Arturo Cirillo indaga le fragilità umane in una singolare odissea tra gli anfratti oscuri dell’anima
In prima nazionale fino al 24 maggio sul palco del Teatro Menotti di Milano, Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee, nella traduzione di Ettore Capriolo e la regia di Arturo Cirillo, si rivela in tutta la sua natura di dramma psicologico sulle crisi individuali e di coppia, non scevro da risvolti tragici. Martha e George (Milvia Marigliano e Arturo Cirillo), due coniugi di mezza età con un rapporto controverso, invitano nella propria casa Honey e Nick (Valentina Picello e Edoardo Ribatto), due giovani sposi conosciuti da poco. Tra fantomatici figli, crisi intime, cinismi e giochi di seduzione, le due coppie si scatenano nel corso della notte in un provocatorio confronto dialettico che porta all’annichilimento collettivo, disfacimenti individuali, oltre i confini di un una pur apparente dignità umana. E quando torna l’alba, insieme a una voglia di tenerezze, si torna all’illusione di una normalità quale effetto adulterato di una discrasia delle anime.
ll titolo dell’opera, andata in scena per la prima volta a Broadway nel 1962, è un gioco di parole sul suono, in lingua inglese, del motivo “Chi ha paura del lupo cattivo?” (Who’s Afraid of the Big Bad Wolf?), emblematico comunque di una presenza oscura e minacciosa a cui porre sfida. La versione di Cirillo parte da un presupposto, quello dell’immedesimazione naturalistica nei personaggi che porta in realtà a una definizione meta teatrale, dal sapore artaudiano, della pièce. Una scommessa che porta ad affrontare i lati oscuri dell’inconscio esulando dal tradizionale ruolo dell’attore, una prova riuscita grazie all’eccezionale cast capace di sublimare il testo oltre la semplice rappresentazione.
La notte dei personaggi risulta quindi una sorta di incantesimo, scandita d un climax musicale che esplode in una sorta di “sciarada” a colpi di batteria, che nel legare i diversi elementi in scena crea una Walpurgisnacht, cara a Goethe come a Lovecraft, ma ripresa nel titolo della seconda parte del testo da Albee. Una danza terrificante frutto dell’insieme delle devastazioni individuali, in cui ogni vittima è a sua volta carnefice di se stesso e gli altri. La stessa alba dove, come nella commedia shakespeariana Midsummer Night’s Dream, tutto sembra dissolversi, porta in realtà ancora con sé i segni indelebili di una cicatrice che trascina stancamente alla consueta “non vita” i protagonisti.
Uno spettacolo che traccia la metafora di una crisi profonda dell’Occidente, un’intima cecità verso il cosmo che pone irrimediabilmente il crollo di valori e certezze, al centro una varia umanità spenta che si dimostra sempre più incapace di amare e uscire dal proprio esacerbato soggettivismo. Un lavoro frutto di una dura ricerca negli anfratti più reconditi della psiche, assolutamente da non perdere.
Giudizio: ****
Produzione Tieffe Teatro Milano
Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee
Traduzione di Ettore Capriolo
prima nazionale
Con Milvia Marigliano, Arturo Cirillo, Valentina Picello, Edoardo Ribatto
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Scene: Dario Gessati
Costumi: Gianluca Falaschi
Luci: Mario Loprevite
Regista collaboratore: Roberto Capasso
Assistente alla regia: Giorgio Castagna
Assistente scenografo: Lucia Rho
Fotografo di scena: Diego Steccanella
Milano Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11
Dal 5 al 24 maggio 2015
biglietteria@tieffeteatro.it
www.teatromenotti.org