Foto di scena © Gints Malderis

30 settembre – 1 e 2 ottobre 2011

Sala Grande

SONJA

basato su un racconto di Tatiana Tolstaya

regia di

Alvis Hermanis

con Gundars Abolins e Jevgenijs Jsajevs

Produzione New Theatre Riga

spettacolo in lingua russa sovratitolato in italiano

Ha fatto il giro dei festival di tutto il mondo, Sonja, uno dei maggiori successi firmati da Hermanis, poetico adattamento da un racconto di Tatiana Tolstaya, nata a Leningrado nel 1941. I testi di Tatiana Tolstaya sono caratterizzati da una conoscenza ammirabile della natura umana accompagnata da commenti sofisticati e precise osservazioni sulla società contemporanea. Qui la storia è ironicamente compassionevole, grottesca e triste. Due uomini dall’aspetto piuttosto rozzo entrano furtivamente in un appartamento fatiscente. Il primo si cala nei panni della donna che lo ha abitato, Sonja, dall’esistenza piena di contrasti e di contraddizioni: sognatrice, bruttina, sola, ingenuamente romantica, ma anche eccellente cuoca e buona sarta; il secondo si trasforma nella proiezione immaginaria sia degli uomini che Sonja non ha mai avuto, sia della società crudele che l’ha circondata, usata, e fatta soffrire fino alla disperazione. É la storia di una donna semplice, vittima di un crudele scherzo dei vicini: una vicenda che Alvis Hermanis, con un geniale espediente di immedesimazione metateatrale, riesce a raccontare ribaltando finzione e realtà. Gli interni sono ricreati con una minuziosità ai limiti dell’ossessione feticista: una cupa abitazione russa degli anni ‘30 con oggetti d’uso comune così numerosi da arrivare quasi a soffocare gli spettatori: credenze, fornelli, pentole, asciugamani, macchine da cucire, catini, letti, comodini e vecchie poltrone. I due attori in scena recitano il mondo intero passando da un registro all’altro con sorprendente facilità – dal burlesco al tragico, dall’umoristico al patetico. É un ritratto impietoso dell’ordinarietà e della miseria dell’esistenza, e allo stesso tempo è il racconto della caparbia determinazione di Sonja a vivere fino in fondo il SUO sogno. É uno spettacolo dall’equilibrio precario di rara delicatezza, creato senza alcun artificio esteriore o forzato teatralmente, come se, attraverso l’incastrarsi delle storie, il legame dei destini e la mescolanza dei registri, l’esistenza congelata di Sonja riuscisse, come per magia, a rivivere davanti ai nostri occhi.

Il personaggio di Sonja creato da Tatjana Tolstaya combina numerosi contrasti: un aspetto sgradevole e un mondo interiore sensibile, una vita dura e una solitudine lieve. Mi sono affidato a un attore maschio per svelare queste contraddizioni sottili. Non è uno scopo in sé – trasformarlo in una donna. But, people still amerikabulteni.com levitra professional canada use the services of a qualified medical practitioner who can perform a procedure which is similar to mastectomy before performing liposuction. Videos are faster ways to communicate that are swapping the text as a traffic diverters and cheap tadalafil tablets the recent trend seems to set to head north in coming times. buying viagra in italy Apart from using the herbal cure for sexual weakness, you are advised intake of Mast Mood capsules along with Night Fire capsules to cure weak ejaculation problem. This herbal pill is developed using only the viagra sample india bought this pure herbal ingredients. La questione è comprendere una donna. Non porto l’attore a far finta di essere una donna. Il lavoro cerca di creare un’immagine femminile, un carattere, e di parlare di un’anima. Dubito che l’anima possa avere un sesso. Lo spazio e l’autenticità del contesto hanno un grande ruolo in questo allestimento che si realizzano grazie al reale uso di oggetti d’antiquariato. Questo perchè l’universo degli oggetti e delle appartenenze dicono molto dell’essenza umana.

Alvis Hermanis

C’è stata una persona, e non c’è più una persona. Solo il nome è rimasto – Sonja…

Tatiana Tolstaya

Tatiana Nikiticna Tolstaja, nipote dello scrittore sovietico Aleksej Tolstoj (attenzione, dunque non Lev, di cui era lontano parente), nata a Leningrado nel 1951, comincia a scrivere alla fine degli anni ’70: nei suoi racconti, pubblicati con successo nelle principali riviste letterariie, Novyj Mir, Oktjabr, dimostra talento e sicurezza di scrittura. Dal 1991 vive negli Stati Uniti, dove insegna e partecipa attivamente alla vita culturale americana. Tradotta in molte lingue (anche in italiano: La più amata, Einaudi, Sotto il portico dorato, La Tartaruga), la Tolstaja viene considerata tra le voci più interessanti della nuova letteratura russa nata dalla perestrojka. Uno stile immaginifico e baroccheggiante, un forte legame con la grande tradizione ottocentesca, lampi grotteschi e inquietudini
esistenziali costituiscono le caratteristiche precipue della sua prosa. Ne è un esempio il racconto da cui è tratto lo spettacolo di Hermanis, Sonja, storia di una ragazza brutta e sciatta che non si distacca mai da una spilla di smalto a forma di colombo: è il suo amuleto contro lo squallore e la desolazione di una vita dominata dalla violenza e dalla menzogna

Informazioni

Orari spettacoli: Venerdì 30 settembre ore 21.15 – Sabato 1 ottobre ore 19.30 – Domenica 2 ottobre ore 16.30

Orari biglietteria: dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 19.00 – domenica dalle 10.00 alle 12.30

Prezzi: da 40 a 10 euro

Prenotazioni allo 02.59995206 – Informazioni 02.59995260 www.teatrofrancoparenti.it

Teatro Franco Parenti – Via Pier Lombardo, 14 – Milano