L’angelo decaduto si presenta nella sala dello Spazio Tertulliano di Milano offrendo un bicchiere di bianco come aperitivo. In realtà, anche questo fa parte del contesto drammaturgico, perché quasi subito dopo, anzi, quando ancora non si è terminato di bere, Lucifero sale sul palcoscenico e inizia il suo monologo, aiutato dal regista (e drammaturgo) Filippo Renda, che dalla postazione audio gli suggerisce le battute.
Utilizzando come piattaforma Letters from the Earth (Lettere dalla Terra) di Mark Twain (1835-1910), libro basato su una fantomatica corrispondenza tra l’arcangelo Satana e l’arcangelo Gabriele e che, per la sua critica feroce nei confronti della religione e in particolare della visione data del cristianesimo, fu pubblicato solo nel 1962, Beppe Salmetti invita il pubblico ad accompagnarlo in un girone dialettico, dove a essere oggetto della derisione ci sta nientedimeno che … il paradiso, ovvero ciò che viene descritto come tale. Il monologo, come nel testo ispiratore dell’autore di Tom Sawyer, mette il dito in una piaga morale, quella che si crea nella finzione collettiva di un regno celeste che non corrisponde al desiderio intimo di ciascun individuo. Una funzione essoterica (e non certo esoterica, che sarebbe finalizzata alla crescita spirituale di ciascuno, separatamente) descrive come esaltazione di gioia l’Osanna cantata per l’eternità? Bastano tre minuti di sacro ritornello per capire che ciò genererebbe solo una noia immortale. Peccato originale, sessualità, adulterio, tutto viene esposto in una diagnostica che mette in chiaro il secolare inganno. Salmetti riesce a divertire con uno spettacolo aritmico e sapientemente “stonato”, indifferente al rispetto di qualsiasi climax teatrale. E, nell’ilarità generale, porta a compimento in realtà una raffinata satira sociale, che denuncia la contraffazione che troppo spesso, per ragioni puramente di potere, tutt’altro che divinatorio, le autorità religiose hanno perpetrato nei secoli, confondendo gli animi e negando la stessa natura umana. Da assaporare, per diventare saggiamente ubriachi e di conseguenza più consapevoli delle proprie aspettative.
Giudizio: ***
PRODUZIONE TEATRO MA
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Con Beppe Salmetti
Regia e drammaturgia di Filippo Renda
Scene e costumi: Eleonora Rossi
Milano, Spazio Tertulliano, via Tertulliano 68
Dal 29 Gennaio al 2 Febbraio 2014
www.spaziotertulliano.it