Foto di scena Troia’s Discount di ricci/forte al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano
Foto di scena Troia’s Discount  di ricci/forte al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano
Foto di scena Troia’s Discount © Lucia Puricelli

“Amiamo solo quello che non possiamo avere”: è questo il messaggio – dolorosamente vivo – con cui si conclude Troia’s Discount. Noi tutti siamo prodotti di consumo da esporre sugli scaffali di un centro commerciale, da scansire come codici a barre, in balia di un consumismo globale che mercifica anche i sentimenti più profondi, a partire dall’amore. Partendo dalla vicenda narrata nel libro undicesimo dell’Eneide di Virgilio – il sacrifico di Eurialo e Niso -, i personaggi del primo lavoro dell’ensemble ricci/forte si fanno portavoce, attraverso l’incendio delle proprie anime, del rimpianto per un amore perduto, del rancore per un sentimento mai vissuto appieno, della possibilità di un amore rianimato attraverso il senso di colpa continuo, dell’amore vero – e apparentemente corrisposto – ma abortito sul nascere in una notte assassina. La riflessione di Troia’s Discount muove, dunque, da una profonda e umanissima riflessione sull’amore, in particolare quello non corrisposto, volta a capire chi siamo rispetto alla difficoltà di entrare in contatto con l’altro, proiettato verso un “universo di consumo” privo di sentimenti e valori autentici.
In una notte brava, tra i palazzoni di una desolante periferia urbana, Eurialo e Niso consumano l’ultimo atto di una vita fatta di appuntamenti mancati, bruciata nella vana ricerca di una possibilità, di una via di fuga verso nuovi universi di significato, verso un eroico riscatto.  Il furto di un’auto e il progetto di impossessarsi del centro commerciale saranno solo la scintilla che porterà al divampare di un incendio interiore, capace di rivelare la fragilità di corpi deturpati e anime violate nei loro sogni, nelle loro aspettative. Niso, interpretato da un dolcissimo e brutalmente poetico Fausto Cabra, porta con sé il desiderio di riscatto mescolato alla paura di mettersi realmente in gioco. La volontà di compiere un salvifico (o totalmente folle) gesto d’eroismo divampa in Eurialo, giovane e attraente, sfacciatamente sicuro di sé, pronto a calpestare tutto e tutti in nome di un forsennato egocentrismo – magistralmente incarnato da Alberto Onofrietti, in una delle sue più personali e caratterizzanti interpretazioni. La delicatezza dell’animo femminile trova la sua massima espressione nell’intensa performance di Anna Gualdo, nei panni di Creusa: è lei l’emblema della donna che, moglie e madre, ha ricercato strenuamente un sentimento vero ed appagante ma tragicamente declinato nel consumistico sforzo di riempire il proprio vuoto esistenziale con oggetti privi di valore (se non quello meramente economico). Con Troia’s Discount ognuno di noi è chiamato a guardarsi dentro, a fare i conti con la propria interiorità, con i desideri spezzati, le nostre fragilità e la forza che ci porta a combattere, ogni giorno, come piccoli ma grandi eroi dei nostri tempi.
Lo spazio scenico del Teatro Studio Melato valorizza pienamente l’allestimento, promuovendo l’empatico interscambio tra performer e pubblico, immediatamente travolto dalla forza della poesia che si fa carne e sudore, luce e ombra, musica e parola, il tutto in assenza di una quarta parete che possa fare da scudo allo spettatore, da subito inghiottito da un dilagare di emozioni. L’incontro con Stefano Ricci è in tal senso illuminante per immergersi nell’affascinante labirinto di significati che caratterizza quest’opera.

Come nasce l’idea di “Troia’s Discount”?

Troia’s Discount nasce da uno studio sull’Eneide di Virgilio alla ricerca di un trait d’union, di un corto circuito che raccontasse oggi dove sono andati a finire gli eroi di un tempo. Dell’Eneide ci interessava approfondire il libro undicesimo, quello dedicato a Eurialo e Niso, all’amicizia eroica di questi due guerrieri che perdono la vita per salvarsi l’un l’atro. L’intento era quello di capire dove trovare oggi un barlume di epicità in figure che, pur non potendo mai passare ai libri di storia, potessero comunque distinguersi per i loro atti di coraggio. Abbiamo deciso quindi di raccontare questa enorme cattedrale del consumismo – il centro commerciale – e la notte brava di due giovani che, cercando di provocare un incendio reale, scoprono un incendio interiore, l’ardere di un sentimento, di una possibilità che muova verso una vita altra, un valore reale tra le persone. L’incendio che cova sotto la pelle dei personaggi, l’incendio che divampa in loro – e allo stesso tempo si riverbera contro di noi – ci fa comprendere che, oltre ad esserci un modo differente di stare in scena, esiste anche un modo diverso di affrontare la vita. Se a distanza di anni sentiamo che questo spettacolo racconta ancora in maniera attuale il tempo che viviamo, probabilmente non ci stavamo sbagliano.

Com’è stata la gestazione di quest’opera?

Io e Gianni Forte scriviamo a quattro mani, io poi mi occupo della regia, della “visione”. Essendo il primo spettacolo dell’ensemble, Troia’s Discount è l’unico spettacolo nato con un testo già definito prima dell’inizio delle prove, dopo di che abbiamo abbandonato questa metodologia per dedicarci alla costruzione degli spettacoli insieme ai performer che collaborano con noi, costruendo il testo attraverso l’improvvisazione. In questo caso abbiamo cominciato a lavorare sulle parole, sulla forza dirompente della poesia e lentamente abbiamo fatto nascere le immagini. Gli attori hanno contribuito alla costruzione dei personaggi dando loro il cuore, vestendoli con la propria energia e con la propria fisicità, il loro materiale brucia per realizzare un ponte di significato tra loro e il pubblico.

Seppure apparentemente regni il caos, nessun elemento è lasciato al caso, ma corrisponde una ben precisa scelta poetica e metalinguistica, dai costumi (o “non costumi”) alle scelte musicali, dagli oggetti agli odori. Quali sono gli elementi che possono essere considerati veri e propri simboli di questo allestimento?

Non so se si tratti di simboli. Sicuramente c’è una sorta di ossessione legata alla costruzione della scena (e della vita stessa) in cui gli oggetti risultano determinanti, raccontano molto più delle persone. Ogni oggetto presente ha un potere detonante di significato e per questo anche la musica diventa il performer aggiunto. Attraverso la sinergia tra gli elementi che troviamo sulla scena il collante si rivela; si stabilisce che c’è una connessione tra luci, musica, oggetti di scena, tutti quanti tesi verso la possibilità di un dialogo attivo con il pubblico.

Come si è evoluto lo spettacolo dal 2006 a oggi?

Troia’s Discount poggia su una metodologia di lavoro basata sul vissuto e sulle istanze etiche e politiche di un performer che decida di fare questo spettacolo, di fare questo mestiere, ma soprattutto di fare cultura in un momento storico depauperante per la cultura nel nostro paese, “risintonizzando” continuamente la propria anima, le proprie idee rispetto a un lavoro che sta perdendo di significato. In questo senso Troia’s Discount è come un metronomo che scandisce il passare del tempo e restituisce le necessità del presente. Troia’s Discount cambia perché noi cambiamo. E siccome è la vita che noi portiamo in scena – la vita che vorremmo ma fatta della quotidianità di ogni giorno – necessariamente questa vita ci sorprende ogni volta che riproponiamo lo spettacolo.


PRODUZIONE RICCI/FORTE
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Troia’s Discount drammaturgia ricci/forte
Con Anna Gualdo, Fausto Cabra, Giuseppe Sartori, Alberto Onofrietti, Chiara Cicognani
Regia di Stefano Ricci

Assistente regia: Liliana Laera
Movimenti: Marco Angelilli
Direzione tecnica: Davide Confetto

Milano, Piccolo Teatro studio Melato, via Rivoli 6
Dal 4 al 9 marzo 2014
www.ricciforte.com
www.piccoloteatro.org