Foto: Matthieu Pastore, Titanic. The Great Disaster, produzione Teatro della Cooperativa, in scena al Teatro Litta dal 17 al 29 marzo 2015
Foto: Matthieu Pastore, Titanic. The Great Disaster, produzione Teatro della Cooperativa, in scena al Teatro Litta dal 17 al 29 marzo 2015
Foto: Matthieu Pastore, Titanic. The Great Disaster © Teatro della Cooperativa

Soliloquio marittimo per 2.201 personaggi e 3.177 cucchiaini di Patrick Kermann diretto da Renato Sarti e interpretato da Matthieu Pastore

In scena per la seconda volta a Milano presso il Teatro Litta fino a domenica 29 marzo, Titanic – The Great Disaster è la storia di Giovanni Pastore (Matthieu Pastore), un emigrato friulano che a vent’anni decide di lasciare il suo paese nativo per andare negli States e s’imbarca come lavapiatti sul Titanic, anzi, precisamente in qualità di lava-cucchiaini, alle dipendenze di Luigi Gatti, chef dell’Oltrepò che in effetti diresse il ristorante di lusso della nave. Il poco più che ragazzo morirà nell’affondamento del transatlantico, avvenuto tra il 14 e il 15 aprile 1912 a seguito di una collisione contro un iceberg. Personaggio partorito dalla penna di Patrick Kermann, Giovanni parla dagli abissi dove la sua anima è stata confinata per raccontare la propria giovane vita, le speranze, i primi amori, le illusioni, fino a quelle terribili ultime ore che lo vedranno lavare e contare per l’ultima volta i 3.177 cucchiaini del servizio da dessert. La sua è una figura emblematica che ricorre nella memoria dei migranti di tutti le epoche e, nello stesso tempo, la voce dei morti rimasti anonimi, come gran parte dei 1.518 passeggeri deceduti sul Titanic.

Diretto da Renato Sarti, figura “inossidabile” del teatro milanese, Matthieu Pastore sembra galleggiare sul palco, in una cucina con componenti che riproducono le fattezze della nave affondata, mentre narra le vicissitudini che l’hanno portato sulla nave, a partire da un affresco del luogo natio, la cui famiglia era talmente isolata dal mondo reale da credere che l’America si potesse raggiungere con il treno. Nella cornice di una scenografia essenziale, con pochi effetti, accompagnato dalle musiche di Carlo Boccadoro, Matthieu Pastore dimostra una gran prova d’attore, passando dai tratti più ironici alla commozione che segue la cronaca di un’illusione infranta, sintomo di un’umanità che troppo spesso, oggi come allora, consegna il proprio destino nelle mani di un’evoluzione tecnologica che può rivelarsi mortale.

Patrick Kermann sembra in effetti prendere spunto dall’affondamento del Titanic per un’operazione sul ricordo dei morti dimenticati, qui come nei campi di concentramento nazisti, sotto i bombardamenti come in tutte le stragi di innocenti, vittime per mano diretta o indiretta della volontà umana. La trasposizione spesso surreale e inautentica della storia, che vede per esempio la sopravvivenza di un insensibile Luigi Gatti, in realtà deceduto insieme al personale e trovato su un iceberg alla deriva con un dollaro in tasca, piuttosto che la statua di Garibaldi sopra una fontana dove la nonna di Giovanni muore, particolare improbabile nel Friuli ancora austroungarico, richiama, come nelle Cosmicomiche di Italo Calvino, una dilatazione spazio-temporale dei fatti. Questi esulano quindi dall’elemento cronotopo, ma ricorrono nell’indifferenza delle autorità dirigenti di un processo, come nella celebrazione avulsa dagli accadimenti personali dei miti storici. Per Kermann Le théâtre est le territoire de la mort, e The Great Disaster è, in sintesi, l’urlo di sopravvivenza delle anime che intendono rivendicare le radici del proprio passaggio, in ogni tempo e luogo.

Giudizio : ***

Produzione Teatro della Cooperativa

Titanic. The Great Disaster di Patrick Kermann
Soliloquio marittimo per 2.201 personaggi e 3.177 cucchiaini
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Con Matthieu Pastore
Regia e scenografia di Renato Sarti
Musiche di Carlo Boccadoro
Disegno luci e allestimento scenico: Luca Grimaldi, Marco Mosca

Milano, Sala Teatro Litta, Corso Magenta 24
Dal 17 al 29 marzo 2015
www.teatrodellacooperativa.it
www.teatrolitta.it