Foto di scena: Marianna De Pinto in Coltelli nelle galline di David Harrower al Teatro Litta di Milano
Foto di scena: Marianna De Pinto in Coltelli nelle galline di David Harrower al Teatro Litta di Milano
Foto di scena: Marianna De Pinto © Valentina Bianchi

In un imprecisato villaggio rurale, William e sua moglie vivono un’esistenza scandita dai ritmi della campagna, dei campi di grano, dell’allevamento di cavalli. William, detto “Pony”, preferisce, almeno apparentemente, dormire con la propria cavalla nella stalla, piuttosto che nel letto nuziale con la giovane moglie, una donna della quale non viene mai detto il nome e che sembra non avere altre aspettative se non quella di perdersi nel silenzio dell’universo agreste in cui è immersa. Il marito la manda a consegnare il grano da Gilbert, il mugnaio, un uomo preceduto da una pessima fama, quasi da demiurgo, con un trascorso coniugale oscuro. La donna ne è contemporaneamente impaurita e attratta e, dopo che il mugnaio la sfida a scrivere il suo nome con una penna stilografica acquistata in paese da un saltimbanco, torna fuggendo alla propria fattoria e lì si accorge di avere le mani sporche di inchiostro, quasi una linfa che la lega a Gilbert al punto da ritrovarlo come diavolo incubo nelle sue visioni notturne, mentre la cosparge di farina. Una situazione di seduzione e negazione che esplode quando, in uno di questi incontri notturni, il mugnaio le rivelerà il tradimento del marito con la giovane figlia di un altro abitante del villaggio. Da Gilbert la donna sfoga in seguito tutto il suo risentimento scrivendo un effluvio poetico dove esplicita la sua condizione, un’inaspettata vis letteraria vivida e atroce che affonda nell’anima come i coltelli utilizzati per sgozzare e spennare le chiocce, o fendenti dentro il corpo delle donne.
Gilbert e William, dopo la festa celebrativa seguita all’installazione di una nuova macina più efficiente, si affrontano in un duello dialettico, finché il mugnaio, con la complicità della donna, uccide l’agricoltore schiacciandolo sotto la vecchia macina, atto che prelude a una nuova vita con un inaspettato finale.
In un’atmosfera a tratti surreale, il lavoro di Antonio Syxty, in scena al Teatro Litta fino a domenica 16 marzo, sottolinea la semantica del drammaturgo scozzese David Harrower nel ripercorrere le tappe che portano alla morte di un arco vitale, torbido e fasullo, e la conseguente palingenesi poetica nel segno di una ritrovata identità. Uno spettacolo ben congegnato, con una scenografia essenziale, resa suggestiva dal disegno luci, e un ottimo cast che vede una straordinaria Marianna De Pinto nel ruolo della donna. Una pièce di ricerca teatrale dove gestualità, ombre, presenze oniriche e tensioni emotive si confrontano dentro una cornice insieme erotica e poetica, a tratti condita da un’ironia amara, esprimendo una metafora alchemica dell’esistenza.

Giudizio: ***1/2


Litta_Produzioni / Malalingua Associazione Culturale

Coltelli nelle galline (Knives in Hens) di David Harrower
Traduzione di Alessandra Serra

prima nazionale
You can buy the variety of the generic drugs online purchase cheap levitra take a look at the drugshop here through our online pharmacy and do the substantial savings. The drug should be prohibited in case our body is discovered sale of viagra to be allergic in regarding to the active drug ingredient. In recent years, with levitra in uk the growing intensity of prostate problems, their symptoms including ejaculatory pain, premature ejaculation, erectile dysfunction and loss of sexual desires affect men’s health in many ways. Luckily, they are easy to remember; just best levitra prices recite the ABC’s.
Con Marianna De Pinto, Marco Grossi, Giuseppe Pestillo
Regia di Antonio Syxty

Scene: Guido Buganza
Luci e immagini: Fulvio Melli
Staff tecnico: Alessandro Barbieri, Ahmad Shalabi
Foto di scena: Valentina Bianchi
Direttore di produzione: Gaia Calimani

Milano, Sala Teatro Litta, Corso Magenta 24
Dal 25 febbraio al 16 marzo 2014
www.teatrolitta.it