Romanzo scritto da Vitaliano Brancati nel 1949, Il Bell’Antonio, grazie all’adattamento di Antonia Brancati e Simona Celi, ha conosciuto, a sessant’anni dalla morte dell’autore, il suo esordio sul palcoscenico ed è ora in scena, fino al 26 gennaio, al Teatro Manzoni di Milano per la regia di Giancarlo Sepe. Il racconto, che ha già avuto nel 1960 la celebre versione cinematografica di Bolognini sceneggiata da Pier Paolo Pasolini, con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale nel ruolo dei protagonisti, è l’analisi impietosa del pregiudizio che contraddistingue la Sicilia del periodo fascista, una lettura amaramente ironica e grottesca su ciò che viene considerato veramente importante per la dignità dell’uomo. Antonio (Luchino Giordana) è un bel ragazzo, corteggiato da tutte le donne, e ha la fama di essere un viveur, o. meglio ancora, uno “sciupa femmine”. Torna a Catania dai genitori dopo un periodo passato a Roma, un rientro suggerito dallo zio (Giancarlo Zanetti) che si reca nella capitale appositamente per incontrare il nipote, e viene considerato da tutti un uomo influente, molto vicino a Mussolini, addirittura l’amante della moglie di Ciano. Su incitazione del padre (Andrea Giordana) sposa Barbara (Giorgia Visani), la figlia di un ricco notaio che riesce in effetti con la sua straordinaria bellezza a far innamorare il giovane. Antonio però, malgrado ciò che si crede di lui, non è in grado di amare carnalmente una donna e, dopo tre anni, il matrimonio viene invalidato dalla curia su denuncia della stessa Barbara, la quale può in questo modo sposare il ricco conte di Bronte secondo i voleri della famiglia. Antonio, da uomo stimato, diventa lo zimbello della città, senza più alcuna dignità, che nell’immaginario collettivo poteva e doveva essere riposta solo nella sua virtù amatoria, portando nello sconforto e nella “vergogna” tutta la famiglia, fino al tragicomico epilogo. Una storia narrata dal ricordo dello zio Ermnegildo, presenza letteraria che sembra voler emulare lo stesso Brancati, figura di antifascista che, attraverso le vicende del nipote, denuncia un modus vivendi dove non è certo l’intelligenza ad essere esaltata come valore.
Uno spettacolo intenso, raffinato, con un cast di bravi attori, tra i quali anche la stessa Simona Celi e una straordinaria Elena Calligari nel ruolo della madre di Antonio, e che, al di là dell’ambientazione, pone una significativa riflessione su alcuni parallelismi della società contemporanea e la sua crisi etica. Un adattamento che rappresenta quindi una bella pagina di teatro contemporaneo, e che dimostra ancora una volta l’importanza del palcoscenico per un’esplorazione propedeutica sul senso civico e morale, almeno si spera, del divenire.
Giudizio: ***1/2
Lux Teatro Produzione – organizzazione spettacoli
presenta:
Il Bell’Antonio da Vitaliano Brancati
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Con Andrea Giordana, Giancarlo Zanetti, Elena Calligari, Simona Celi, Michele De Marchi, Natale Russo, Alessandro Romano, Giorgia Visani, Luchino Giordana
Regia di Giancarlo Sepe
Scene: Carlo De Marino
Light designer: Franco Ferrari
Milano, Teatro Manzoni, via Alessandro Manzoni 42
Dal 9 al 26 gennaio 2014
www.teatromanzoni.it