Alberto Oliva ritrae da Puskin la via crucis della mediocrità
In scena fino a domenica 8 marzo al Teatro Out Off di Milano, Mozart e Salieri, scritto da Alberto Oliva e Mino Manni, tratto dal racconto di Aleksandr Puskin che ispirò l’opera teatrale Amadeus di Peter Shaffer e l’omonimo film di Miloš Forman, è uno spettacolo sul demone delle ambizioni frustrate e la devastazione che l’inadeguatezza di un’esistenza mediocre può generare.
Al di là della veridicità dei rapporti conflittuali tra il grande compositore di Salisburgo e il veneziano maestro di cappella della corte asburgica, il lavoro firmato da Oliva che, tra richiami massonici e affermazioni di una verità oggettiva, vede in scena uno straordinario Mino Manni nel ruolo di Antonio Salieri e un altrettanto bravo Davide Lorenzo Palla in quello di un balbuziente quanto geniale Wolfgang Amadeus Mozart, scava nella profondità dell’inferno di un’umanità esacerbata dall’invidia, coniugando la forza della mistica russa con le stimmate di una consapevole limitatezza, scandite dalle note di un impertinente quanto irraggiungibile estro.
Difficilmente, nella realtà, Salieri avrebbe provato questo sentimento nei confronti di Mozart, tuttavia il testo di Puskin crea un archetipo ricorrente nella storia che, come dimostra anche un capitolo del libro La fabbrica di scintille. Cultura e storia della creatività, scritto dal docente universitario Ambrogio Borsani e presentato in teatro mercoledì 25 febbraio prima dello spettacolo, porta l’attenzione da Salieri a Hitler nell’identificativo di una frustrazione sulle potenzialità artistiche e creative degenerate nell’azione violenta.
Avviene quindi in scena la spettacolarizzazione della morte, un requiem al veleno dove i chiaroscuri dell’anima, grazie anche a una suggestiva quanto essenziale scenografia e un efficace disegno luci, si delineano in una dicotomia che pare richiamare a tratti il Faust di Marlowe in una trasposizione “rovesciata”: anziché il mito del male nell’evoluzione della modernità dei costruttori, avviene la distruzione della creatività, nella superbia di poter beffare la volontà divina uccidendo il genio che questa ha creato.
Si disse che Salieri non assassinò Mozart, mentre fu Puskin a uccidere Salieri. In realtà, dietro questo testo, si nasconde l’incubo del risentimento, una diabolica presenza camuffata da un’insaziabile presunzione.
Il risultato è una pièce ben costruita, dai tratti esoterici, volta a tradurre la malignità latente negli anfratti reconditi dell’animo umano.
Giudizio: ***1/2
TEATRO OUT OFF in collaborazione con I DEMONI
Mozart e Salieri da Aleksandr Puskin
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Con Mino Manni e Davide Lorenzo Palla
Regia di Alberto Oliva
Musiche originali: Ivan Bert
Scene: Francesca Barattini
Costumi: Marco Ferrara
Disegno Luci: Alessandro Tinelli
Assistenti alla regia: Angelo Colombo e Serena Lietti
Milano, Teatro Out Off, via Mac Mahon 16
Dal 18 febbraio all’8 marzo 2015
www.teatrooutoff.it