La TV è finzione o solo uno strumento per gratificare una vita finta? Per Luigi, un producer di quiz che inseguiva il cosiddetto “sogno in un cassetto”, quello di potersi dedicare a un’attività artistica più credibile, la televisione è un solo un lavoro, un mezzo divenuto necessario a causa di una personale impotenza di fronte ad altre possibili scelte, a rinvii decisionali che ormai lo costringono ad accettare senza più riserve la propria redditizia quanto frustrante professione. Una vita di compromessi che lo vede affiancare un soggetto scaltro quanto discutibile come Stefani, un affermato regista, donnaiolo senza scrupoli. La relazione con Laura, una giovane attrice, non riesce in ogni caso a frantumare il rapporto con la moglie Giulia: un rapporto fatto comunque di amore, di affetto, che contrasta con quello falso e narcisista del mondo televisivo.
Vincitore nel 1996 del Premio Teatrale Nazionale Vallecorsi, La finzione della vita di Giovanni Antonucci, per la regia di Francesco Branchetti, è un lavoro di forte attualità che pone ciascuno di fronte al problematico bivio tra successo e autenticità, tra una possibile carriera e la genuinità dei rapporti umani.
La televisione diviene quindi lo strumento infernale di un’alterazione relazionale che coinvolge la vita di coppia allo stesso modo di un credo che troppo spesso si tende a tradire per motivi di opportunità sociale.
Lo spettacolo, che risente forse di un’eccessiva lentezza in alcuni passaggi, è comunque ben interpretato e di fortissima attualità, in pratica lo stilema di un’esistenza combattuta tra profonda verità e superficie, tra vissuto autentico e la tomba dorata di una certezza senza emozioni.
Giudizio: **1/2
Produzione Ass Cult. FOXTROT GOLF
La finzione della vita – Tv, sex & family di Giovanni Antonucci
Con Francesco Branchetti, Isabella Giannone
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Musiche: Pino Cangialosi
Scene e costumi: Cristiano Paliotto
Luci: Marco Meola
Milano, Teatro Oscar, Via Lattanzio 58
Dal 12 al 16 marzo 2014
www.teatrooscar.it
www.pacta.org