Scritto nel 1970, The Atrocity Exhibition è probabilmente il capolavoro di James Graham Ballard, scrittore inglese fortemente ispirato dalla pittura surrealista, vicino ai postmodernisti, che influì sulla fantascienza degli anni ’60 e ’70 e il movimento cyberpunk degli anni ’80.
Romanzo non lineare, è composto da quindici racconti, in cui i personaggi (forse diverse personalità dello stesso individuo) affrontano in modo ossessivo la guerra del Vietnam, il potere mediatico, lo star system legato all’American Dream, nonché, in forma rilevante, la pornografia, richiamata da una lettura psicopatologica del sesso. L’unico elemento di continuità nel metaromanzo è il contesto in cui si svolge, una clinica psichiatrica dove ogni anno i medici s’incontrano e organizzano una mostra di opere create dai pazienti, alla quale gli internati non sono ammessi. I racconti esprimono un’interpretazione delle opere esposte, unitamente a considerazioni del dottor Nathan, unico soggetto più volte presente nel libro, sui morbosi rapporti che intercorrono tra psichiatri e degenti. Il lavoro di Giuseppe Isgrò, andato in scena al Teatro Out Off fino allo scorso 8 giugno, riprende liberamente gli spunti di Ballard per una traduzione onirica in chiave teatrale dei contenuti visionari dentro i racconti. Andrea Barettoni e Francesca Frigoli, con percorsi musicali, movimento scenico e l’uso della voce, accompagnati dalla chitarra di Alessandra Novaga e dal suono elettronico di Giovanni Isgrò, ripercorrono le deliranti vicissitudini del “protagonista” (ora Travis, poi Talbot, ecc.) e di sua moglie, più volte uccisa, attraversando il decennio che vide il suicidio di Marilyn, qui rediviva e ustionata dalle radiazioni, l’omicidio di Kennedy, le imprese militari nell’ex Indocina francese. Il tutto è visto e interpretato sotto la chiave pornografica, una traduzione del mondo che dall’intimità sessuale ripropone quelli schemi nevrotici che hanno anticipato il presente o il prossimo futuro dell’autore, dall’elezione di Ronald Reagan alla Casa Bianca, prevista da Ballard con undici anni di anticipo, alle relazioni interpersonali che l’informatizzazione avrebbe poi caratterizzato. La conseguenza è una sorta di caleidoscopio dove frammenti di umanità e icone della storia entrano nella spirale di una lettura psicotica legata al sesso, una sorta di erezione mentale dove l’intero immaginario collettivo viene contenuto e introiettato nella sfera intima, sulle note di un tappeto sonoro dove l’elemento surreale è la chiave idiomatica dell’incertezza umana.
Giudizio: ***1/2
PHOEBE ZEITGEIST
Note per un collasso mentale
Partitura per voci, corpi, chitarra, live electronics e altro,liberamente ispirata all’opera di James G. Ballard
Regia, drammaturgia, luci, scena di Giuseppe Isgrò
Con Andrea Barettoni voce, corpo, organetto
Francesca Frigoli voce, corpo, flauto traverso
Alessandra Novaga: chitarra
Giovanni Isgrò: live electronics, suono
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Musica: Giovanni Isgrò, Alessandra Novaga
Visuals:Francesca Cianniello
Maschere, immagine e grafica: Giovanni De Francesco
Stile costumi: Sabrina Querci – Q.Connections
Dramaturg: Antonio Caronia, Francesca Marianna Consonni
Videoriprese: Barbara Cicchinè
Consulenza tecnica: Giuseppe Marzoli
Milano, Teatro Out Off, via Mac Mahon 16
Dal 3 all’8 giugno 2014
www.teatrooutoff.it