Quando un fantasmino che, volendo assolutamente vedere com’è il mondo durante il giorno, possiede la stesso spirito per l’avventura di un gruppo di tre ragazzini, questi ultimi con una predilezione per la scoperta, nella cittadina di Eulenberg saranno guai. Con questa premessa si sviluppa una narrazione dalla prospettiva dello stesso fantasma birichino, ma che tiene conto anche del punto di vista dei giovanissimi, attorno alla visita al castello di Eulenstein in cui è contenuto un antico orologio.
Tratto da una celebre fiaba, “Il piccolo fantasma” di Otfried Preussler, uscita per la prima volta nell’agosto del ’66, autentico campione di gradimento nel mondo della letteratura per ragazzi di lingua tedesca, si tratta in sostanza di un racconto per famiglie. Ma nonostante la sua semplicità, è tuttavia fornito di adeguati giochi narrativi per nulla scontati, nonché precisamente legato anche a un preciso avvenimento storico di alcuni secoli addietro che non sveliamo (e a cui il fantasma parrebbe essere in qualche modo legato, ndr), e in cui l’umanità per così dire adulta, in larga parte grottesca e stereotipata, oltre a non possedere il tocco magico dei più piccoli, non ne esce troppo bene.
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Il film colpisce particolarmente per la naturalezza della recitazione dei più piccoli, per la rappresentazione di certi personaggi, come per esempio gli inutili vigili del fuoco del borgo, senza contare il come è stato realizzato lo spettro. Qua e là si nota qualche scelta stilistica volutamente sopra le righe, un po’ a cavallo tra “Il meraviglioso mondo di Ameliè” e “Il piccolo Nicholas e i suoi genitori”, ma l’elemento forse più forte è tutto sommato una certa carica simpaticamente anarcoide, in cui chi detiene il potere e lo esercita, dall’egocentrico sindaco alla diligente maestra della scolaresca, soffre di una certa ottusità, al contrario dell’outsider fantasma, e dei bambini, ancora al di fuori della cerchia degli adulti in grado di decidere.
Un fantasma per amico (Das Kleine Gespenst) di Alain Gsponer, Fantastico, 92’, Germania/Svizzera, 2013
Con Uwe Ochsenknecht, Herbert Knaup, Aykut Kayacik, Bettina Stucky