Storia di un Papa nato e morto povero
IL SUO NOME ERA GIOVANNI
Dal 4 ottobre al Teatro Officina
l’omaggio a Papa Giovanni XXIII a 50 anni dalla morte
Nel cinquantesimo anniversario della morte del Beato Papa Giovanni XXIII (3 giugno 1963), il Teatro OFFICINA apre la nuova stagione teatrale il 4 ottobre 2013 con IL SUO NOME ERA GIOVANNI. Storia di un Papa nato e morto povero. In prima assoluta, con un testo composto da Roberto Carusi riunendo insieme scritti dello stesso Angelo Roncalli, per la regia di Antonio Grazioli, lo spettacolo rende omaggio al Papa modello di santità, come lo ha definito Papa Francesco, che esortò il mondo intero a cercare ciò che unisce e non ciò che divide.
Per questa prima nazionale è stata scelta una data dal forte valore simbolico: il 4 ottobre 2013, giornata di San Francesco, in cui il tema della povertà diventa ponte lanciato fra Giovanni XXIII e Papa Francesco.
Vocabor Joannes: mi chiamerò Giovanni, annuncia Angelo Roncalli eletto a sorpresa Papa nel 1958. Giovanni: come suo padre contadino, come il Santo Patrono di Sotto il Monte, il paese natio fatto di umili case mai rinnegato, come il Battista, come l’Apostolo.
Quattro attori, due uomini e due donne, interpretano simultaneamente Giovanni e ne raccontano la vita: la nascita da povera famiglia contadina, la chiamata, la Guerra, l’esperienza ecumenica durata ben 27 anni (in Bulgaria prima e a Istanbul poi). Un pontificato breve che cambierà per sempre la storia: il Concilio, le due encicliche, e la morte.
Giovanni è vento improvviso del deserto che soffia e dà nuovo inizio al mondo. Niente sarà più come prima: per la prima volta nel discorso d’inaugurazione il Papa non si rivolgerà ai diplomatici e ai capi di Stato, ma alle coscienze; per la prima volta verrà nominato un Vescovo africano; per la prima volta il Papa vuole collaboratori e non esecutori; per la prima volta va negli ospedali per bambini; dopo 80 anni entra in un carcere – Regina Cieli – dove, per la prima volta, risuonano le parole di un Papa pronunciate con la semplicità di uomo che parla al cuore di altri uomini: “Ecco: sono venuto, mi avete veduto. Ho messo i miei occhi nei vostri occhi, il mio cuore vicino al vostro cuore”.
Questo spettacolo rappresenta per il Teatro Officina una responsabilità intellettuale, un rinnovato impegno civile e morale reso da questo piccolo e storico Teatro che ha cercato di fare della testimonianza verso gli ultimi la sua cifra poetica: Giovanni con la sua parola di pace, con la sua testimonianza di apertura verso le altre religioni, è compagno di viaggio per aprire riflessione, ascolto, interrogazione, per promuovere un silenzioso cambiamento nelle menti e nei cuori della cristianità, per portare parole di speranza in territori materiali abbandonati come pure in quelli immateriali dell’animo umano. Massimo de Vita, dir. artistico Teatro Officina
Roberto Carusi (Firenze, 1939) ha insegnato lettere nella scuola media e cultura teatrale in scuole professionali di teatro. Già attore nel Teatro Tascabile di Bergamo, è tuttora interprete di letture drammatiche e doppiatore di marionette per la Compagnia Carlo Colla e Figli. E’ autore di riduzioni drammaturgiche, di copioni per il cabaret (a suo tempo interpretati da Brivio, Micheli, Messeri) e di montaggi di testi letterari. Come regista ha diretto, tra l’altro, la messinscena di testi di David Maria Turoldo. Ha pubblicato una monografia su Ibsen (Mondadori) e recensisce spettacoli sul quindicinale Rocca di Assisi. Conduce da anni laboratori teatrali nella scuola dell’obbligo, nel carcere minorile, nei centri ricreativi per anziani.
Antonio Grazioli, (Milano, 1964) attore, regista teatrale e televisivo. Si diploma nel 1992 alla scuola di teatro del Teatro Officina diretta da Massimo de Vita. È allievo e collabora con Kuniaki Ida, Marco Paolini, Gabriele Vacis, Leo De Bernardinis, Danio Manfredini, Massimo De Vita, Eugenio Barba, Giorgio Strehler. Firma diverse regie cimentandosi con autori sia classici che contemporanei tra cui Goldoni, Moliere, Pirandello, Brecht, Simon, Cechov, De Filippo, Shakespeare. Come attore, nel 2012 con il Berretto a sonagli di Luigi Pirandello, vince il premio “Miglior spettacolo” e “Miglior attore protagonista” al 22° Festival Teatro S.D. di Milano. Realizza come regista numerosi spot pubblicitari, documentari e mediometraggi tra i quali Memorie di terra contadina del 1997 e un film sul grande affabulatore Antonio Bozzetti, progetti entrambi curati dal Teatro Officina di Milano.
Teatro Officina
Dal 4 all’8 ottobre 2013
Stagione 2013-2014
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prima assoluta
IL SUO NOME ERA GIOVANNI.
Storia di un papa nato e morto povero
Testo Roberto Carusi
Regia di Antonio Grazioli
Con Massimo de Vita, Daniela Airoldi Bianchi, Stefano Grignani, Annalisa Iodice
Scenografie di Carla Cipolla, Gianluca Martinelli e Alice Benazzi.
Luci di Beppe Sordi
Produzione Teatro Officina
INFO:
Teatro Officina – Via S. Erlembardo, 2 – 20126 Milano
MM1 Staz. Gorla | Bus: linea 44 e 86
Informazioni e prenotazioni:
LUN-VEN: 14.00-19.00
tel: 02.2553200 | fax: 02.27000858 | cel: 3491622028 |
e-mail: info@teatroofficina.it | sito web: www.teatroofficina.it
Orari spettacoli: Feriali ore 21.00 – Festivi ore 16.00
Ingresso con tessera associativa annuale: Socio ordinario €10 – Socio sostenitore €40
Prenotazione obbligatoria sul sito www.teatroofficina.it