Foto: César Brie (su concessione di Campo Teatrale)
Foto: César Brie (su concessione di Campo Teatrale)
Foto: César Brie (su concessione di Campo Teatrale)

Una festa per celebrare i cinquant’anni di carriera di uno dei maestri della scena contemporanea

Campo Teatrale, Milano
15 ottobre – 23 marzo

César Brie, uno dei maestri della scena contemporanea, festeggia quest’anno i cinquant’anni di carriera. Per celebrarli Campo Teatrale, che collabora con il maestro da 20 anni, gli dedica una parte dalla programmazione 2024/2025 ma anche eventi e incontri che saranno resi noti nel corso della stagione.

«Campo Teatrale dedica una festa per celebrare i 50 anni di carriera di César Brie, uno dei maestri del teatro contemporaneo, venti dei quali passati in una relazione costante con Campo Teatrale, nutrita dalla condivisione di una mappa valoriale che è insieme poetica e politica. – afferma il direttore Donato Nubile – Tra i segni di questa mappa vi è il concepire la formazione teatrale come indissolubilmente legata alla pratica artistica, e la convinzione che sia necessario guidare l’allievo verso la scoperta del proprio personale modo di pensare e di agire il teatro. È necessario coltivare, dunque, una pluralità di sensibilità, di visioni, di linguaggi, accompagnando i giovani ad una piena, autonoma e indipendente maturità artistica. La ricerca di Cèsar non lo ha mai allontanato dal pubblico, e con lui condividiamo la convinzione che – oggi più che mai – il teatro debba essere in grado di regalare bellezza, stimolare un pensiero anche complesso, raffinato, e, al tempo stesso, essere capace di avvicinare ed emozionare anche chi entra in un teatro per la prima volta. Un teatro così non può che essere centrato sul presente e cercare di portare in primo piano anche temi che riguardano l’etica (anche nel lavoro artistico), la giustizia sociale, il nostro essere comunità. César ha sempre seguito le sue motivazioni profonde, con tenacia e a volte testardaggine. Non si è mai fatto affascinare dal potere, scegliendo spesso per i suoi progetti realtà indipendenti, periferiche, libere. Per questo siamo felici di festeggiare i suoi primi 50 anni di vita nel teatro, in un momento in cui la sua produzione artistica è ancora feconda e tanti sono i progetti che ancora vorremmo realizzare insieme»..

César Brie nasce a Buenos Aires nel 1954 ed è, nel 1971, uno dei fondatori della Comuna Baires. Nel marzo 1974, in seguito al rapimento di uno dei membri della compagnia, il gruppo si trasferisce in Italia. Brie si separa dalla Comuna Baires nel 1975 e lavora al centro Sociale Isola di Milano, dove fonda e dirige il Teatro Tupac Amaru con Danio Manfredini. Quando si instaura la dittatura militare in Argentina, il Consolato argentino di Milano gli ritira il passaporto e si vede costretto a chiedere asilo politico; l’Italia lo nega ma l’Alto Commissario per le Nazioni Unite accetta la sua domanda, e Brie può vivere in Italia con il documento rilasciatogli da questo organismo. Nel 1980 si trasferisce in Danimarca per lavorare con Iben Nagel Rasmussen fino al 1990, quando fonda in Bolivia il Teatro de los Andes col quale lavorerà fino al 2009. Dal 2016 vive tra l’Argentina e l’Italia.

Apre la stagione, martedì 15 ottobre alle ore 20 (replica mercoledì 16 ottobre, ore 21) Il mare in tasca, spettacolo che continua ad essere rappresentato in due continenti da più di 30 anni. Confessione, manifesto poetico, abbraccio agli spettatori con autoironia, commozione, poesia lo spettacolo mette in scena l’attore che, al risveglio da un sonno agitato, scopre di essere stato trasformato in un prete. Da qui inizia un dialogo tra l’attore, il prete e Dio, tre entità che parlano con una sola voce, tutti e tre hanno un ruolo, degli spettatori, un impegno sociale, tutti e tre hanno bisogno di esprimere i loro pensieri in modo forte, irruente.

Da sabato 19 a domenica 27 ottobre è il momento di Re Lear è morto a Mosca. Nove artisti in scena ricreano con parole, canti, danze e immagini una storia di libertà e amore per l’arte. Un’avventura umana ed artistica esemplare e poco conosciuta, ancora attuale. Il 13 gennaio 1948, a Minsk, un furgone investe e uccide Solomon Michoels. Nella notte tra il 23 e 24 dicembre, a Mosca, Veniamin Zuskin viene rapito, interrogato, torturato e, quattro anni, dopo fucilato. Il grande Teatro Ebraico di Mosca, il Goset, perde Lear e il suo Matto. Il primo e unico “Re Lear” in yiddish non andrà mai più in scena. Il mandante di questi omicidi è Iosif Stalin. Solomon Michoels e Veniamin Zuskin: due attori ebrei, due amici, colpevoli di aver immaginato un teatro d’arte fatto di canti, danze, poesie e colori in lingua yiddish nell’Unione Sovietica di Stalin. Un viaggio in Russia per raccontare una storia vera ormai dimenticata, attraverso i dipinti di Chagall e i personaggi del Re Lear. Uno spettacolo di memorie da riscoprire, custodite al di là del palcoscenico.

Il terzo spettacolo in scena sarà, da martedì 18 a domenica 23 febbraio, Albero senza ombra, spettacolo nato da  una lunga, personale e sofferta inchiesta condotta da Brie sul massacro di campesinos consumatosi in Bolivia nel 2008. L’11 settembre 2008, nella giungla di Pando, ci fu un massacro di contadini. Undici persone uccise, centinaia ferite e decine scomparse (tra cui diverse donne e bambini) a cui nessuno ha ancora dato un nome, un volto o una storia. Per testimoniare questo tragico momento della storia della Bolivia, Brie ha realizzato un documentario che ha richiesto due anni di preparazione e scritto diversi articoli di giornale. In un viaggio delicato e poetico nella foresta amazzonica, gli spettatori diventano testimoni di ciò che è stato nascosto dalla verità ufficiale. Uno spettacolo che commuove e parla al cuore della gente con ironia e senza retorica, come un atto necessario di umanità.

Torna per la quarta stagione consecutiva, da martedì 4 a domenica 9 marzo, Nel tempo che ci resta, elegia che Campo Teatrale e César Brie dedicano a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il loro privato e la loro umanità continuano ad emozionare, il loro esempio e la loro onestà a illuminare e sostenere chi dopo più di 30 anni ancora chiede verità e giustizia.
La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere.

Termina l’omaggio a Brie Ero, in scena da venerdì 21 a domenica 23 marzo. Tra autobiografia e finzione, l’autore officia un incontro intimo e immaginifico con la memoria emotiva di ciascuno di noi. Viviamo un rapporto inscindibile con la nostra storia famigliare, dietro parole come amore, morte, assenza, dolore, gioia, si celano  vicende personali, volti precisi, piccoli disagi, rimpianti sbiaditi che hanno segnato la nostra esistenza. Questo lavoro è un viaggio attraverso le vicende annidate dietro le grandi parole, indaga sul bambino nascosto dietro al vecchio e sul vecchio che si disfa del bambino, cerca l’anziana annidata nel volto della fanciulla e la ragazza che scopre l’amore tra le rughe del tempo.  A ognuno di noi è data la possibilità di tornare dall’esilio, di aprire la porta della nostra casa. A ognuno di noi è data la possibilità di non rimanere accecati dalla luce dell’annunciazione.

CAMPO TEATRALE

Via Cambiasi 10 – 20131, Milano

Tel 02 26 11 31 33
Sito web

Metro MM2 Udine-Lambrate
Linee di superficie 55-62

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