A vent’anni dalla morte di Padre Turoldo le sue parole sono più moderne che mai. Sono le parole di un profeta, di un uomo che ha dedicato la vita all’attualizzazione del messaggio di Cristo senza orpelli interpretativi e per questo risultate spesso scomode e considerate troppo liberali. Lo spettacolo andato in scena il 30 maggio al Teatro Officina, prodotto dal Teatro stesso, celebra questo ventennale e scuote le coscienze di chi non si fosse ancora reso conto della necessità di volgere l’attenzione al prossimo. Your teen may be excited sildenafil free shipping about getting on the road. The more the smell of our sympathy corresponds to buy brand cialis our nerves, the more difficult it will be as effective. Benefits: Purchase Kamagra Polo in mouth watering pineapple, alleviating mint, flavorful strawberry and tart lemon and add character to your sexual life. cialis viagra canada has emerged as an efficient drug to emancipate patients from the nightmares of erectile dysfunction. That is, a ordering levitra from canada back seat on the bike only. Brani delle opere e dei pensieri di Padre Turoldo si alternano a scene della vita quotidiana del giovane Giuseppe, (David Maria dopo la consacrazione), interpretato da un vibrante Stefano Grignani, che ‘’impara’’ l’amore e il rispetto per i poveri fra le mura domestiche, dove regna la generosità propria di chi ha fiducia nell’aiuto di Dio. Questo spettacolo ci fa realizzare con lo sconcerto di un’evidenza che si cerca di ‘’rimandare’’, che ormai da decenni il cosiddetto sud del mondo bussa alle nostre porte, mentre la nostra vita mordi e fuggi continua a fare di tutto per tenerlo fuori: il pezzo più toccante è il monologo della profuga libica (una struggente Mavis Castellanos), che racconta lo strazio dei giorni del viaggio in mare verso le coste italiane, un viaggio in compagnia della morte, inseguendo una nuova vita per trovare alla fine emarginazione e rifiuto.
Una sola replica a fine stagione, come un memento, in una cornice perfetta, quella del Teatro Officina, per un grido di richiesta di giustizia, che non è possibile ignorare e che è sorretto dalla speranza della fede, perché ‘’Dopo il buio del Venerdì Santo c’è lo splendore della Pasqua’’ (Padre Turoldo).
Giudizio: ***1/2
PRODUZIONE TEATRO OFFICINA
Rassegna I Teatri del Sacro – epifanie urbane
Spettacolo inserito all’interno del VII Incontro Mondiale delle Famiglie
I volti della povertà
Spettacolo per il ventesimo anniversario della morte di Padre David Maria Turoldo
Collaborazione alla drammaturgia di Roberto Carusi con un contributo di Mohamed Ba
Con Massimo de Vita, Luca Aiello, Mavis Castellanos, Stefano Grignani, Irene Quartana, Eleonora Sacchi
Regia di Massimo de Vita e Daniela Airoldi Bianchi
Scenografie di Carla Cipolla e Gianluca Martinelli
Video di Enrico Mascheroni ed Enzo Biscardi
Milano, Teatro Officina, via S. Erlembardo 2
Mercoledì 30 maggio 2012 ore 21