Foto: bandiera sulla manifestazione del 20 maggio a Milano
Foto: bandiera sulla manifestazione del 20 maggio a Milano
Foto: © Gaia Gulizia

Cronaca di una festa per l’accoglienza

20 maggio 2017, Milano. E’ una bella giornata di sole, quasi estiva.
E’ un maggio diverso da altri, un giorno molto atteso. Una data che ormai da tempo ha smesso il ruolo di mera casella del calendario, per diventare un vero e proprio motto, pronunciato dalle labbra di molti italiani e  digitato sui canali di innumerevoli social media e testate giornalistiche.

Il 20 maggio 2017 a Milano e in Europa è diventato #20maggiosenzamuri, con quell’hashtag che serve a radunare argomenti e persone, e che in questo caso è stato un promemoria per una giornata che, in un modo o nell’altro, tutti sapevano sarebbe stata storica.

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Per cosa si è marciato, il 20 maggio a Milano? Per gli stessi motivi che hanno mobilitato in precedenza la città di Barcellona in Spagna: per diffondere la cultura dell’accoglienza e della condivisione. Per creare ponti, così robusti da abbattere i muri di confine che separano una terra da un’altra, un popolo dagli altri, che sono suoi fratelli perché nati dalla stessa Grande Madre: il pianeta Terra.

Ci sono in ballo leggi da contestare e da riformare, come la Legge Bossi Fini del 2002, accusata di ostacolare quei diritti civili migranti che consentirebbero la piena integrazione dei migranti in Italia, la Legge Minniti – Orlando, ritenuta anticostituzionale perché comprime i diritti individuali, e altre da mettere in atto, come la Legge di Cittadinanza, per il diritto alla cittadinanza da parte di chi, seppur avendo genitori stranieri, nasce e studia in Italia.

La manifestazione del 20 maggio a Milano ha eguagliato quella di Barcellona: festosa, colorata, musicale, è stata percepita come un grande organismo vivente dal respiro profondo, ed è stata soprattutto occasione per unire in una marcia comune associazioni diverse, numerose comunità etniche, e singoli individui, che operano per contribuire alla creazione di una società fondata sulla valorizzazione delle diversità.

Una società nella quale nessuno sia più considerato straniero.