Tratta dalla novella Richiamo d’obbligo del 1906, L’uomo, la bestia e la virtù è forse l’opera di Pirandello che più di altre sottolinea, con ferocia farsesca, l’ipocrisia delle convenzioni sociali utilizzate come maschere di apparenza. Scritta nel 1919, in un periodo dove gli echi della prima guerra mondiale da poco conclusa e i movimenti nascenti di carattere politico e culturale sembravano dominare i cuori e le menti degli italiani, la commedia scava in profondità l’umanità piccolo borghese rivelandone contraddizioni e perversioni, in un gioco dove l’ilarità si mischia al sapore amaro della doppiezza. Il candido signor Paolino, stimato docente, intrattiene una relazione con la virtuosa signora Perella, madre di un suo allievo, che lamenta di essere trascurata dal marito, un capitano di marina, borioso e restio ai propri doveri coniugali. Un ménge à trois che sembra proseguire senza problemi, finché la signora Perella resta incinta, creando sconcerto e preoccupazione negli interessati per ciò che sarebbe accaduto di lì a breve, una volta che la gravidanza fosse diventata palese. Al signor Paolino non rimane che spingere con uno stratagemma il marito ad accoppiarsi con la moglie per salvare la rispettabilità sua e dell’amante, ricorrendo all’ausilio di un potente e dolce afrodisiaco, e truccando la donna come una prostituta per poter meglio attrarre lo scontroso consorte. L’uomo Paolino, la virtù della signora Perella e il bestiale coniuge divengono quindi il paradigma di un meschino quanto grottesco inganno a salvaguardia di un onore che sembra dover esistere solo come stereotipo nelle pubbliche relazioni.
Monica Conti, che con questo lavoro prosegue dopo L’innesto, commedia scabrosa del 1917 poco conosciuta, la sua ricerca su Pirandello, confeziona una pièce dalla forte vis comica e, grazie all’allestimento consistente in un interno borghese d’inizio secolo scorso e un drappo nero come siparietto, unitamente al rumore di una pioggia torrenziale di sottofondo, riesce a creare gli effetti di un contrasto agrodolce, dove la risata si confronta con la sgradevolezza acre della situazione narrata. Un cast di tutto rispetto, che vede, oltre alla stessa regista nei panni della determinata cameriera di casa Perella, gli straordinari Roberto Trifirò nel ruolo del signor Paolino e Stefano Braschi in quello del capitano, contribuisce al successo di questo spettacolo dagli accenti fortemente grotteschi. Il testo pirandelliano, per toni e ritmi interpretativi, è qui proiettato nel linguaggio contemporaneo, facendoci riflettere sul fatto che ancora oggi, in fondo, l’immagine conta più di qualsiasi forma di sentimento.
Giudizio: ***
PRODUZIONE ELSINOR
L’uomo, la bestia e la virtù di Luigi Pirandello
Con Maria Ariis, Stefano Braschi, Monica Conti, Giuditta Mingucci, Antonio Giuseppe Peligra, Andrea Soffiantini, Alessandro Tedeschi, Roberto Trifirò
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Scene e costumi: Domenico Franchi
Disegno luci: Antonio Zappalà
Tecnica e suono: Rossano Siragusano
Costruzione scene: Sergio Cangini
Milano, Teatro Sala Fontana, via Boltraffio 21
Dal 15 gennaio al 2 febbraio 2014
www.elsinor.net
www.teatrosalafontana.it