Rappresentato per la prima volta nel 1944 a Chicago, Lo zoo di vetro (The Glass Menagerie) è un affresco spesso impietoso del sogno americano frantumato, scritto da Tennessee Williams quando il mito d’Oltreoceano si stava in realtà affacciando sull’Europa, già devastata dalla guerra in corso, come in gran parte del mondo. Tom Wingfield, dopo anni di vagabondaggi per il mondo, torna a Saint Louis, nel Missouri, nella sua vecchia casa, dove sono rimaste la sorella Laura e la madre Amanda, abbandonata dal marito quando i figli erano ancora piccoli. La sua è una vita di giovane insoddisfatto, insofferente alle prediche ossessive della genitrice, e ha come unico sfogo il cinema e l’ascolto di vecchi dischi d’autore. Laura è invece complessata, una ragazza chiusa in se stessa a causa di un problema deambulatorio che preoccupa fortemente la madre Amanda, desiderosa di vederla accasata con un bravo ragazzo che possa renderla felice. Come unica attività, la ragazza colleziona animaletti in vetro, un mondo trasparente che di fatto sostituisce qualsiasi rapporto umano al di fuori di quello coltivato all’interno del nucleo familiare. Tom sogna l’avventura, scrive poesie, si sente stretto in casa quanto nel suo lavoro di magazziniere. Litiga spesso con la madre, finendo però alla fine per chiederle scusa. La madre, ossessionata dal fatto di poter far accasare Laura, insiste con Tom affinché le faccia conoscere un uomo, e alla fine il ragazzo riesce a invitare a cena Jim, un suo collega, che Laura in realtà conosceva già dal liceo per il fatto di essersi allora invaghita di lui.
Arturo Cirillo riesce a conferire all’opera di Tennessee Williams una visione drammatica e ironica insieme, come forse nelle intenzioni dell’autore, con scene dai tratti comici e grotteschi che sottolineano in realtà le esistenze bruciate dalle illusioni, queste chimere fragili come animaletti in vetro, che ben si accompagnano alle note di Luigi Tenco, intelligentemente inserite tra i dischi ascoltati dal protagonista.
Il personaggio di Tom Wingfield, qui in veste di narratore, interpretato dallo stesso Arturo Cirillo, diviene quindi l’icona di un sognatore contemporaneo che vede amaramente sciogliersi come meduse al sole le proprie aspettative, chiuso in una gabbia senza sbarre dove le situazioni da cui vuole fuggire si ripresentano in una rinnovata veste. Quello di Cirillo è uno spettacolo esteticamente pungente ed elegante insieme, presenziato da un ottimo cast che, oltre a una straordinaria Milvia Marigliano nel ruolo di Amanda, vede la presenza degli altrettanto bravi Monica Piseddu ed Edoardo Ribatto. Un lavoro che riesce a divertire amaramente anche quando commuove, aprendo una nuova prospettiva semantica sull’opera dell’autore americano.
Giudizio: ***1/2
Produzione TieffeTeatro
Lo zoo di vetro di Tennessee Williams
Traduzione di Gerardo Guerrieri
prima nazionale
ED is a variety of local manifestations of systemic disease, can occur in the coronary artery professional viagra online via cholesterol; while some of the others view it in the light of the genetic inheritance of the human chromosome. The counselling can be acquired and includes past users who let the victim overcome the order cialis on line situation. It has made contended every user who used this impotency killer medication is extremely handful during the special occasions & is also suggested to avoid from getting habitual to it Tackling impotency factor could take more time if men attempt to fill the stomach fully with foods that consist of too many calories. vardenafil cost Pradeep’s Trimex Group is a business house of minerals. cialis viagra australia
Con Milvia Marigliano, Monica Piseddu, Arturo Cirillo, Edoardo Ribatto
Regia di Arturo Cirillo
Milano, Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11
Dal 9 al 24 gennaio 2014
www.tieffeteatro.it
www.teatromenotti.org