Che cos’è un “caprio espiatorio”? E’ l’elemento sacrificale in una situazione di crisi contro cui possono conciliarsi tutti gli sforzi bellicosi al fine di creare un calmiere, o meglio ancora, un “effetto placebo”, nella soluzione illusoria di problemi di natura economica e sociale.
Scritto da Bertolt Brecht tra il 1931 e il 1934, durante il suo allontanamento forzato dalla Germania, il testo sembra voler preludere non solo alle conseguenze drammatiche dovute all’ascesa del nazismo in Germania in tema di discriminazioni razziali, ma anche una lucida analisi dei reali meccanismi in cui si giocano i conflitti politici e le possibili apartheidnell’accezione generale e in ogni tempo. Se da un lato l’odio nei confronti delle “teste a punta” denota la volontà del governo di un Fantapaese di superare la propria crisi, il capitale risulta poi essere l’unico vero elemento conciliatore delle controversie pubbliche, in cui Stato, clero, esercito e magistratura trovano la loro naturale convergenza a discapito delle fasce economicamente più deboli, le vere vittime sociali.
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Giudizio: ***
COMTEATRO/TEATRO ARSENALE
Teste tonde e teste a punta, ovvero ricco e ricco van d’accordo di Bertolt Brecht
Regia di Claudio Orlandini
Milano, Teatro Arsenale, via Cesare Correnti 11
Dal 13 al 30 maggio 2010