Quella che si è disputata a Londra (27 Luglio- 12 Agosto 2012) verrà ricordata come l’Olimpiade di successo a dispetto della crisi. Per l’Italia il bottino è stato addirittura superiore rispetto a Pechino di una medaglia, 28 premiazioni in tutto (8 ori, 9 argenti, 11 bronzi). Si ricorderanno a lungo le straordinarie performance di Phelps e Bolt (il primo recordman assoluto di tutti i tempi ai Giochi, con 22 medaglie totali), e la straordinaria alchimia tra musica, sport e cultura, suggellata dalla bellissima cerimonia di chiusura dei Giochi. Ed in casa nostra si ricorderanno ancora di più le straordinarie prestazioni di tiratori e schermitori, con lo stratosferico “triplete” nella gara individuale delle fiorettiste Di Francisca, Errigo e Vezzali, vincitrici dell’oro anche nella competizione a squadre, così come i loro colleghi maschi; e i risultati dei magnifici tiratori d’arma, con la doppia medaglia di Campriani nella carabina (1 argento e 1 oro), l’argento nella pistola di Tesconi, e la formidabile performance dell’iridata Jessica Rossi nel piattello con 99 centri su 100; ed ancora l’emozionante oro della squadra di tiro con l’arco nella finale contro la compagine statunitense.
Ma si ricorderanno, tra gli altri, anche la straordinaria determinazione di Daniele Molmenti, vincitore dell’oro nel K1 slalom, così come la grande bravura di Carlo Molfetta nel taekwondo, capace di battere sfidanti più alti e pesanti di lui, fino al gradino più alto del podio; o “l’eroico” bronzo nella mountain bike di Marco Fontana, arrivato al traguardo pur avendo perduto il sellino della bici; e le ottime prestazioni delle squadra maschile di pallanuoto (d’argento), della squadra maschile di pallavolo (di bronzo), nonché della sempre affascinante compagine femminile di ginnastica ritmica (anch’essa di bronzo).
Tutto positivo, dunque? Non proprio. Ci si ricorderà pure dell’incredibile flop delle spedizioni di nuoto indoor e tuffi, che hanno totalizzato zero medaglie e un pieno di polemiche, soprattutto il nuoto. A cominciare dalle “dichiarazioni inopportune” – per usare le parole del capodelegazione Bonifazi (fonte: “Agi”) – del nuotatore Filippo Magnini, che aveva duramente criticato compagni e preparazione all’indomani delle meste sconfitte in batteria. One medicine at one time should generic viagra be given to the foreplay. We also make your discretion our top priority.Once you order, you will receive a package that is fully discreet and no one will ever know what’s viagra in india price inside it until cut open or unboxed. Ginger is another herbal online viagra soft cure suggested to improve the functions of male reproductive organs and reduces the risk of injury and promote physical mobility across the spinal and limb joints and muscles. Ideal process, as well as all in this life, should not last more than 15 or less than 5 minutes (love games in levitra samples http://secretworldchronicle.com/2014/03/ep-12-descent-part-4/ this framework are not included). “Qualcuno l’ha fatta fuori dal vaso” – ha rincarato la dose il presidente della federnuoto Barelli (fonte: “repubblica.it”) – Ma probabilmente bisognerà rivedere un po’ tutto, visti anche i flop dei vari Dotto, Scozzoli, e soprattutto di Federica Pellegrini.
Un po’ lo stesso problema che si ritrova nel canottaggio, dove gli unici andati a medaglia sono Battisti-Sartori, con il loro “due di coppia” color argento. Ma stando a Sartori, gli atleti si sarebbero “preparati da soli”, perché “esclusi dalla Nazionale” (fonte: “lastampa.it”). Certo, si rimane basiti.
Ma rimarranno impresse nei nostri ricordi anche le lacrime di Vanessa Ferrari e Tania Cagnotto, entrambe quarte nelle prove individuali rispettivamente di ginnastica artistica e tuffi (la seconda anche nella prova a squadre con la Dallapè), complici le valutazioni a dir poco discutibili dei giudici. Come peraltro nel pugilato, dove al buonissimo argento di Clemente Russo nei pesi massimi ha fatto seguito l’amarissima medaglia dello stesso colore di Roberto Cammarelle nei supermassimi, sfavorito quest’ultimo nel match contro il boxeur di casa Joshua. “Però mi sento l’oro addosso” (fonte: “il messaggero.it”) – ha raccontato un orgoglioso e mai domo Cammarelle.
Lo stesso spirito che alla fin fine ha costellato trasversalmente un po’ tutta la spedizione azzurra di Londra, il cui emblema, a nostro avviso, potrebbe essere l’intramontabile canoista Josefa Idem, che alla veneranda età di 48 anni ha ottenuto in questi Giochi la sua ottava partecipazione, giungendo oltremodo in finale.