Una festa di compleanno tra otto giovani gay della New York intellettuale, preparata a casa di Michael. E a sorpresa, la visita di Alan, un suo vecchio amico di studi dichiaratamente eterosessuale che aveva espresso per telefono l’esigenza di confidarsi con lui… In merito a che, non lo si saprà mai, visto il successivo diniego da parte dell’interessato. E tra colpi di scena e dissapori, culminati in un crudele gioco al massacro dove vengono frantumati i sentimenti personali di tutti, emergono le solitudini, i conflitti interiori e le contraddizioni legati alla sensibilità dei presenti.
Criticato per aver dato una visione eccessivamente drammatica sulla condizione intima degli omosessuali, il film in realtà precorre i tempi con una ripresa cara a uno sperimentalismo dai tratti spesso surreali. Il ritmo incalzante, dotato di un’accattivante quanto feroce ironia, s’inserisce nella cornice di elementi che Friedkin riprenderà in The Exorciste tre anni dopo, come la dinamica del party e la forte presenza dell’arte contemporanea, qui celebrata nell’incontro con la pop-art e una stampa di Man Ray.
Un cult del genere gay non scevro da riferimenti dialettici e culturali, in sintonia con i gusti e i toni ricercati delle avanguardie nordamericane in the seventies.
The Boys in the Band
Festa per il compleanno del caro amico Harold
USA, 1970, 119′
Da un racconto di Mart Crowley
Con Kenneth Nelson, Peter White, Leonard Frey, Cliff Gorman, Frederick Combs, Laurence Luckinbill, Keith Prentice, Robert La Tourneaux, Reuben Greene, Maud Adams
Regia di William Friedkin