Dai giardini fioriti in epoche diverse durante il semestre Expo all’archeologia: il Bahrain si fa scoprire
Scoprire la cultura del Paese è quanto il padiglione del Bahrain permette ai visitatori dell’Expo. E, ai tanti che una défaillance geografica non consente una esatta collocazione (è un arcipelago nel Golfo Arabico), offre davvero una visione a 360°, improntata sulla eleganza, ma anche sulla voglia di farsi conoscere. Qui si trova la più alta palma di tutto l’Expo: 15 m di altezza e 2 sotto terra. È in uno dei 10 giardini che si susseguono lungo tutto il percorso del padiglione, in grado di evocare il mito del Bahrain come luogo del giardino dell’Eden, con giardini lussureggianti favoriti dalla presenza di riserve sotterranee di acqua dolce e dal clima considerato mite.
Il padiglione ospita piante che si trovano anche in Bahrain, seppure queste siano arrivate da altre zone, dopo un’attenta selezione fatta per consentire una diversa crescita dei frutti lungo tutti i sei mesi di esposizione. Così a settembre sono spuntati i fichi d’India e ora si possono vedere papaye, limoni, giuggiole – anche queste saranno per molti una scoperta -, mentre in altri giardini si trovano le piante di banane dal colore rosato e il melograno e non mancano gli ulivi e le viti, che in Bahrain sono dei piccoli alberi considerati soprattutto ornamentali oppure apprezzati per le foglie utilizzate in molti piatti tipici. Non mancano naturalmente nemmeno i datteri, che rappresentano la produzione maggiore in campo agricolo, anche se costituiscono solo una percentuale minima dell’economia del Paese.
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In un’altra zona del padiglione è possibile conoscere alcuni piatti tipici e il gelato, che, rispettando le stagioni, ora è al gusto di zafferano e di acqua di rose e fino a qualche settimana fa era al gusto dei datteri. E, come la zona café ripropone quanto i visitatori possono vedere nei giardini, così anche le divise dei responsabili del padiglione nei disegni sono ispirate alla vegetazione.
E’ un Paese dalla grande storia e alcuni reperti archeologici, esposti in una zona del padiglione permettono di capirlo: si va oltre la descrizione di paradiso contenuta nell’Epopea di Gilgamesh, fino ad avvalorarla se si guardano le piante e gli animali riprodotti nei sigilli del 4000 A.C. e si capiscono le influenze greche nei vasi del 300 avanti Cristo e quelle bizantine nei reperti in pietra, ma ancora molto c’è da scavare, perché si reputa che solo il 30 per cento sia già stato riportato alla luce.
Anche gli anni più recenti sono ricchi di storia. Il Bahrain è stato il primo Paese arabo a iniziare le trivellazioni, nel 1932. Nel 1940 è stata aperta una scuola dedicata solo alle donne e ora queste non hanno obbligo di velo e guidano l’auto senza problemi. E’ un Paese musulmano, ma l’alcol è tollerato e anzi cercato dagli abitanti di Paesi che lo fronteggiano. E ora anche un pezzo di Expo milanese vi troverà posto: nei programmi infatti i moduli prefabbricati che compongono il padiglione e le piante verranno portati in Bahrain, per dar vita a un giardino botanico.
INFO: www.expo2015.org