Foto: da sx. Alvia Reale, Silvia Giulia Mendola, Eva Robin’s, Elisabetta Pozzi © Carlo CiraudoAppare un ragazzo, Esteban, con un taccuino in mano su cui scrive appunti per uno spettacolo teatrale ispirato alla madre Manuela. Ne parla mostrando una vecchia foto in cui la donna è raggiante, su una spiaggia, in compagnia di un’amica e una terza persona di cui è stata strappata l’immagine. Esteban è morto, travolto sotto una pioggia torrenziale da un’auto, mentre cercava d’inseguire all’uscita del teatro per un autografo Huma, l’attrice interprete di Blanche Dubois ne Un tram che si chiama desiderio. Muore nel giorno del suo diciassettesimo compleanno davanti agli occhi della madre, senza avere mai saputo chi fosse suo padre. Questi è una transessuale che si fa chiamare Lola, motivo che ha comportato da parte di Manuela il nascondimento della sua identità al ragazzo. Quando la donna, in rispetto della volontà del figlio che desiderava conoscere il padre, decide di partire per Barcellona alla ricerca del suo ex compagno, Esteban è sempre vicino a lei ad accompagnarla, proteggerla, guidarla.

Manuela ritrova Agrado, l’amica della foto, anche lei transessuale, che si prostituisce per guadagnarsi da vivere; grazie a lei conosce Rosa, una suora destinata ad andare in missione a San Salvador che scopre di essere sieropositiva e incinta dopo un rapporto avuto proprio con Lola dalla quale è stata a sua volta abbandonata; diventa assistente di Huma in tournée, che vive a sua volta una storia travagliata con la giovane Nina, tossicodipendente e interprete di Stella nel capolavoro di Tennessee Williams; riesce infine a farsi sostituire nel suo lavoro da Agrado, ottenendo così di togliere l’amica dalla strada e rimanere nel contempo accanto a Rosa durante la sua delicata gravidanza.

Tratta dalla sceneggiatura di Pedro Almodóvar, la riscrittura di Samuel Adamson riesce a conferire al soggetto del film una pienezza espressiva tutta teatrale. This is another thing that a man has to face this problem like it can be due to age, food habits, busy life styles, too much of work pressure, stress, depression, smoking, alcohol and there are many more reasons for this problem which are not listed above. midwayfire.com order cialis Also it on line viagra is the general mechanism behind the aging process, boost stamina, stimulate immune system, and improve sports performance. While other impotence treatment products target just one thing, Gold Max range of herbal supplements is also regarded a Natural Aphrodisiac and a Healthful Alternative to cialis rx. Chakras are vertically arranged energy cialis line points in human beings. La versione italiana di Leo Muscato si avvale di ottimi attori che riescono a sottolineare la psicologia dei personaggi nell’esaltazione del conflitto drammaturgico. Elisabetta Pozzi è la madre Manuela che con la tragedia cerca la forza per ricostruire una propria ragione affettiva, Eva Robin’s è decisamente una Agrado determinante per le sue iniezioni di trasgressiva vitalità. Se la Huma di Alvia Reale porta poi la rappresentazione teatrale a metafora di quel palcoscenico della vita che le stesse opere di Tennessee Williams e Federico Garcìa Lorca, richiamate nel testo, con la loro poetica suggeriscono, è grazie alla Rosa di Silvia Giulia Mendola che si cuce nell’anima di Manuela la consapevolezza di un futuro ancora da vivere.

Tutti i personaggi giocano un ruolo vivido e appassionato, le donne protagoniste sanno amare e perdonare con la stessa naturalezza con cui vivono i propri drammi quotidiani. La presenza in scena di Esteban, omonimo peraltro di Lola e del figlio di Rosa, conferisce importanza anche a un ruolo maschile mancato o ricercato che Alberto Onofrietti sa ben interpretare. Il figlio morto è narratore e coreuta in un gioco dove l’immanenza dell’essere viene vissuta nell’alveolo di una duttilità transgenerazionale. La sessualità è in questo spettacolo il parametro teoretico di un esistenza bifronte, dallo sguardo rivolto contemporaneamente al passato come al divenire: gli stessi eccessi sono il frutto di un’azione che non conosce vizio o perversione, ma solo l’impulso della spontaneità.

Lo spettacolo di Muscato è insieme graffiante e carezzevole, al divertimento si alternano momenti d’intensa drammaticità e commozione. Il risultato è un inno alla vita, con morte e palingenesi di un’affettività che costituisce il sale dell’esistenza.

Giudizio: ***1/2

Produzione Fondazione Teatro Due – Teatro Stabile del Veneto

Tutto su mia madre

Testo teatrale di Samuel Adamson prodotto per la prima volta al The Old Vic Theatre di Londra da Daniel Sparrow, Neal Street Productions, The Old Vic Theatre Company, Dede Harris & DRB Productions

Basato sul film di Pedro Almodóvar

Traduzione Giovanni Lombardo Radice

Con Elisabetta Pozzi, Alvia Reale, Eva Robin’s, Paola Di Meglio, Alberto Fasoli

Silvia Giulia Mendola, Giovanna Mangiù, Alberto Onofrietti

Regia di Leo Muscato

Scene: Antonio Panzuto

Costumi: Gianluca Falaschi

Luci: Alessandro Verazzi

Suono: Daniele D’Angelo

Milano, Teatro Elfo Puccini, Sala Shakespeare, C.so Buenos Aires 33

Dal 21 febbraio al 4 marzo 2012

www.elfo.org