Per Callimaco Lucrezia è diventata di certo un’ossessione, il corpo desiderato, la mèta ambita. Al punto che qualsiasi ragionamento pur lodevole o auto convincimento a desistere dal tentativo di avvicinarla e sedurla risulta inutile: la donna è sposata al ricco quanto sciocco messer Nicia, un dottore in legge, e sembra incorruttibile a qualsiasi tentazione. Tuttavia, dopo essere rientrato a Firenze da Parigi per seguire la sua preda, Callimaco ordisce un piano diabolico con l’aiuto dell’astuto amico Ligurio. Riesce a convincere messer Nicia che l’unico modo per avere figli è somministrare una pozione di mandragola, dalle forti proprietà afrodisiache, alla sposa. Unico problema, il primo che avrà rapporti con lei dopo l’assunzione della radice fatale è destinato a morire, ma aprirà le porte della fecondità al marito che potrà tranquillamente giacere subito dopo al suo fianco. A soccombere dovrà essere uno sconosciuto, un semplice garzone, da rapire durante la notte per infilarlo nel letto di Lucrezia. La giovane donna, che mai in cuor suo si presterebbe a una simile operazione, viene convinta dalla madre Sostrata, molto più pratica della figlia, e da Fra’ Timoteo, un frate debole alla tentazione delle offerte. The condition is also closely linked to penile erection issues. buy canadian viagra Some of the best examples of such foods include oysters, red meat, dairy and viagra without prescription davidfraymusic.com poultry products etc., 3. Why do you think that so many other products cause. buy generic sildenafil With the recent developments in medical science, levitra pills online impotency is no longer a serious matter of concern and deserves your utmost attention. Naturalmente, non vi sarà alcun garzone a passare la notte con Lucrezia, ma lo stesso Callimaco travestito. Oltre a Ligurio, verrà aiutato dal servo Siro, da Fra’ Timoteo e, per assurdo, dallo stesso Nicia all’oscuro di tutto.
Claudio Beccari riesce a condensare in un’ora e mezza di spettacolo i cinque atti (oltre al prologo) della commedia originaria di Machiavelli, mantenendo costumi e linguaggio d’epoca. Lo sfondo scenografico, in cui vengono riprodotti Venere e Cupido del Bronzino, La battaglia di San Romano di Paolo Uccello e Lo sposalizio della Vergine di Raffaello, conferiscono un tocco ironico all’interpretazione, portando a giusta sottolineatura le intenzioni dello stesso autore. Al di là infatti del richiamo boccaccesco, l’opera è un capolavoro di denuncia e satira di costume dei vizi e corruzioni di un Cinquecento troppo spesso descritto, per un’indiscussa produzione creativa e un integerrimo senso di giustizia e civiltà nell’evoluzione sociale che segue il “buio” medioevo, come aulico e solare. L’analisi è impietosa, ma la fortuna della sua messa in scena dopo cinque secoli è data dalla straordinaria parentela con l’attualità. La pièce è nutrita da troppi aspetti di falsità e ipocrisia che la cronaca ci regala quotidianamente, facendo de La mandragola quasi un pamphlet sempreverde sulla perversione umana.
Un lavoro ben interpretato, dal giusto ritmo, grazie soprattutto all’eccellente cast, che chiude in bellezza la stagione di Tieffe regalandoci le suggestioni di un classico intramontabile che non può non far riflettere sul presente.
Giudizio: ***
Produzione TieffeTeatro
La mandragola di Niccolò Machiavelli
Con Marco Balbi, Francesca Debri, Alberto Faregna, Alberto Giusta, Cinzia Massironi, Claudio Moneta , Gianni Quillico
Regia di Claudio Beccari
Scene: Guido Buganza
Milano, Tieffe Teatro Menotti, via Ciro Menotti 10
Dal 14 giugno al 3 luglio 2011