il lavoro appare comunque un work-in-progress che ha il merito di far riflettere sulle ghettizzazioni e i pregiudizi xenofobi, attraverso la disamina di un personaggio, Shylock, che viene descritto in tutta la sua tragica esistenza, quale possibile introduzione allo sviluppo drammaturgico de Il Mercante di shakespeariana memoria.
Giudizio: **
Shylock -“Io non sono come voi” di Alberto Oliva e Mino Manni, tratto da William Shakespeare
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Regia di Alberto Oliva
Assistente alla regia: Serena Piazza
Costumi: Marco Ferrara
Luci: Alessandro Tinelli
Video: Leonardo Rinella
Milano, Teatro Litta Sala La Cavallerizza, Corso Magenta 24
Dal 23 ottobre al 1° novembre 2015
www.mtmteatro.it