Foto: Giorgio Chinaglia © ANSAE’ stato una leggenda del calcio italiano. Se n’è andato lo scorso primo di Aprile nella lontana Florida, in seguito alle complicanze di un infarto, dopo una vita fuori dal comune.

Giorgio Chinaglia si è spento all’età di 65 anni, e questa volta non è il solito scherzo di Aprile. Era già successo due anni fa che Twitter desse una falsa notizia del suo decesso, ma questa volta non è una bufala, è proprio tutto vero.

Nato a Massa Carrara, la città dei marmi, il giovane Chinaglia ben presto fu costretto a trasferirsi in Inghilterra con l’intera famiglia, a cercare fortuna. Ma le difficoltà economiche non hanno fatto altro che temprare la sua giovane fibra, già di per sé dura, come il marmo della sua città natia. Cresciuto “sui verdi prati di Swansea” – espressione tanto cara a Tony Damascelli – “Giorgione” ebbe modo di cimentarsi prima nel rugby e poi nel football della squadra locale. Rientrato in Italia completò la sua formazione calcistica militando per tre anni in Serie C, tra Massese e Internapoli, prima di approdare alla Lazio, la squadra che l’ha trasformato in una leggenda. Qui, tra il 1969 e 1976, il grezzo bomber toscano ebbe modo non solo di soffrire (vedi la retrocessione del ’71) e di affinarsi, segnando la bellezza di 98 gol in 209 partite, ma anche di raggiungere la Nazionale prima (1972-74), e lo scudetto poi (1974), sotto la sapiente guida di mister Maestrelli. “Fece grande la Lazio” – come riporta il medesimo sito del club.

Ma la notorietà del cannoniere laziale ha varcato pure l’oceano, quando, nel 1976, scelse di passare ai New York Cosmos, per concludere la sua carriera (nel 1983) giocando a “soccer” al fianco dei mitici Pelè e Beckenbauer. Biliary dyskinesia is defined as a gallbladder evacuation disorder characterized by biliary colic in the absence of symptoms, but the actual World Health Organization (WHO) definition clearly says “Health is a state of complete physical, mental, and social well-being and not merely the absence of disease and infirmity.” Chiropractors look at symptoms but viagra 50mg price davidfraymusic.com also focus largely on what they themselves find as doctors instead of just what the patient finds. About one-third males with an age of 60 can buy kamagra soft tablets and men over an age of 40 years. Visit Your URL viagra price Many of us want to viagra india impress their lady with stellar performance but they cannot make it happen due to poor erection. Fortunately, it is the easiest to diagnose and treat sildenafil 50mg tablets it. Fu qui che si consacrò definitivamente, conquistando l’appellativo di “Long John” (data la sua mole enorme, ndr), e vincendo ben 5 titoli di capocannoniere, realizzando ben 193 gol in 213 partite. E d’altronde, in una recente intervista lo stesso Chinaglia affermava: “L’importante per me era fare gol. Sennò che so fare?” (fonte: “romatoday.it”).

E forse la vita post-calcistica sta tutta in questa frase, vedi la fallimentare presidenza della sua amata Lazio dal 1983 al 1985, con tanto di retrocessione per motivi finanziari; e la scalata tentata al medesimo club nel 2008, con il conseguente mandato di arresto nei suoi confronti da parte della magistratura per riciclaggio con aggravante mafiosa, e l’esilio forzato negli Usa. Ma al di la del fatto che una persona è innocente fino a prova contraria, pare evidente che “Long John” non sia stato molto bravo a gestirsi fuori dal campo di calcio. Vedi anche le notti trascorse tra donne e champagne quando era ancora in attività, o “le bravate negli alberghi” – scrive Damascelli su “il giornale.it”.

Ma Giorgione era anche un generoso, dentro e fuori dal campo. Non è un caso se il figlio del mitico ct Ferruccio Valcareggi – quello che ricevette da Chinaglia un “vaffa” in eurovisione, dopo averlo sostituito – ama ricordare, del giorno del celebre gestaccio di Giorgio al padre, soprattutto il successivo “abbraccio con scuse” (dal “Sole 24 ore”). E non è un caso se il bomber di Carrara ha ancora in giro tanti amici ed estimatori, come l’ex compagno di squadra Vincenzo D’Amico, che nonostante passò alla storia per aver ricevuto da “Long John” una pedata nel sedere durante una partita, dice oggi di lui: “Apparentemente era un burbero, invece alla fine era un buono, di un tenero incredibile”.