Uno spettacolo sulla resistenza civile, contro i soprusi della mafia
Ospitata in residenza dal 16 al 19 ottobre al Teatro Sala Fontana di Milano, nella cui tradizione c’è l’apertura a compagnie di innovazione che fanno ricerca e si impegnano sui temi sociali, la compagnia Babygang ha portato in scena Zia Severina è in piedi, lavoro scritto e diretto da Carolina De La Calle Casanova e interpretato da Valentina Scuderi, ispirato al romanzo del 2011 di Giuseppe Catozzella Alveare, in cui viene raccontata la mafia nel nord Italia.
La regista e la sua compagnia Babygang completano con questo lavoro la seconda parte del ‘’Progetto Alveare – Atti culturali contro la mafia’’, una trilogia che mette l’arte al servizio della cittadinanza, con opere di divulgazione e sensibilizzazione. Zia Severina è il simbolo della lotta del privato, del singolo contro i soprusi della mafia. Anziana e vedova ha trascorso la maggior parte della sua esistenza a Niguarda, nelle case dell’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale, note fino a metà degli anni ’90 come le case dell’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP), fiore all’occhiello dello sviluppo edilizio milanese, negli anni del boom economico e della massiccia immigrazione proveniente soprattutto dal sud, che permise di creare aree abitative dignitose, offrendo alloggi e quartieri strutturati ai nuovi abitanti del capoluogo lombardo.
Purtroppo la malavita si è insinuata in questo sistema ben funzionante, minando dall’interno la sua gestione: da decenni le case popolari sono diventate oggetto di un business illecito, che fa allontanare gli inquilini legittimi mettendo sul mercato clandestino, ma non troppo, gli alloggi prima sgombrati e poi occupati, con tariffari esorbitanti.
Assistiamo al racconto di una notte nell’appartamento di Zia Severina, vigorosa ‘’povera, indifesa vecchia’’ che, con il suo accento di immigrata del nord-est, conduce una specie di duello verbale con il giovane che ogni sera si introduce nella sua casa, per intimidirla e indurla ad andarsene, da lei chiamato Mongolfiera, a causa del suo sovrappeso. Zia Severina rimane in piedi, e non solo in senso figurato. Trascorre notti pressoché insonni mettendo in atto approcci diversi, da quello di nonna che offre un pasto decente al ragazzo e gli racconta la storia della sua vita, nel tentativo di smuoverne l’umanità, a quello di educatrice che tenta di indurlo a una vita normale, spiegandogli come si corteggiano le ragazze, fino a quello rabbioso della preda che non cede all’aggressore, intimandogli di uscire allo scoperto e di affrontarla. Intreccia a questi diversi registri il racconto del declino della vita nelle case popolari, lei che è la memoria storica di Niguarda e che sarà il faro nella notte per altri singoli che si ribelleranno a questi attacchi di violenza psicologica.
Tutto accade in una notte, ogni notte allo stesso modo, come un rituale che ogni mattina termina con la conta a occhi chiusi sino a cinquanta, affinché Mongolfiera possa uscire dall’alloggio senza essere identificato. Tutto è concentrato in un’ora di monologo, una stupenda prova di recitazione e di vigore artistico, degno della forza d’animo di questa donna che non vuole cedere alla mafia ciò che le appartiene di diritto. Un testo efficace nella sua semplicità, per un pubblico che vuole ascoltare.
Giudizio: *** ½
Progetto residenza compagnia b a b y g a n g
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con il patrocinio di Comune di Milano e Provincia di Milano
Zia Severina è in piedi
Testo e regia di Carolina De La Calle Casanova
Con Valentina Scuderi
Assistente alla regia: Chiara Boscaro
Scenografia e costumi: Petra Trombini
Milano, Teatro Sala Fontana, via Boltraffio 21
Dal 16 al 19 ottobre 2014
www.teatrosalafontana.it