Foto di scena: Roberto Trifirò, Federica Armillis in "Uno, nessuno e centomila" di Luigi Pirandello al Teatro Sala Fontana di Milano
Foto di scena: Roberto Trifirò, Federica Armillis in "Uno, nessuno e centomila" di Luigi Pirandello al Teatro Sala Fontana di Milano
Foto di scena: Roberto Trifirò, Federica Armillis © Elsinor

Romanzo scritto nel 1909, ma pubblicato per la prima volta nel 1926, Uno, nessuno e centomila è di certo il testo di Pirandello dove più che in altri il conflitto fra il proprio “io” e il mondo esterno assume una rilevanza tale da porre in pregiudicato lo stesso principio di identità.
L’adattamento drammaturgico di Roberto Trifirò, in scena al Teatro Sala Fontana di Milano fino al 22 giugno, sottolinea la crisi del protagonista Vitangelo Moscarda, interpretato dallo stesso regista, con un’azione scenica che esalta la lucida follia di chi, consapevolmente, non riconosce più se stesso.
Il plot narrativo del racconto pirandelliano è rispettato fin dal casus belli del conflitto interiore, ovvero un’osservazione sul naso di Moscarda da parte della moglie Dida, che causa da parte del protagonista l’inquietante visione allo specchio di un suo “doppio” fino a quel momento sconosciuto, estraneo alla sfera sensibile della propria coscienza. Capisce che ciò che si dice di lui non rappresenta ciò che lui è, ma è un insieme di pregiudizievoli opinioni che costruiscono gli innumerevoli estranei che coabitano nel suo corpo. Rinuncia alla banca ereditata dal padre, contro il parere della moglie che si allontana da casa, e smette così di fare l’usuraio, nel tentativo di distruggere i centomila soggetti che albergano in lui, per poter essere almeno quell’uno che vuole ritrovare, o forse cadere nell’oblio e non essere più nessuno. L’apparizione di Moscarda dalla botola del palcoscenico, a piedi nudi e con il solo camice di un ricoverato in manicomio, incornicia già dalle prime battute la visione espressionistica dello spettacolo, in cui gli occhi di un’anima apparentemente perduta, ma che urla la sua volontà di riconoscersi, si contrappone alla materia sociale di un mondo senza più un’identità credibile.
Bravi tutti gli interpreti, che accompagnano il monologo di Trifirò sulla dipartita del protagonista da quel cosmo che ormai gli è nemico. Interessante il gioco di contrapposizione femminile svolto da Laura Piazza e Federica Armillis, una duplicità della figura della moglie che passa attraverso altri personaggi.
Uno spettacolo ben elaborato, con una scenografia essenziale resa suggestiva dal disegno luci di Toni Zappalà, che conferma ancora una volta Roberto Trifirò quale interprete non convenzionale dell’opera di Pirandello, ma forse, proprio per questo, più vicino al pensiero dell’autore.

Giudizio: ***

 

PRODUZIONE ELSINOR
Spettacolo realizzato con il contributo di Regione Lombardia – Progetto Next 2013

Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello
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Con Roberto Trifirò, Federica Armillis, Laura Piazza, Andrea Soffiantini, Alessandro Tedeschi

Scene e costumi: Barbara Petrecca
Assistente costumista: Caterina Villa
Disegno luci: Toni Zappalà
Assistente alla regia: Beatrice Sabaini

Milano, Teatro Sala Fontana, via Boltraffio 21
Dal 10 al 22 giugno 2014
www.teatrosalafontana.it
www.elsinor.net