ANIMAL FARM

What’s new about Animal Farm more than 60 years after it was first published? All and nothing. Is its role, that of an ever present, an ever actual question mark on our times and our society? Yes. Ask yourselves questions, as long as you have doubts, your free will is not in danger: is this the message it wants to communicate? Well, maybe yes. Along with a feeling of sadness, although the representation is somewhat playful, these are some of the thoughts and arguments aroused by the play, based upon George Orwell’s novel and interpreted on the stage of Teatro Carcano by the company Palkettostage. The power of communication, so important nowadays, with its deceitful character confronts us here: the 7 commandments of Napoleon, the pig who takes charge of Mr Jones’ farm, change from time to time according to Napoleon’s whims, that are supported by his spokesperson (‘’spokespig’’, shall we say) Squealer, who is often the first to doubt what he says. In this sort of allegorical fairy tale for grown up human beings, animals (every species being a different class), become like men if they give in to the greed for power, as we see by the end of the story. Irony is easy here: we’re worse than animals when it is all about power… There! Nothing new, and again nothing more actual. The most obvious concepts are the most difficult to seize, even though after the rebellion, life in the Animal Farm is harder than before, maybe than ever, because all the ideals have been shattered, betrayed and the animal sing their anthem, which should be a song of freedom, as if they were mourning. And they will mourn poor Boxer, the hardest working horse in the farm, whose motto is ‘’I will work harder’’ and ‘’Napoleon is always right’’. From his death they will learn what it means to renounce one’s free will … never stick to somebody else’s ideas without questioning … Let George Orwell communicate to us his vision of the modern world, let us listen to him again, again, and again …Already aware of our being slow witted our latin ancestors said: repetita iuvant. The condition of acid indigestion viagra tablets australia has nothing to do with the age. Surely you would have read that these are good for helping you quit the bad habits. 2) Overweight and a couch-potato lifestyle use this link viagra 50 mg can be bad too. But this problem can regencygrandenursing.com cialis canadian prices be cured effectively and simply by using the herbal testosterone boosting supplements. A tablet has a bitter taste but kamagra oral jelly is known to cipla levitra treat erectile dysfunction relatively easily and extremely quickly. LA FATTORIA DEGLI ANIMALI Che c’è di nuovo ne La fattoria degli Animali oltre 60 anni dopo la sua prima uscita? Tutto e niente. Il suo ruolo è quello di un punto di domanda sui nostri tempi e la nostra società, sempre presente e sempre attuale? Sì. Ponetevi dei quesiti, sino a che avrete dei dubbi il vostro libero arbitrio non sarà in pericolo: è questo il messaggio che vuole comunicare? Beh, probabilmente sì. Assieme a una certa tristezza, sebbene la rappresentazione sia in qualche modo giocosa, questi sono i pensieri e i ragionamenti provocati dalla piece, basata sul racconto di George Orwell e portata sul palcoscenico del Teatro Carcano dalla compagnia Palkettostage. Ci si para davanti qui il potere della comunicazione, così importante oggigiorno, con il suo carattere ingannevole: i 7 comandamenti di Napoleon, il maiale che si mette a dirigere la fattoria del Sig, Jones, cambiano di volta in volta, secondo i capricci di Napoleon stesso, supportati dal suo portavoce (o ‘’portagrugnito’’?) Squealer, che è spesso il primo a dubitare delle proprie parole. In una sorta di favola allegorica per adulti, gli animali (ogni specie rappresenta una classe) diventano uguali agli uomini se cedono alla fame di potere, come vediamo alla fine della storia. L’ironia è facile qui: siamo peggio degli animali quando si tratta del potere… Ecco! Niente di nuovo, eppure niente di più attuale. I concetti più ovvi sono i più difficili da afferrare, sebbene dopo la ribellione la vita alla Fattoria sia più dura di prima, anzi più dura che mai, perché gli ideali sono stati infranti, traditi, e gli animali cantano il loro inno, che dovrebbe essere una canzone di libertà, come se fosse un canto funebre. Porteranno infatti il lutto per il povero Boxer, il cavallo più laborioso il cui motto è ‘’lavorerò di più’’ e ‘’Napoleon ha sempre ragione’’. Dalla sua morte gli animali impareranno cosa significa rinunciare alla propria capacità di decisione… non seguire le idee altrui senza porsi delle domande … Lasciamo dunque che George Orwell ci comunichi la sua visione sul mondo moderno, e noi ascoltiamolo più e più volte … I latini, che già conoscevano la nostra durezza di comprendonio dicevano: repetita iuvant.

(Alessandra Antiga, 20 febbraio 2009) Giudizio: ****

PALKETTOSTAGE INTERNATIONAL THEATRE PRODUCTIONS Animal Farm di Gorge Orwell Regia di Johnny Kemp Teatro in lingua inglese Milano, Teatro Carcano Lunedì 16 febbraio 2009 ore 21 www.palketto.it In alto: foto di scena © Ufficio Stampa Palkettostage

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