Foto: Nic Cester
Foto: Nic Cester
Foto: Nic Cester © Mark Wilkinson

Nic Cester – già cantante e fondatore dei Jet – sta presentando il suo primo album solista intitolato “Sugar Rush”. Il mini-tour italiano Roma (Monk), Bologna (Locomotiv Club) e Milano (Santeria Social Club) si è concluso con un sold out.  La promozione europea è proseguita con date in Germania (Monaco, Colonia, Amburgo e Berlino), in Austria (Vienna), Svizzera (Zurigo).
Il “battesimo” del nuovo lavoro è avvenuto in Australia, dove un tempo era iniziata la parabola della band Jet e da dove Nic proviene.

I Jet – fondati da Nic e dal fratello Chris – saliti alla ribalta nel 2003 con l’album di debutto “Get Born” – ma attivi già dal 2001 – proseguirono la loro ascesa con due ulteriori album – “Shine On” (2006) e “Shaka Rock” (2009) vendendo oltre 6,5 milioni di dischi fino allo scioglimento nel 2012. Scioglimento sofferto ma consapevole. Nonostante il successo non fosse sfumato, Nic sentiva di non essere soddisfatto e di volere fare qualcosa di diverso. In realtà non sapeva neanche se sarebbe tornato a suonare.
E nel 2017 una prima reunion con – tra le altre – le aperture ai concerti australiani di Bruce Springsteen. Ora un nuovo tour in Giappone per il 2018.

Ma nel frattempo cosa c’è stato? Cosa porta Nic Cester in Italia e soprattutto a Milano dove si è stabilito? Ha origini italiane. Nonno Ercole di Pordenone, nonna Maria di Treviso. Dopo la chiusura con i Jet, Nic parte con la moglie in giro per il mondo e tra le varie mete approda a Berlino dove ricomincia a scrivere musica. Musica che nasce in solitudine, partendo dai giri di basso.

Dopo un passaggio a Como (su suggerimento dello zio che gliene decanta le bellezze…), eccolo approdare a Milano che poi sentirà come la sua casa. Ed è infatti nel capoluogo lombardo che ha messo su famiglia – diventando da poco padre –  e aprendo un bistrot in zona Navigli con degli amici (il Sixième Bistrò di via Scaldasole). Una Milano che descrive e sente come estremamente vitale, “vicina a Parigi”, al centro dell’Europa. Che predilige – ora – all’Australia dell’easy living ma – forse – di un maggiore ripiegamento su sé stessa.

Dal vivo Nic Cester – voce e chitarra – è accompagnato dalla The Milano Elettrica, una super band tutta italiana di nove elementi con due batterie e una sezione fiati di cui fanno parte anche Sergio Carnevale alla batteria (Bluvertigo), Daniel Plentz alla batteria e percussioni (Selton), Adriano Viterbini alla chitarra (Bud Spencer Blues Explosion), Roberto Dragonetti al basso e Raffaele Scogna alle tastiere.

L’album – uscito il 3 Novembre 2017 – è stato prodotto da Jim Abbiss (Adele, Arctic Monkeys, Queens of the Stone Age) ma in realtà è tutto “made in Italy”: infatti è stato registrato da Tommaso Colliva tra le Officine Meccaniche di Milano e gli Air Studios di George Martin a Londra con la super band Calibro 35.

A Milano Nic Cester & The Milano Elettrica avevano aperto il concerto di Paul Weller nel Settembre 2017, con i brani che sono ora in “Sugar Rush”. È lì che li ho visti la prima volta: un regalo inaspettato.

A promuovere l’album, oltre ai video ufficiali di “Eyes On The Horizon”, “Psichebello”, “Hard Times” (tutti in “Sugar Rush”), Nic Cester & The Milano Elettrica hanno eseguito delle street session fatte a sorpresa a Milano: di “Sugar Rush” al Castello, di “God Knows” al Duomo, di “Little Things” alle Colonne di San Lorenzo. Gustosissime queste perché eseguite con senso del divertimento allo stato puro.

Anche prima del concerto al Santeria un live a sorpresa nel ristorante. Qualche stoico – già abbarbicato sotto al palco del teatro per guadagnare un posto in prima fila – l’ha perso per troppa devozione.

La musica di Nic Cester & The Milano Elettrica non è semplice da descrivere. Porta in sé tantissimi influssi. C’è rock, soul, blues, ritmo tropicale ma anche swing, garage, southern soul, psichedelia in un generoso ed equilibrato eclettismo.
La voce di Nic sa essere gentile e intima come quella di un crooner quando si piega alla melodia (“On The Top Of The World”) ma graffiante e disperata da rocker della vecchia guardia dalle radici blues (“God Knows”). I suoi gridati con sono mai scontati (“Little Things”) e sempre sostenuti dal groove della sezione ritmica, sapientemente punteggiati dagli assoli di chitarra. Il pop si risveglia con potenti accenti di rock puro (“Walk On”).

I fiati e i cori la fanno da padrona in alcuni brani (“Sugar Rush”, “Eyes on the Horizon”), ma il graffio e le distorsioni si sanno amalgamare in un sound avvolgente e potente;in “Psichebello” – unico brano accompagnato da un video di animazione – un lungo assolo di flauto inframmezza il pezzo sempre sostenuto dal ritmo incalzante e dalle atmosfere psichedeliche.

The Milano Elettrica è un nome ideato per identificare il collante geografico dei membri del gruppo – ascrivibili al mondo (indie) italiano – e che potesse essere pronunciato in Inglese senza perdita di comprensione.
Anche l’outfit del gruppo – pantaloni e giacche bianche, camicie sgargianti in stile tropicale –  ma con il chiodo nero per Nic Cester – è perfetto per la band.

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Di “Hard Times” Nic Cester ha detto: “Ho scritto questo pezzo immaginando che un giorno sarei potuto diventare padre, cosa che è successa qualche settimana fa, quindi naturalmente inizi a pensare a che tipo di genitore vuoi essere o che tipo di cose speri di poter insegnare ai tuoi figli. Riflettendo sulle mie esperienze personali, non vedo alcun motivo nel preparare i bambini ad una vita dorata e far finta che tutto andrà sempre bene. La vita non è sempre facile ma non c’è niente da temere. I tempi duri arriveranno inevitabilmente ma è tutto completamente normale e dobbiamo avere fiducia nel fatto che staremo bene. Non è possibile pianificare ogni situazione, ma è possibile creare e coltivare buoni meccanismi di difesa.”

Questo ed altro nell’album, su YouTube per ricerche di video e interviste, in attesa del prossimo live o di news.
Del resto Nic Cester – che ha studiato la nostra lingua e tiene a parlarla nelle interviste – è a tutti gli effetti sì un “Italiano di Melbourne” (come l’ha chiamato Luigi Bolognini, Repubblica.it), ma oserei dire un “milanese”, ricordando lo scrittore Henry Beyle – in arte “Stendhal”-  che amava definirsi tale nonostante fosse francese. E se al Santeria, prima del live, partivano le note di “O mia bela Madunina”, beh, questo è amore!

 

Foto: Cover dell'album di Nic Cester "Sugar Rush"
Foto: Cover dell’album di Nic Cester “Sugar Rush”

PER SAPERNE DI PIU:

PAGINA UFFICILE DI NIC CESTER SU FACEBEOOK
PER ASCOLTARE O SCARICARE “Sugar Rush” (tutte le applicazioni)
BRANO “PSICHEBELLO” (Official Video)
BRANO “HARD TIMES”(Official Video)
INSTAGRAM: nic_cester