Maria Paiato è Anna Cappelli nell’ultimo lavoro di Annibale Ruccello, drammaturgo talentuoso scomparso prematuramente in un incidente d’auto a metà degli anni ‘80. Il testo mette in scena la storia di Anna Cappelli, dattilografa apparentemente insignificante, vestita di giallo dall’aria perbene, che da Orvieto si trasferisce a Latina per svolgere un lavoro che non le piace in un posto polveroso che detesta, costretta per motivi economici a coabitare con la signora Tavarini, odiosa proprietaria che cucina pesce bollito per i suoi gatti maleodoranti e mette il lucchetto al telefono. La vita della livorosa signorina Cappelli scorre squallida fino a che non incontra il Ragioniere Tonino Scarpa, la sua via d’uscita da quella miseria. L’uomo, proprietario di un appartamento con ben 12 stanze con cui va a convivere, ad un tratto l’abbandona scatenando una feroce vendetta dall’epilogo tragico. La messa in scena sa di reclame anni ‘60, già a partire dall’iscrizione dai caratteri fortemente connotati che campeggiano sul palco e da altri accennati particolari che con niente restituiscono allo spettatore il sapore dell’Italia tipica di quegli anni. L’opera interpretata dalla sapiente regia di Pierpaolo Sepe è noir e già dall’incipit si percepisce una tensione palpabile, aiutata dalla splendida recitazione della Paiato e da atmosfere scandite da azzeccate colonne sonore. The bladder is composed http://djpaulkom.tv/event-420-party-with-the-king-of-memphis/ cialis professional india of hollow container made of smooth muscle. Discussion on levitra 10mg djpaulkom.tv would start with erectile dysfunction. They adjust the spine and joints using hands. cialis online purchase Tongkat http://djpaulkom.tv/dj-paul-i-cant-take-it-video/ pfizer viagra sales ali is found mostly in Indonesia, Thailand, Malaysia, Laos, and Vietnam. Due registri espressivi fortemente contrastati si intersecano in questi sette monologhi pieni di sfumature in cui l’attrice, fingendo di parlare di volta in volta con un interlocutore diverso, passa da toni affettati leziosi ad intonazioni cupe e crudeli. Anna Cappelli, ha un’ anima profondamente scura, bramosa di fagocitare tutto ciò che può e di cui si sente a credito; è’ l’emblema di un certo tipo di Italia piccolo borghese, di un modo di pensare in grado di radicarsi bene in una determinata mentalità mediocre e gretta per cui l’essere soccombe pur d’avere, d’apparire (“io sono molto attaccata alle mie cose, ci tengo che non me le tocchino, che non me le prendano, che non me le rubino”dice ad un tratto la Cappelli). E’ vorace e mostruosa Anna, e lo sarà sempre di più in un climax che la porterà al gesto eccessivo dell’antropofagia. Ma questo folle ed estremo rito cannibalesco, atto spropositatamente enorme compiuto da una donna “piccina” che ha rinunciato a diventare sposa e madre, sacrificando tutto, i suoi anni migliori, la sua voglia di libertà adattandosi a vivere con una domestica impicciona, forse non può che placarsi solo così, con un martirio che è paradossalmente anche ricongiungimento e, ancora una volta atto di possesso assoluto. Splendido e feroce.
Giudizio ***
Fondazione Salerno Contemporanea
Teatro stabile di innovazione
Anna Cappelli, uno studio di Annibale Ruccello
Con Maria Paiato
Regia di Pierpaolo Sepe.
Bologna, Arena del Sole, via dell’Indipendenza 44.
Dal 19 al 21 aprile 2013