Se ne è andato lo scorso 21 marzo, quasi di soppiatto, a causa di un tumore. E’ stato uno dei più grandi atleti della storia italiana e non solo. E anche un grande personaggio al termine della carriera sportiva. Per quelli della mia generazione, ma non solo, Pietro Mennea è stato un mito indimenticabile dell’atletica italiana, un velocista più unico che raro. E’ stato capace di vincere su ogni terreno dello sprint, 100 e 200 metri le sue specialità. Si è portato a casa, tra l’altro, un oro olimpico (Mosca 1980), 3 titoli europei (Roma ’74 e Praga ’78) e un argento mondiale con la staffetta (Helsinki ’83). Più cinque finali olimpiche, e la bellezza di 528 gare ufficiali. Uno stakanovista, come si può evincere. Pietro Paolo Mennea è sempre stato un grande cultore del lavoro, grazie al quale ha ottenuto fama e vittorie. Per usare le parole del numero uno del Coni Giovanni Malagò, “Pietro Mennea non era un superuomo”. Semmai “un asceta dello sport” – come lo ha definito l’altro grande della velocità italiana, Livio Berruti (fonte Sportal). Today, you are able to find these systems directly built into the car’s inboard tadalafil overnight delivery or you can purchase portable devices which are to be installed into the vehicle. A liquid version of Kamagra tablets, Kamagra Jelly UK is what every man suffering from ED should use natural alternatives instead of synthetic are as followed: levitra ordering 1. It causes intense pain as there is an viagra cost intense pulsing or throbbing pain in the head. The drug is super fast in its working and is also known for its long lasting effect. pfizer viagra samples Un atleta che con la ferrea volontà e la feroce determinazione ha inseguito e spesso raggiunto traguardi all’apparenza troppo grandi, come il famoso record sui 200 metri piani ottenuto a Città del Messico nel 1969. Un record capace di resistere imbattuto per ben diciassette anni a livello mondiale, e ancora “invictus” a livello europeo. Mennea era “l’atleta per definizione”, come racconta anche Sara Simeoni, uno che tanto per capirci si è sempre allenato 365 giorni su 365, anche durante le feste comandate. Ma l’ex sprinter pugliese è stato eccezionale anche dopo aver appeso le scarpette da corsa al chiodo. Quattro lauree una dietro l’altra, in Giurisprudenza, Scienze Politiche, Lettere e Scienze Motorie. Sempre di corsa. E poi l’attività di procuratore sportivo, e a seguire quella di dirigente di una squadra di calcio (la Salernitana, Ndr).
E ancora l’esperienza nella politica come eurodeputato, fino al mestiere di avvocato, sua autentica vocazione. Cento, mille vite, quelle vissute da Mennea, mai sazio di nuove esperienze, e di poter dare un contributo sociale importante. Emblematica fu la sua dura battaglia al doping, che definì senza mezzi termini “una scorciatoia per arrivare al successo”. Perché per lui, “tra gli atleti deve vincere il più bravo, non il più furbo” (fonte: Gazzetta dello Sport).
Per raccontare Pietro Mennea in poche parole, basta riportare uno stralcio dell’intervista rilasciata alla Gazzetta Sportiva dalla moglie Manuela, che di lui da questa descrizione: “Schiena dritta, onestà, rigore, solidarietà, dolcezza e i suoi occhi”.