Foto: Corrado d’Elia, interprete e regista di "Non chiamatemi maestro", andato in scena al Teatro Libero di Milano
Foto: Corrado d’Elia, interprete e regista di "Non chiamatemi maestro", andato in scena al Teatro Libero di Milano
Foto: Corrado d’Elia © Angelo Redaelli

«Il mio mestiere è quello di raccontare storie di altri ad altri». Sono le parole che pronuncia Corrado d’Elia in Non chiamatemi maestro, a Milano al Teatro Libero dal 27 giugno al 15 luglio. E’ in scena su una sedia, affiancato da ragazzi che sono come degli allievi, appassionati di teatro.
Corrado d’Elia racconta Giorgio Strehler: vi si immedesima, rivivendo infanzia e adolescenza. L’arrivo a Milano e la nascita del Piccolo, voluto con Paolo Grassi, coincide con la rinascita economica della città e del Paese, in linea con le parole del primo sindaco postbellico, Antonio Greppi, che voleva «Per Milano pane e musica», sottolineando l’importanza che doveva avere la cultura. Per quei ragazzi che circondano Corrado sul palco è un modo per scoprire un momento fondamentale per il Teatro in Italia: la nascita di uno spazio, che diventa rinascita dello spirito e voglia di andare avanti attraverso la cultura

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“Non chiamatemi maestro” con delle pennellate racconta Giorgio Strehler e la sua vita, le sue donne, Ornella Vanoni, Valentina Cortese, Giulia Lazzarini, Andrea Jonasson: le racconta con dei dialoghi che parlano di spettacoli. Con altre pennellate lo spettacolo racconta alcune regie. Lo fa citando delle parole di “Vita di Galileo”, mentre altre sono evocate con la musica: si sente “Ma mi”, la canzone di cui Strehler aveva scritto il testo e che aveva reso famosa la Vanoni, si sentono “Il flauto magico” e “Così fan tutte” ultima regia lirica, con cui avrebbe dovuto – ma il destino non glielo permise, facendolo morire la notte di Natale – inaugurare il Nuovo Piccolo Teatro, finalmente pronto.
«Mi piace la luce sul palco» dice, sottolineando l’importanza data da Strehler a questa e la luce prende un grande rilievo, illuminando Corrado che di teatro parla con parole che, se sono di Strehler, sono ancora attuali oggi e sono anche di chi ama il teatro: sono anche di Corrado, sono dei ragazzi che lo circondano sul palco, sono del pubblico. Parla delle difficoltà in cui si dibatte il teatro, che sembrano sempre uguali. Parla della cultura come grande patrimonio dell’Italia, che non va dimenticata, non va trascurata. Parla dell’arte contro l’orrore.

“Non chiamatemi maestro” è un omaggio a chi di teatro è vissuto, a chi è nominato da tutti coloro che frequentano il teatro, ma forse non è ugualmente conosciuto soprattutto dal pubblico giovane. Ma è anche un omaggio, fortemente partecipato, al Teatro. E’ anche una dimostrazione – un’altra per Corrado d’Elia – che si può fare teatro senza tanti orpelli: conta di più la partecipazione, la forza di comunicare con entusiasmo, trasmettendo emozioni.

Giudizio: ***


PRODUZIONE TEATRO LIBERO

Non chiamatemi maestro
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prima nazionale

Progetto, interpretazione e regia di Corrado d’Elia
Luci e fonica: Alessandro Tinelli
Fotografie: Angelo Redaelli

Si ringrazia l’attrice Valentina Capone per la collaborazione

Milano, Teatro Libero, via Savona 10
Dal 27 giugno al 15 luglio 2014
www.teatrolibero.it