E’ un Brecht davvero divertente quello proposto al Teatro Libero a Milano con “Le nozze dei piccolo borghesi”. La farsa prende di mira la piccola borghesia, cogliendola in uno dei momenti classici, il pranzo di nozze, durante il quale la gente sa dare il peggio di sé. Ieri come oggi: la bella regia di Corrado d’Elia ce lo indica fin dai primi istanti, quando gli attori restano più volte per qualche secondo immobili, come se la fotocamera con il flash li avesse immortalati per le foto di matrimonio, uno degli elementi ormai immancabili legati all’evento.
Nessuno esce assolto dagli strali di Brecht e gli attori in scena ben ne sanno incarnare i lati peggiori. Gli amici sono volgari, pettegoli, invidiosi; il padre della sposa (Gianni Quillico) parlando del passato – tradizione sì, ma vista solo negli aspetti più trascurabili – sa solo essere noioso con storielline di poco conto; la madre (Diana Ceni) è una perfetta svampita e il figlio continua a farla bere per tenerla a bada. Nemmeno gli sposi si salvano. Lui (Corrado d’Elia) si vanta di aver costruito personalmente tutti i mobili: magari non dalla grande estetica, ma solidi e resistenti. Che ben presto si rompono. La sposa Maria (Monica Faggiani) è accusata di aver tentato di nascondere la gravidanza. E mentre tutto intorno casca a pezzi gli sposi, lasciati soli, si dilaniano ferocemente. Finché la pace sembra fatta, ma è solo apparenza. La perfetta scansione dei tempi, con le sedie che si rompono al momento giusto, i bicchieri che si susseguono, i dolci che arrivano in tavola, tutto collabora a rendere lo spettacolo assolutamente divertente, oltre che fortemente graffiante. E ben è sostenuto da un cast in stato di grazia, perfetto nelle battute, ma anche quando dovrebbe solo gustarsi il pranzo di nozze. Non mancano alcuni momenti autoironici, come quando un commensale chiede all’altro se ha visto a teatro “Le nozze dei piccolo borghesi” e insieme la definiscono una sconcezza, ma vigorosa. O come quando un altro commensale, Gustav, viene definito «la volpe»: a interpretarlo è Gustavo La Volpe. Non manca nemmeno – secondo uno stile molto attuale – il tormentone: è il momento di disperazione dello sposo Giacomo, costruttore poco abile, ogni volta che un suo mobile casca a pezzi.
La messainscena di Corrado d’Elia corrisponde perfettamente allo spirito brechtiano, perché, accentuando la critica nei confronti di una società borghese in disfacimento, vacua e superficiale, sottolinea l’aspetto comico, evidenziando anche come quella critica sia ancora attuale. Scrivendo la commedia nel 1921, Brecht, allora 23enne, era stato infatti influenzato dal comico Karl Valentin.
Lo spettacolo, in scena anche l’ultimo dell’anno, rappresenta così un’ottima occasione per lasciarsi alle spalle il 2013 divertendosi davvero.
Giudizio *** ½
PRODUZIONE TEATRO LIBERO
Le nozze dei piccolo borghesi di Bertolt Brecht
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Regia di Corrado d’Elia
Assistente alla regia: Andrea Finizio
Scene: Fabrizio Palla
Luci: Alessandro Tinelli
Fonica: Giulio Fassina
Milano, Teatro Libero, via Savona 10
Dal 12 al 31 dicembre 2013
www.teatrolibero.it