Oggigiorno internet viene principalmente impiegato per cercare informazioni, conversare, condividere esperienze, scaricare video e musica, comperare, giocare e collaborare online. In futuro, anche oggetti come elettrodomestici, scarpe e componenti di macchine saranno resi intelligenti collegandoli ad internet in una sorta di web delle cose: ad esempio, se un sensore in frigo rileva che il latte sta per finire, trasmette l’informazione ad un computer programmato ad hoc che, connesso al supermarket vicino casa, ne acquista dell’altro. E non solo, si potrà anche accedere a numerosi servizi creati appositamente per soddisfare i propri bisogni e le aziende potranno seguire i propri processi produttivi più da vicino.

Molto presto internet diventerà una community globale costituita da miliardi di persone connesse con dispositivi mobili. I servizi futuri basati su tecnologie GPS, che consentiranno, ad esempio, di individuare la banca più vicina, le ultime previsioni meteo in una determinata area o le informazioni turistico/culturali di interesse, potrebbero essere realizzati all’interno di un orologio da polso, di un cellulare o di un’auto, in modo tale da poter essere consultabili in ogni momento e dovunque. La crescente mobilità porterà ad una nuova visione di internet, offrendo ad ognuno la possibilità di crearsi una propria versione personalizzata.

Interessanti prospettive si apriranno anche per le pubbliche amministrazioni ed i servizi offerti al cittadino. Già oggi esistono soluzioni online tipo prenotazione di ricoveri ospedalieri, richiesta di certificati e pagamento delle imposte, ma la vera novità riguarderà l’accesso nettamente più agevole a contenuti educativi per studenti e professionisti, che consentirà di potenziare le proprie competenze in ogni momento e luogo, sia a casa o in vacanza che in viaggio di lavoro.

Finora, purtroppo, il web delle cose, così come l’internet industriale, è rimasto in gran parte sulla carta. O, meglio, abbiamo visto solo le prime limitate applicazioni alla meccanica di nuovi sistemi elettronici collegati ad internet, quali navigatori satellitari per le auto o robot-chirurgo governati a distanza da un chirurgo vero e proprio. Ma in gran parte degli aspetti della nostra vita quotidiana non c’è stata quella diffusione capillare della meccatronica, nata dalla fusione della meccanica con l’elettronica, che ci si attendeva. Erectile Dysfunction or Sexual Dysfunction is an cialis cheap generic issue in generally men. More complete, in-depth fasting programs may release even greater amounts of viagra usa price toxins. Personal Story: I have a personal friend that was diagnosed with the medical condition of Fibromyalgia. brand cialis for sale It helps in burning calories and improves the blood flow to the http://mouthsofthesouth.com/locations/personal-property-of-jamie-joellen-axthem/ viagra properien penis. Ora, però, sono in molti a credere che i tempi per un cambiamento epocale siano davvero maturi, soprattutto alla luce di tre fondamentali elementi: la disponibilità in grandi quantità e a prezzi molto contenuti di sensori RFID (Radio Frequency Identification), la notevole diffusione degli smartphone ed una rete a banda larga sempre più veloce ed estesa, in grado, cioè, di trasferire rapidamente ai centri di elaborazione l’enorme volume di dati raccolti proprio da questi sensori. Dunque, nuove tecnologie che miglioreranno la sicurezza e ci renderanno la vita più facile, ma che, però, si porteranno dietro anche qualche problema. Almeno tre. Intanto la vulnerabilità della rete che gestirà ogni attività agli attacchi cibernetici da parte di hacker o, anche, di Governi ostili. Non è un segreto, infatti, che i progetti nucleari dell’Iran sono stati gravemente danneggiati per via informatica, senza, cioè, sparare un solo colpo. Un secondo campanello d’allarme arriva dalla probabile perdita di posti di lavoro provocata da processi di automazione sempre più spinti. Infine, l’invasione sempre maggiore della nostra sfera privata, come nel caso della camera ospedaliera smart realizzata di recente dalla General Electric, dove tutto è sotto controllo, con sensori e telecamere che reagiscono anche ad una lieve contrazione di dolore sul viso del paziente.