In effetti un prefetto di Roma come Ponzio Pilato non poteva credere alla scomparsa del “mago” Jeshua dal proprio sepolcro a seguito di una sua fantomatica resurrezione. Necessariamente, i suoi discepoli dovevano essersi beffati dell’autorità romana trafugando il cadavere, le apparizioni del “mago” di fronte ai testimoni Salomè, qualche marginale discepolo e Maria di Magdala essere dovute all’interpretazione di un impostore, e in alternativa… significava che non era morto in croce! Ma chi era il grande stratega che muoveva le fila dell’impresa temeraria? Forse Erode Antipa, nel tentativo di ricostruire l’unità del regno del padre su ispirazione di una nuova religione, o Giuseppe di Arimatea? Di una cosa Pilato era certo: Jeshua non poteva essere il Messia, tutto doveva far capo a un complotto, Gerusalemme era un nido di serpi che intendeva spodestare Roma e tutta la Galilea doveva essere setacciata a fondo per ritrovare in prima istanza il suo cadavere e poi lo stesso “mago” redivivo. Tuttavia, dopo avere ispezionato a fondo ogni anfratto dell’antica metropoli orientale e di tutto il territorio di cui aveva la giurisdizione, le sue convinzioni, a dispetto peraltro di perizie mediche, verifiche in loco, testimonianze, rapporti degli stessi legionari, s’infrangono solo quando la moglie Claudia Procula gli confessa prima di aver visto apparire Jeshua, poi di essere stata presente alla sua morte e sepoltura.
E il mistero cova il dubbio, l’indagine si sposta nella coscienza dello stesso Ponzio fino all’esercizio di un tormento che lo accompagnerà per il resto della sua vita. Un vero thriller prima poliziesco e poi psicologico, che riguarda il quinto prefetto romano della Galilea (divenuto San Ponzio per i copto-ortodossi d’Etiopia), ma anche Érich-Emmannuel Schmitt: nato da famiglia parigina atea e cresciuto da ateo, visse un’esperienza divinatoria dopo essersi perduto nel Sahara. E, da allora, continuò una ricerca interiore che attraversò le letture delle Sacre Scritture, un buddhista tibetano come Milarepa, un mistico del XVII secolo come San Giovanni della Croce e un sufi dello spessore di Mevlana Jalaluddin Rumi; credendo e rinnegando Cristo, definendo questa ossessione “il suo cristianesimo”, confrontandosi con i conflitti teoretici di Pilato al punto da crearne un testo drammaturgico.
Christian Poggioni porta per la seconda volta in scena questo lavoro in Italia (la prima fu nel corso della stagione 2008/2009 per la regia di Glauco Mauri) nell’atipica Sala Bontadini dell’Università Cattolica di Milano, posta tre piani sotto il suolo tra i ruderi della Mediolanum ambrosiana, coadiuvato da una scenografia essenziale quasi postmoderna e accompagnato da musica dal vivo. After taking these pills,you will notice that your ability to viagra sale without prescription continue in the state of stimulation and continued erection gets hampered severely. These are likely the drugs that the doctor may prescribe buy cialis australia treatment to you, if considered suitable. These jellies and pills are can be ingested orally an hour viagra cost india prior to sexual activity. A many individuals in the world treat their problem with these products is that they presuppose that the on line levitra women-consumers really want to have sex. Un “palcoscenico” difficile anche se suggestivo, dove tuttavia Poggioni, in una sorta di monologo interrotto dalla presenza dell’attendente Sesto interpretato da Simone Mauri, trascina il pubblico negli alambicchi dei tormenti di Pilato in chiave epistolare nella trascrizione di una lettera al fratello. Lo spettacolo, della durata di un’ora e mezza, cresce nella seconda parte man mano che il mistero sul Redentore s’infittisce, non lascia tregua e non offre spazio ad alcun tipo di diniego. Una pièce intensa, ben studiata, che affascina e attrae suscitando una profonda emozione nel finale, e riesce a far maturare la convinzione che senza il dubbio non può scaturire l’identità di alcuna fede.
Giudizio: ***
LABORATORIO DI DRAMMATURGIA ANTICA
Università Cattolica del Sacro Cuore
Compagnia LA CONGIURA DEI POETI
Il Vangelo secondo Pilato di Érich-Emmannuel Schmitt
Con Christian Poggioni e Simone Mauri
Regia di Christian Poggioni
Scenografia e costumi: Ambra Rinaldo
Musiche originali di Amleto Pace e Antonio Gorgoglione
Gioielli: Emilia Fusi
Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo A. Gemelli 1
Martedì 1° marzo 2011 ore 19
INFO: congiura.poeti@gmail.com