arsenale_teatroL’ARSENALE – 40 ANNI

  « Il numero 39 ha un suono magico: trilla come un campanello di ottone. E così mi sono svegliata… da un lungo sonno o sogno, durato quasi 40 anni. Che cosa è successo? Dove sono? Riaddormentarsi? Il numero 39 è dinamico, dunque partiamo di qui per arrivare in movimento al 40° anno.
Si può descrivere il lungo sogno che è stato finora l’Arsenale in molti modi. Si potrebbero riesumare alcuni avvenimenti forti del passato, si potrebbe fare un percorso della memoria, si potrebbe inventare un evento spot, ci si potrebbe autocelebrare in una specie di funerale ante litteram…
Ma, poco dopo il suono del campanello, arriva un’immagine: un albero la cui chioma si apre a ombrello, dall’ampio tronco, dalle profonde radici. In altre parole:
L’Arsenale è un mondo tutto dedicato all’arte teatrale nelle sue varie declinazioni. Insegnamento,spettacoli, teatro e architettura, teatro e musica, performance, produzioni autonome e commissioni, libri e altre forme si alternano in un continuo flusso di scoperta e approfondimento dell’arte del teatro e delle sue derive. L’Arsenale è un luogo proteiforme e multidisciplinare, a dimostrazione che l’arte del teatro e le sue declinazioni non sono catalogabili né distinguibili in discipline diverse.

Per questo l’Arsenale è prima di tutto una scuola in senso esteso, intesa come ‘insieme di aderenti a un comune indirizzo artistico, filosofico, scientifico’ e, in senso figurato: ‘esperienza efficace ai fini dell’apprendimento, della formazione e dell’esperienza personale’ (Devoto-Oli).L’Arsenale ha come riferimento profondo l’insegnamento di Jacques Lecoq, il grande maestro francese che ha indicato l’Italia e l’esperienza italiana come una delle basi della sua scuola e che ha seguito e sostenuto sin dall’inizio l’avventura dell’Arsenale.

All’Arsenale quindi si creano e rappresentano spettacoli e performance, avvengono manifestazioni legate all’arte del teatro e dell’allestimento, si svolgono attività didattiche e di ricerca. L’Arsenale inoltre collabora da tempo con più case editrici su progetti editoriali che riguardano il teatro e lo spettacolo e il suo movimento verso altre arti e discipline.

L’Arsenale è una realtà in continuo divenire, fluida, difficilmente riconducibile a schemi precostituiti. Cercherò quindi di fornire una legenda il più vicino possibile al mutevole scorrere dei fatti.

La multidisciplinare attività è suddivisibile in macro-categorie e il programma per i nostri 40 anni, mantenendo la memoria di quanto fatto, propone nuove iniziative per ognuna delle categorie, proprio per significare che la tradizione si accompagna all’innovazione.

Le macro-categorie portanti di questa lunga attività di studio, ricerca e sperimentazione sono le seguenti:

 Arsenale Scuola Teatro
con la Scuola Teatro Arsenale di Marina Spreafico e Kuniaki Ida, nata nel 1978.

Arsenale Teatro
comprende gli spettacoli teatrali della compagnia Teatro Arsenale, di Arsenale-lab (luogo di passaggio tra studio e professione), le performance e gli spettacoli ospitati.

Arsenale Architettura, Musica, Libri

Arsenale Architettura
Questo settore, nato circa dieci anni fa dalla collaborazione con il Corso di Scenografia e Spazi della Rappresentazione della Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano, si è poi allargato collaborando con la Facoltà di Architettura dell’Università di Catania. Ha sviluppato nel corso degli anni workshop e programmi di ricerca interdisciplinari, performance e varie pubblicazioni.

Arsenale Musica
Le creazioni di musica-teatro risalgono alle origini dell’Arsenale quando la giovane compagnia fu chiamata dal Teatro La Fenice di Venezia per realizzare innovativispettacoli di teatro musicale. L’esperienza è poi continuata per molti anni al Festival Opera Barga, a Palermo con l’Associazione per la musica antica Antonio Il Verso, all’Autunno Musicale a Como e in altri festival, sempre con originali creazioni di teatro e musica. Recentemente la nostra concentrazione è andata verso spettacoli di ricerca dedicati alla musica barocca e alla musica elettronica. Quest’ultima ha preso grande importanza con la residenza di MMT creative lab.

Arsenale Libri
La più recente creatura è la collana Arsenale-Lemma Press, diretta da Federica Locatelli e Marina Spreafico, dedicata alla traduzione di opere del panorama letterario mondiale verificate nella realizzazione teatrale. La Collana Arsenale si vuole come un invito a dar nuova linfa alla parola teatrale, a vederla vivere e ad ascoltarla in azione. L’Arsenale è inoltre presente in varie pubblicazioni effettuate con il Politecnico di Milano, con Lettera Ventidue, con  SMOwnPublishing e altre case editrici. Marina Spreafico ha curato la nuova edizione de Il corpo poetico di Jacques Lecoq per i tipi di Controfibra. Dette pubblicazioni ampliano il punto di vista sull’attività dell’Arsenale e sono coniugate a spettacoli, a workshop scenografici, ad allestimenti innovativi.

Arsenale Varia
comprende altre attività, a titolo gratuito. Tra queste segnaliamo la recente Un’ora con, incontri aperti dedicati ad un autore, con l’intervento di esperti, docenti, artisti. Gli incontri avvengono in occasione di spettacoli o di nuove edizioni. Hanno il fine di fornire al pubblico, che lo desidera, qualche chiave per aprire la porta di un’arte che non è solo un prodotto di consumo come un altro bensì il fondamento della comunicazione.

Arsenale Spazio
comprende altre iniziative ospitate che mettono in valore la duttilità dello spazio dell’Arsenale.

Queste macro-categorie non sono rigidamente separate. Molte sono le valenze che le rendono interattive e interagenti. L’Arsenale ribadisce così la sua vocazione di luogo aperto alla città, di luogo di studio, di esplorazione e approfondimento di una delle maggiori arti, il teatro, senza rincorrere mode passeggere o schemi da ripetere.
Ora qualche considerazione personale.
Ricapitolando nomi e numeri di questi 40 anni mi rendo conto di alcune costanti: l’importanza del rapporto con le nuove generazioni mantenuto vivo nella scuola e negli spettacoli nei quali abbiamo sempre privilegiato un mix di età e di esperienza, a immagine della vita; il dialogo costante tra permanenze e volatilità; le scelte teatrali trasversali in cui prosa, musica, poesia e spazio si intersecano; la ricerca di altre forme; la presenza di persone che hanno un pensiero multiplo sul teatro: sono autori, attori, registi, musicisti, design, altro? Spesso è impossibile distinguere. L’Arsenale è dunque un luogo e un insieme di persone proteiformi, a dimostrazione che l’arte del teatro e le sue multiple declinazioni non sono catalogabili né distinguibili in discipline diverse, come vorrebbero molte scuole o tentativi del pensiero organizzativo. L’atto creativoè per sua natura all’origine della forma che prenderà, e le forme, una volta catalogate, sono già a rischio di morte. Per questo l’Arsenale è prima di tutto una scuola.
Ho sempre rifiutato il ruolo di spettacolificio. Ovviamente non ho nulla contro lo spettacolo, che adoro e nel cui processo creativo nuoto come un pesce nell’acqua, ma non amo il meccanismo che vi si accompagna, quella specie di coazione a ripetere che si può riassumere nella seguente domanda: cosa state preparando adesso? o, familiarmente, che cosa bolle in pentola? Allora mi sento come uno scaffale del supermarket che deve continuamente rinnovare l’offerta di prodotti, mentre l’atto creativo, frutto di studio e immaginazione, è maggiormente anarchico anche se di certo non nego il ruolo fondamentale della commissione. Ma bisogna fare i dovuti distinguo. Che cosa bolle in pentola? Molto, anche troppo, perché la fantasia è un motore difficile da fermare, ma dal dire al fare… ci sono di mezzo parecchi aspetti concreti, denaro, pubbliche relazioni, bandi, formulari, leggi e regolamenti. Per quanto ho potuto constatare lavorando con tante e tante persone non è il talento che manca, mancano le condizioni sociali perché questo possa trovare delle vie di attuazione. È un vero spreco.
Sì, nell’ottobre del 2018 l’Arsenale compie 40 anni. Sono molto fiera e contenta che si sia potuti arrivare fin qui, nonostante i non pochi ostacoli di cui è stato disseminato il nostro percorso,evitando scogli e secche, spesso nel buio della notte; e non ringrazierò mai abbastanza le persone che in tutti questi anni ci hanno seguito, stimato e aiutato in diversi ma importantissimi modi.
Ho però anche alcuni rimpianti: non sono riuscita a realizzare tutto quanto desideravo ma soprattutto mi addolora il fatto di non aver potuto valorizzare e compensare adeguatamente le molte e molte persone di qualità e talento che ho incontrato nel nostro cammino e che hanno lavorato al progetto comune con amore e dedizione.
Da ultimo il pensiero va all’aspetto più importante, ai numerosi studenti della scuola, un capitale umano che è l’anima profondadell’Arsenale, alla loro passione, al loro talento, alla loro serietà, alla loro giovane professionalità, al loro impegno e soprattutto alla loro fantasia. Senza di loro nulla sarebbe avvenuto.
Senza mai scordare il nostro comune grande maestro, Jacques Lecoq, l’esploratore dei teatri a venire, ancorato nelle permanenze fluttuanti, nel cui pensiero e nella cui intuizione tutti noi del teatro del mondo – consapevoli o inconsapevoli – ancora navighiamo.
Infine: per i nostri 40 anni presenteremo qualche iniziativa al mese, nuove punte emergenti dell’iceberg, mentre il grande corpo sottomarino affonda nel lavoro del passato ».
Marina Spreafico

  « Quarant’anni fa, a Milano, girava un’aria di tempesta rivoluzionaria. È in quest’atmosfera che ho visto l’Arsenale per la prima volta. La mia prima impressione è stata: “Che bello spazio!”. Da quella prima emozione in poi sono passati 40 anni. Ricordo un giorno in cui ho dipinto di blu i muri dell’Arsenale in occasione di uno spettacolo. Ricordo che allora c’erano pochi riflettori, sono salito e sceso dalla scala per 24 ore. Le prove finivano al mattino presto, quando davanti al teatro passava il primo tram. C’era amore, c’erano battaglie, c’era passione. Questo spazio dell’Arsenale è lo spazio della mia primavera. Per la mia sensibilità l’Arsenale è lo spazio più importante di Milano. Qui ho visto passare tanti artisti, Jacques Lecoq, Dario Fo, Cathy Berberian, Kantor, Jerzy Grotowski, Ryszard Cieślak, Stanisław Ścierski, Bolek Polivka, Carlo Cecchi, Mario Gonzalez, Donato Sartori, Antonio Capelo,Toni Bertorelli… amici, poeti, musicisti, architetti, teatranti. Troppi per poterli citare tutti. E – più importante di tutto – ho visto passare tanti studenti che hanno frequentato la scuola, più di mille. L’Arsenale di via Correnti è per me una finestra sul mondo, è amore, è tutta la mia vita. Questo piccolo spazio ha incrociato la mia esistenza, perché? Fino a quando potrò ancora andare in avanti? La prossima festa spero sia per i 50 anni, mezzo secolo!».
Kuniaki Ida

 « Quando entri è tutto nero. Ma non è piatto.
Archi, finestre, lesene, gradini.
Sono entrato quasi dieci anni fa. All’inizio era nero; poi neutro. Ora è solo l’Arsenale.
Il primo rapporto l’ho stabilito col luogo, anzi il luogo lo ha stabilito con me. Poi sono arrivate le persone, i collaboratori, gli amici.
L’Arsenale per me è stata una scuola, uno spazio per poter sperimentare, per lavorare artigianalmente.
È stato luogo di incontro tra arti diverse, tra mondi diversi. Ha cambiato faccia, prospettiva. E ha mutato anche la mia.
Difficile sintetizzare dieci anni in poche righe; difficile trasporre nella scrittura quel rapporto vivo che ti tiene legato a un luogo, al suo modo di essere e di cambiare; impossibile rendere conto di quell’umanità che ha popolato il nostro teatro. Entrate! Fermatevi a guardare, a sentire. È impregnato delle gocce di sudore e dei successi dei tanti studenti che continuo a conoscere e ad apprezzare, delle fatiche e degli accenti degli attori con cui ho lavorato e da cui ho imparato, degli odori dei mille materiali usati, dei tanti personaggi che sono stati con me in questi dieci anni.
È bello celebrare. È utile ricordare. Ma cosa si fa per i 40 anni?
Si guarda avanti, ancora, perché l’Arsenale è in movimento. E in questo viaggio portiamo con noi tutto ciò che c’è stato e che siamo stati. Perché qui, in questa piccola scatola nera, nulla si perde: uno dei miei personaggi, prima che entri in scena, dal soppalco a destra, ancora mi guarda».
Giovanni Di Piano

  « Ho sempre pensato che fare teatro significasse fare domande. Fare domande a un testo, e quindi al suo autore, fare domande agli attori, fare domande ai tecnici e a tutte le persone che concorrono a dare vita a un evento teatrale. Più appropriatamente  sono poste le domande, più interessante, profondo e produttivo sarà il dialogo. Certo, ci sono autori particolarmente magnanimi, che rispondono comunque, anche se le domande poste dal regista sono ingenue o persino sciocche. Shakespeare, a mio parere, è uno di questi. Ebbene, la regia fa domande anche al luogo in cui la rappresentazione prende vita. Mi è capitato spesso di osservare come differenti registi abbiano interrogato in modi diversi lo spazio dell’Arsenale e come questo abbia risposto. La mia impressione è che l’Arsenale non sia uno spazio “magnanimo” ma sia in compenso molto propositivo nel dialogo con la regia. Non è un luogo compiacente, non risponde bene se le domande sono troppo banali o se gli viene richiesto di fare la parte dello spazio scenico tradizionale, cosiddetto all’italiana. Però, se il regista sa porre bene le sue domande all’Arsenale, ecco che esso risponde e risplende, mette in atto la propria creatività autonoma, aggiunge senso e profondità allo spettacolo. Negli anni ho potuto assistere a molti diversi dialoghi regia/spazio  all’interno dei muri dell’Arsenale, alcuni più proficui altri meno, ma è sempre un piacere vedere come questo luogo sia così vivo e vitale. È stato un teatro per 40 anni e si vede che gli ha fatto bene!».
Valentina Colorni

OTTOBRE 2017

13 ottobre, ore 17.30
14 ottobre, ore 15.00
PARADE ELECTRONIQUE – MMT creative lab
con la partecipazione di Sergio Armaroli, Bardo Todol, Claudio Chianura, Giuseppe Cordaro, ElectronicGirls, Intersezioni, Walter Prati, Giancarlo Schiaffini

Parade électronique, in occasione del centenario di Parade di Eric Satie, porta a Milano il confronto tra estetiche elettroniche diverse. Tradizione elettroacustica e nuove territori, scrittura e improvvisazione. Parade électronique esce dallo schema della musica di tendenza offrendo spunti di riflessione legati all’evoluzione della musica e delle relazioni sociali e culturali.

Nei due giorni di incontro saranno presentati due libri (Le pioniere della Musica elettronica di Johann Merrich e L’estetica del rumore di Martina Raponi), quattro set musicale (Bardo Todol, Crossing (Armaroli, Chianura, Prati, Schiaffini), Intersezioni, ElectronicGirls e un laboratorio di sonificazione delle attività vitali delle piante (Giuseppe Cordaro).

programma

venerdì 13 ottobre
ore 18.00
Presentazione della due giorni
Colloquio con Claudio Chianura, Walter Prati, Johann Merrich
Presentazione de Le pioniere della musica elettronica

ore 21.00
Performance Bardo Todol
Duo composto dai giovani musicisti toscani Francesco Casciaro e Salvatore Miele, cresciuti frequentando il laboratorio artistico di Tempo Reale a Firenze; già fondato da Luciano Berio è il centro di raccolta delle idee musicali innovative della Toscana.

ore 22.00
Crossing
di e con
Sergio Armaroli percussioni
Claudio Chianura elettronica
Walter Prati cello ed elettronica
Giancarlo Schiaffini trombone ed elettronica
Crossing è un progetto musicale totalmente basato sull’ascolto (reciproco) dei partecipanti.
Ascolto come struttura vera ed efficace di una azione musicale improvvisata. Improvvisazione reale poiché ogni componente del gruppo è in grado di orientare, in piena autonomia, i propri suoni e gesti musicali.

sabato 14 ottobre
ore 15.00
Incontro/presentazione Le strategie del rumore della musica di Martina Raponi

ore 16.00
Plant sonification, laboratorio con Giuseppe Cordaro
Le piante che suonano. Laboratorio e concerto aperti a tutti per scoprire come possono essere i suoni delle piante.
Il laboratorio prevede una parte didattica nella quale capire che tipo di segnali possano mandare le piante e una parte performativa nella quale i “segnali” delle piante vengono tradotti in dati musicali, attraverso i quali è possibile controllare sintetizzatori ed elaboratori di suono digitale.

ore 17.30
Plant Sonification performance
ore 21.00
Performance ElectronicGirls
Gruppo di elettronica al femminile. Operano a Venezia sia come musiciste che come operatrici culturali. Gestiscono un laboratorio chiamato ElettroCamp che tutti gli anni, nel mese di settembre, raccoglie giovani interessati alla musica elettronica.

ore 22.00
Performance Intersezioni Hommage ma Berghain
Un progetto che nasce all’interno del Conservatorio di Milano e si sviluppa con una propria identità sonora ed estetica in diverse direzioni: dalla musica da club alle sperimentazioni legate alla liuteria elettronica e all’interazione con strumenti musicali tradizionali.

posto unico 10€

23 ottobre, ore 21.00
PROGETTI NEL VUOTO

performance a cura di Marina Spreafico eGiovanni Di Piano
con Nana Funabiki, gli studenti del secondo anno di Scuola Teatro Arsenale – docenti Marina Spreafico e Kuniaki Ida
e i modelli di architettura del workshop di progettazione della Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano e della Jiaotong University of Xi’an (Cina) – Professori Pierluigi Salvadeo e Chen Yang
ambientazione sonora Walter Prati
luci Christian Laface

Molte città sono scomparse, per opera del tempo, delle guerre, delle sommosse politiche o religiose, per terremoti e altre cause naturali, o semplicemente per abbandono.
Della maggior parte di queste città scomparse non resta traccia, né resta il nome, e il ricordo si è cancellato con lo scorrere delle generazioni.
A volte sono emersi i nomi di antiche città, custoditi da qualche storico che ne ha fissato il ricordo in un certo momento del tempo.
Molte di queste città erano state sede di culti famosi, di oracoli, di templi. Erano abbellite da magnifiche opere d’arte, come oggi Venezia o Firenze.
Molti architetti, poeti, ingegneri, restauratori, operai… le avevano pazientemente ideate, costruite o ricostruite.
Molti archeologi ne hanno ritrovato qualcheduna, sotto le sabbie dei deserti, sotto le acque del mare, sotto altre città.
A nostra volta noi le calpestiamo, distruggiamo e ricostruiamo senza neanche rendercene conto.
Dove camminiamo? Su quali tesori nascosti mettiamo quotidianamente i piedi?
Questa serata breve vuole essere un momento di meditazione e – speriamo – di emozione a partire da questa riflessione.

Da anni l’Arsenale e la Scuola di Architettura del Politecnico di Milano collaborano nella realizzazione di programmi di studio, performance e pubblicazioni. Recentemente il Politecnico ha attivato una serie di doppie lauree (double degree) in vari luoghi del mondo. Tra questi è particolarmente importante la collaborazione con la Jiaotong University di Xi’an (Cina), dove sarà presto costruito un edificio nel quale saranno collocati molti dipartimenti del Politecnico. Questo è l’ambito in cui si colloca un periodo di studio con la presenza di 15 studenti cinesi a Milano. Tema del workshop, coordinato dal prof. Pierluigi Salvadeo, è un’ipotesi di Urban Center a Milano. Marina Spreafico è intervenuta nel percorso di progettazione. I plastici degli studenti saranno il fulcro della performance.

posto  unico 5€

27, 28, 29 OTTOBRE
TRE GIORNI DEDICATI ALLA MUSICA ANTICA

27 ottobre, ore 21.00 – ingresso gratuito
PRESENTAZIONE DI UN NUOVO CLAVICEMBALO, IDEATO DA GUIDO MORINI
GUIDO MORINI IN CONCERTO
musica barocca e improvvisazioni in stile

NOVA   ET   VETERA
  « Perché un nuovo strumento antico.
Viviamo in un’epoca affascinata dall’idea dello «standard», un’idea e un’estetica rese possibili dallo sviluppo industriale e commerciale conosciuto durante il secolo scorso. Questa rivoluzione investe anche il mondo musicale, toccando in modo particolare la liuteria, cioè quella particolare corporazione di artigiani che da secoli affianca i musicisti inventando o perfezionando gli strumenti musicali. La maggior parte degli strumenti musicali, fatta eccezione per gli archi, è prodotta con procedimenti semi-industriali, secondo canoni consolidati e non più messi in discussione: gli strumenti della musica classica non hanno conosciuto ulteriori innovazioni da quasi cent’anni a questa parte. Questo è un evento del tutto nuovo nella storia della musica: se guardiamo al passato vediamo che praticamente ogni generazione di musicisti chiedeva qualcosa di diverso al proprio strumento, per adattarlo meglio al nuovo gusto sonoro e alle caratteristiche dei nuovi stili. I costruttori di strumenti erano costantemente impegnati per inventare, innovare o migliorare uno strumento esistente, offrendo al committente un suono più aderente al gusto del proprio tempo.
Nel corso del Novecento sono però nate almeno altre due correnti che hanno contribuito a bilanciare l’apparente sclerosi del mondo classico: da una parte il fortissimo sviluppo degli strumenti elettrici ed elettronici che negli ultimi 50 anni hanno conquistato larghe fette di mercato, continuando ad evolversi al ritmo travolgente dell’informatica; dall’altra la riscoperta degli strumenti antichi, quelli usati per il repertorio antecedente a Mozart, fino a una sessantina di anni fa del tutto assente dalla programmazione dei teatri e delle società concertistiche. Se il mondo dell’elettronica risponde a un gusto «globalizzato» e si sviluppa secondo logiche industriali, la riscoperta degli strumenti antichi porta a un rinnovato interesse per i materiali e le tecniche costruttive delle epoche passate, al fine di ridare voce a musica altrimenti destinata all’oblio. Ecco che si comincia a studiare gli strumenti conservati nei musei per carpirne i segreti costruttivi, applicando con rigore le tecnologie dell’epoca: si ricostruiscono clavicembali, liuti, tiorbe, flauti, viole da gamba, tutti strumenti di cui si era persa la memoria sonora e che si rivelano perfetti per riproporre la musica dei secoli passati. Tuttavia il fascino dello «standard», tipico della nostra mentalità e amplificato dalla diffusione senza precedenti dei mezzi di comunicazione di massa, non risparmia neppure le nicchie di audaci ricercatori e filologi (talvolta non immuni da una venatura di fanatismo o fondamentalismo). E’ forte la tentazione di classificare e sistematizzare un mondo di alto artigianato che, pur rispettando alcune regole costruttive e acustiche di base dettate dalle esperienze trasmesse da padre in figlio, le applicava con la massima elasticità e una duttile creatività, in grado di assecondare le esigenze più diverse della committenza. Nel caso del clavicembalo, specialmente in ambito italiano, è difficile trovare due strumenti uguali anche presso lo stesso costruttore: le richieste del committente o la disponibilità dei materiali rendevano necessaria una progettazione particolare per ogni strumento, che spesso restava un unicum. La lunghezza di un cembalo può variare di oltre due metri, l’estensione della tastiera da meno di quattro a oltre cinque ottave, il numero di tastiere da una a tre e si può dire che ogni strumento presentasse caratteristiche peculiari. Oggigiorno tutta questa flessibilità è perduta e un costruttore che si dedichi al cembalo sovente si specializza in pochi modelli che hanno incontrato il (nuovo) gusto degli esecutori. Fra i modelli italiani sono molto apprezzati gli strumenti piccoli, sotto i due metri (leggeri e facilmente trasportabili) e quelli medio grandi, entro i due metri e mezzo, di maggiori dimensioni e sonorità. Detto tutto questo, non trovo per nulla strano che un musicista chieda qualcosa di particolare al proprio strumento, un carattere o una sonorità che permetta di esprimere al meglio le proprie esigenze musicali. Da qui è nato il desiderio di avere uno strumento che, nel rispetto assoluto della tradizione costruttiva italiana e senza invenzioni strampalate, potesse dare voce alla mia particolare sensibilità e alla mia esperienza concertistica ormai quarantennale. Ho individuato in Giulio Fratini un costruttore giovane e molto capace, in grado di sentire il suono segreto che ogni musicista porta con sé e, insieme, abbiamo lavorato intorno a un nuovo cembalo che avesse la capacità di esprimere il suono che sogno. Un timbro del presente che viene da un profondo passato: «nova et vetera» in rapporto fecondo e creativo»
Guido Morini

28 ottobre, ore 21.00
LA LEZIONE DI MUSICA
concerto-lezione in forma di teatro, con clavicembalo

di e con
Guido Morini – il musicista
Marina Spreafico – l’interlocutrice
allestimento Pierluigi Salvadeo
costumi Brancato Costumi Teatrali
luci Christian Laface

Con questa lezione-spettacolo raccontiamo una delle antiche radici della cultura musicale e teatrale. Indagare le radici rivela una loro specifica caratteristica: più si va a fondo, più le differenze culturali vengono a fondersi in un unico fondo poetico comune. Il nostro racconto si avvale di due linguaggi diretti, da corpo a corpo: teatro e musica. È quindi comunicativo, facile da comprendere e aiuta a condividere con gioia i suoi argomenti.

argomento
Musica e teatro a confronto tra ‘600 e ‘700.

a chi ci rivolgiamo
A tutti coloro che amano la musica e il teatro e vorrebbero saperne di più.
Ai curiosi cui piace sbirciare dietro le quinte di alcuni fenomeni teatrali e musicali.
A tutti coloro che non amano ascoltare in modo rigido e formale.
A chi desidera una reale comunicazione tra scena, strumenti, musica e attori.

il percorso dello spettacolo
Esperienze personali, musica antica, echi della Commedia dell’Arte si mischiano per parlarci dell’eterno presente dell’arte.

perché vederlo
‘La lezione di musica’, col suo taglio né accademico né pedante, permette di affrontare e condividere con divertimento argomenti complessi.

Questo spettacolo, rappresentato anche in Francia e in Svizzera, rappresenta un ponte tra didattica e teatro, ed è così un figlio naturale delle anime dell’Arsenale.

biglietti 30, 22, 15, 10€

29 ottobre, ore 16.00
IL BAROCCO INCONTRA L’ELETTRONICA
un inedito incontro tra clavicembalo, violoncello ed elettronica
Guido Morini e Walter Prati in concerto

Un incontro tra clavicembalo e computer, tra scrittura e improvvisazione. Due modi di concepire e suonare musica apparentemente molto lontani che si scoprono, in realtà, reciprocamente dipendenti in un continuo scambio di ruoli e di sonorità. Un incontro estemporaneo in grado di dare inizio a un modo diverso di ascoltare il clavicembalo.

biglietti 30, 22, 15, 10€

NOVEMBRE 2017

18 novembre, ore 21.00
INTERSEZIONI in concerto
La nuova elettronica a Milano

L’idea di Intersezioni è quella di unire realtà musicali differenti di oggi, all’interno di singole performance e installazioni, che uniscono i diversi emisferi di espressione musicale presenti all’interno dell’Associazione. Le diverse forme di comunicazione artistica che sono state elaborate sono sia di natura performativa che installativa. L’evento dell’Associazione Intersezioni prevede una giornata di condivisione e di espressione dei concetti fondamentali del gruppo. L’idea è quella di creare non un classico palco, ma un vero e proprio ambiente all’interno del quale i confini e le aree sono dettate dalle performance stesse.
L’idea di costruzione dei propri strumenti musicali (in questo caso elettronici) è un concetto molto importante all’interno dell’Associazione; una sorta di “Nuova Liuteria” degli strumenti elettronici, che mette l’esecutore nella posizione di una interazione molto più profonda rispetto allo strumento non da lui acquistato ma da lui creato. L’interazione musicale tra il Dj e lo strumentista, l’elaborazione di una performance che include l’interazione dei musicisti con l’immagine, esecuzioni di pezzi di musica contemporanea, la costruzione di strumenti elettronici ottenuti con materiali accessibili a tutti sono solo alcuni dei temi inclusi all’interno dell’evento; al fine di creare una condivisione di espressione a qualsiasi tipo di pubblico; dal club, alla musica classica contemporanea.

La giornata si articola con il seguente programma:

–       dalle ore 14.30 alle 17.30 workshop tenuto da Jacopo Biffi; l’attività prevede l’autocostruzione di mini sintetizzatori utilizzando anche componenti elettroniche e non, di recupero. Jacopo istruirà i partecipanti a creare il proprio mini-sintetizzatore che, alla fine del workshop, rimarrà di loro proprietà.

–       dalle 18.30 alle 19.30 prove aperte

–       dalle 19.45 alle 20.45 break eno-gastronomico

–       dalle 21.00 alle 22.30 concerto

posto unico 10€

DICEMBRE 2017

10 dicembre, ore 20.30
SOW#3*
concerto
mdi ensemble in collaborazione con MMT creative lab
musiche di Simonluca Laitempergher, Luciano Berio, Filippo Perocco, Emanuele Casale,
Marco Momi
Monica Benvenuti mezzosoprano
Tempo Reale – Francesco Giomi, Damiano Meacci, live electronics

Dal 29 settembre al 21 dicembre 2017 ritorna a Milano Sound of Wander, rassegna di musica contemporanea a cura di mdi ensemble. Il gruppo milanese, giunto quest’anno al suo quindicesimo anno di attività e freschissimo vincitore del premio speciale Una Vita nella Musica assegnatogli dal teatro La Fenice, porta sulla scena milanese un repertorio musicale già familiare ai palcoscenici internazionali ma ancora poco eseguito in Italia. In perfetta coerenza con il nome della stagione, il Suono dell’Erranza, l’ensemble inviterà, compositori e interpreti provenienti da tutta Europa, mantenendo uno sguardo attento anche alla scena dei giovani compositori italiani.
I cinque eventi in calendario nell’edizione 2017 di Sound of Wander, hanno uno scopo divulgativo oltre che performativo. Il pubblico avrà, quindi, la possibilità di avvicinarsi a interpreti e a compositori del calibro di Brice Pauset e Simon Steen-Andersen che saranno ospiti della rassegna. Sarà ampio anche lo spazio dedicato ad una generazione di autori italiani ancora giovani ma ormai riconosciuti internazionalmente come Francesca Verunelli (di cui sarà proposta la prima esecuzione italiana di Cinemaolio), Marco Momi, Simonluca Laitempergher, Mauro Lanza, Francesco Filidei e Filippo Perocco (nuova versione dei Preludi in prima esecuzione assoluta).

16 dicembre, ore 18.00 – ingresso gratuito
UN’ORA E CENT’ANNI CON BONAVENTURA!
in concomitanza con lo spettacolo Una losca congiura ovvero Barbariccia contro Bonaventura, in scena dal 28 dicembre 2017 al 6 gennaio 2018.
If you are even suffering from viagra generic brand such disorder or dysfunction and looking for an effectual cure for males who are dealing with sexual troubles, have added to the confusion. Erectile http://downtownsault.org/wp-content/uploads/2016/09/04-09-14-DDA-Minutes.doc buy cialis pharmacy dysfunction is also known as ED. Age is one of the common factors, as the age progresses, but it viagra sans prescription does not guarantee a heart disease. This will take your anxiety off of what’s going to happen at the end; and once you’re through with that stage, move on to the second where you’ll be caressing, touching, and communication with clothes off. downtownsault.org viagra online Partecipano Renato Palazzi, Alberto Saibene, Marzia Loriga cofondatrice dell’Arsenale. Per ricordare Sergio Tofano e l’immortale signor Bonaventura nel suo 100° compleanno.

Un’ora con… è una delle più recenti iniziative dell’Arsenale, nata nella scorsa stagione con immediato successo. È scaturita inizialmente dal sentimento di dover condividere con il pubblico alcuni processi che ci hanno portato alla creazione di spettacoli legati alla pubblicazione di libri, e che ciò dovesse avvenire gratuitamente, in un ambiente intimo.  Gli incontri non dovevano essere pedanti e dovevano contenere una sorpresa ogni volta differente. Quest’anno proponiamo nuovamente Un’ora con… in modo più fantasioso e articolato.

20 dicembre, ore 19.00 – ingresso gratuito
SERATA APERTA ALLA CITTÀ
A CURA DEGLI ALLIEVI DEL SECONDO ANNO DI SCUOLA TEATRO ARSENALE

Gli studenti di Scuola Teatro Arsenale, com’è tradizione, si presentano al pubblico con brevi numeri di propria creazione ispirati a quanto scoperto durante le lezioni. Queste serate, per i temi affrontati, per la loro qualità, per la necessità di comunicare che le motiva, per il piacere del teatro che trasmettono, aiutano a ristabilire quel rapporto vivo e gioioso tra attori, pubblico e spazio, vitale ed essenziale per il teatro. Sono aperte al pubblico, ai professionisti che cercano nuovi talenti e – perché no – agli autori che desiderano trovare spunti e argomenti. Questo aspetto merita attenzione perché gli studenti sono, anche inconsapevolmente, i maggiori portatori della sensibilità contemporanea.

28, 29, 30 dicembre, ore 18.00
31 dicembre, ore 16.00
UNA LOSCA CONGIURA OVVERO BARBARICCIA CONTRO BONAVENTURA
di Sergio Tofano
ideazione e regia Marzia Loriga, scenografie e videoanimazioni Oliviero Fiorenzi, con Soledad Nicolazzi, Lorena Nocera, Marco Pepe. Teatro Alkaest in collaborazione con Fondazione CRT/Teatro dell’Arte.

A un secolo dalla sua nascita torna in scena il celebre personaggio di Sergio Tofano. La Compagnia del Teatro Alkaest presenta questo spettacolo, e questa esilarante avventura in chiave contemporanea: sul palcoscenico si incrociano gli attori e l’elettronica digitale, creando un’inedita scatola magica multimediale fatta di testo, immagini e musica.
Il Signor Bonaventura appare sulle pagine del Corriere dei Piccoli il 28 ottobre del 1917, raggiungendo una vastissima popolarità. Nasce dalla penna di uno dei più grandi attori italiani, Sergio Tofano, in arte Sto, anche scrittore, disegnatore, caricaturista, creatore di immagini per la moda e la pubblicità.
Sto si impone per la sua versatilità culturale, ma soprattutto per l’ironia e il carattere umano che lo caratterizzano: Bonaventura, dinamico più per forza di eventi che per forza propria, è un uomo che riflette la garbata filosofia del suo creatore, mentre rimbalza di avventura in avventura in un racconto tutto a rime. Alternando avventure e sventure, il personaggio di Tofano trova sempre una via d’uscita: catastrofi, furti, prigioni, non hanno niente di definitivo, alla fine c’è il famoso milione – così come nei giorni di burrasca, dopo il temporale, arriva il sole.
Utilizzando i suoi versi accurati, disseminati con discrezione di qualche parola inconsueta e di qualche rima acrobatica, la compagnia del Teatro Alkaest si reimmerge nell’immaginario di quell’ometto dal cappello rosso e dai pantaloni bianchi, per farne uno spettacolo contemporaneo per bambini e adulti.
L’impianto scenografico di Oliviero Fiorenzi, tutto vivacemente disegnato in un rigoroso stile infantile, accoglie anche la proiezione di cartoni animati o di figure in carne e ossa -che somigliano a loro volta a cartoni animati – mentre un allegro gioco cromatico caratterizza i costumi (ideati e realizzati da Giovanni Motta) e gli oggetti di scena.

biglietti 30, 22, 15, 10€

GENNAIO 2018

dal 2 al 6 gennaio, ore 18.00
UNA LOSCA CONGIURA OVVERO BARBARICCIA CONTRO BONAVENTURA
di Sergio Tofano
ideazione e regia Marzia Loriga, scenografie e videoanimazioni Oliviero Fiorenzi, con Soledad Nicolazzi, Lorena Nocera, Marco Pepe. Teatro Alkaest in collaborazione con Fondazione CRT/Teatro dell’Arte.

biglietti 30, 22, 15, 10€

20 gennaio, ore 18.00 – ingresso gratuito
UN’ORA CON SHAKESPEARE
in concomitanza con la pubblicazione di Shakespeare – Pericle, Principe di Tiro, con la traduzione di Roberto Sanesi per l’Arsenale.
4° volume della Collana Arsenale – Lemma Press, a cura di Giuliana Bendelli, ricercatrice presso la Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Incontro aperto alla città per conoscere meglio lo Shakespeare ‘minore’ e la traduzione di Roberto Sanesi.

Il 9 gennaio 1997, al Teatro Arsenale di Milano, andava in scena il dramma shakespeariano Pericle, Principe di Tiro, tradotto e adattato da Roberto Sanesi con la regia di Marina Spreafico. A vent’anni di distanza esce, a cura di Giuliana Bendelli, un volume che, nel riprodurre la traduzione di Sanesi, propone un’analisi critica del lavoro di uno dei maggiori poeti e critici italiani e testimonia della stretta collaborazione tra traduttore e regista per la messa in scena di un testo shakespeariano poco frequentato. Pericle, principe di Tiro, messo in scena all’inizio del 1608, rappresenta tuttavia un momento culminante nello sviluppo drammaturgico di Shakespeare: inaugura infatti la sua ultima stagione compositiva, quella dei romances, i drammi romanzeschi che affondano le proprie radici nella tradizione narrativa dei poemi e dei romanzi erotici dell’antichità. In quest’opera di grande suggestione la semplicità della favola arcaica si fonde con un sapiente gioco metateatrale.

FEBBRAIO 2018

3 febbraio
dalle ore 14.30 – ingresso gratuito
LABORATORIO PER TUTTI: UNA SCENOGRAFIA PER L’ARSENALE
Un invito al pubblico a realizzare una propria scenografia utilizzando materiali semplici, sotto la guida di Pierluigi Salvadeo, professore del Politecnico di Milano, Davide Fabio Colaci, architetto, Renato Aiminio, docente di Progettazione e Interni al Politecnico, Facoltà di Design – Milano, esperto dell’uso creativo della carta e dei materiali e delle tecniche di realizzazione di modelli architettonici.

ore 18.00 – ingresso gratuito
SET DESIGN
di Pierluigi Salvadeo, Davide Fabio Colaci, Marina Spreafico
Edizioni SMOwnPublishing

Presentazione a Milano del libro dedicato agli allestimenti realizzati da Teatro Arsenale in collaborazione con docenti e studenti del Corso di Scenografia e Spazi della Rappresentazione del Politecnico di Milano.

  « La scenografia traduce alla scala dell’architettura il mondo dei sogni e per un attimo il tempo dello spettacolo coincide con quello della realtà. È un habitat immersivo in cui architettura e scena si fondono l’una nell’altra, producendo idee di luoghi nei quali lo spazio abitato diventa spazio della rappresentazione e lo spazio della rappresentazione diventa spazio abitato ».

Il libro, in italiano e inglese, ha conosciuto ampia diffusione nei paesi anglosassoni.

9 febbraio, ore 9.30 e ore 14.30 – ingresso gratuito
OPEN FRIDAY DI SCUOLA TEATRO ARSENALE
Giornata aperta al pubblico e ai curiosi, ai futuri nuovi studenti e a chi sia interessato all’arte del teatro. Un modo per sbirciare e per capire come funziona una giornata di lavoro alla Scuola Teatro Arsenale.

Per la prima volta nei suoi 40 anni di storia, Scuola Teatro Arsenale apre le porte durante le lezioni, ma lo fa in una giornata particolare della settimana, il venerdì, quando gli studenti, dopo la lezione curriculare, presentano agli insegnanti il loro lavoro della settimana. Con l’occasione i visitatori potranno poi incontrare insegnanti e studenti. Per avere una maggiore immagine del lavoro della Scuola, in continuo mutamento ed evoluzione, potranno poi partecipare ai due seguenti Open Friday.

16 e 17 febbraio, ore 21.00
18 febbraio, ore 16.00
OPEN SOURCE THEATRE
PAS DE DEUX – PASSO A DUE

luogo e interpreti
sala d’attesa di una stazione interspaziale
ora dell’aperitivo
Marina Spreafico (fonte), Lorena Nocera (lei), Giovanni Di Piano (lui), il Pubblico (viaggiatori), Nana Funabiki e Yeşeren Güven (space-hostesses), Lella Diaz (costumi), Walter Prati (ambiente sonoro), Christian Laface (luce), Valentina Colorni (produzione)

open source theatre
Lo spettacolo prevede la presentazione di alcuni brevissimi numeri. Il pubblico sarà invitato a scegliere quelli che desidera portare con sé al fine di servirsene per una propria creazione oppure per conservarli come promemoria nel caso che situazioni, oggetti, riferimenti, frasi o parole gli ricordino qualcosa della propria vita.

sinossi
Varie coppie, unite dai mezzi di comunicazione e separate dal destino.

pas de deux – passo a due
Lo spettacolo desidera avere la leggerezza di una danza e i due protagonisti passeranno da un passo all’altro, da una figura all’altra, da una situazione all’altra in sempre nuove e mutevoli figure.

space-hostesses
Due gentili e premurose creature si preoccuperanno del buon andamento dell’insieme.

prezzi 30, 22, 15, 10€

MARZO 2018

2 e 16 marzo, ore 9.30 e ore 14.30 – ingresso gratuito
OPEN FRIDAY DI SCUOLA TEATRO ARSENALE
Giornata aperta al pubblico e ai curiosi, ai futuri nuovi studenti e a chi sia interessato all’arte del teatro. Un modo per sbirciare e per capire come funziona una giornata di lavoro alla Scuola Teatro Arsenale.

Per la seconda e terza volta Scuola Teatro Arsenale apre le porte durante le lezioni, ma lo fa in una giornata particolare della settimana, il venerdì, quando gli studenti, dopo la lezione curriculare, presentano agli insegnanti il loro lavoro della settimana. Con l’occasione i visitatori potranno poi incontrare insegnanti e studenti.

10 marzo – ore 21.00
TAUTOLOGOS III, OU VOUS PLAIRAIT-IL DE TAUTOLOGER AVEC MOI?
di Luc Ferrari per musicisti e attori
a cura di Sergio Armaroli, Steve Piccolo, Scuola Teatro Arsenale, Galleria Erratum, MMT creative lab
Presentazione del progetto TAUTOLOGOS III (1969), pour n’importe quel groupe d’instruments.

Il progetto Vous plairait-il de tautologer avec moi? è realizzato dal Teatro Arsenale di Milano in collaborazione con Erratum. Prevede la realizzazione, in forma di happening esteso, del lavoro per gruppo di musicisti e attori, Tautologos III di Luc Ferrari del 1969, di durata indeterminata e per Tautolocal che, in questo caso, sarà il teatro stesso, inteso come uno spazio “per tautologare” insieme.
Riproporre quest’opera nell’oggi vuole dire mettere al centro la figura ed il pensiero di un compositore ed attore sonoro, come Luc Ferrari, ancora poco conosciuto in Italia favorendo lo sviluppo di un pensiero e di un ascolto critico fuori dai limiti disciplinari e stilistici, spesso imposti da una logica puramente consumistica e passiva, verso un dialogo ed un intreccio di linguaggi ed esperienze tra teatro e musica; come uno scambio reale tra un gruppo di musicisti ed un gruppo di attori “in scena”, nel rispetto di alcune regole generali, definite dal compositore, determinate dal costante intreccio di voci, gesti, suoni e immagini.
A partire dalla definizione di tautologia intesa come una ripetizione, “per niente”, il compositore Luc Ferrari definisce alcune semplici regole di comportamento all’interno di una struttura formale molto chiara: « Si può tautologare –scrive Luc Ferrari-con i propri amici, come musicista dilettante, con parole, dove ognuno sceglie una frase. Per esempio si può fare un pasto tautologico o una festa a sorpresa tautologica. La sensualità non è esclusa. La realizzazione può passare attraverso dei suoni e può anche essere fatta sotto forma di gesti, perché ci si può anche muovere tautologicamente. Si può realizzare questa partitura sotto forma di balletto, o sotto forma di teatro, ogni “attore” si aggiunge all’ensemble tautologante »; // // // 1) {ytcfg.d()[a[0]] = a[1];} else {for (var k in a[0]) {ytcfg.d()[k] = a[0][k];}}}};
// ]]>// // <![CDATA[
(function(){var b={a:”content-snap-width-1″,b:”content-snap-width-2″,c:”content-snap-width-3″};function f(){var a=[],c;for(c in b)a.push(b[c]);return a}
function h(a){var c=f().concat([“guide-pinned”,”show-guide”]),e=c.length,g=[];a.replace(/\S+/g,function(a){for(var d=0;d<e;d++)if(a==c[d])return;g.push(a)});
return g}
;function k(a,c,e){var g=document.getElementsByTagName(“html”)[0],d=h(g.className);a&&1251<=(window.innerWidth||document.documentElement.clientWidth)&&(d.push(“guide-pinned”),c&&d.push(“show-guide”));e&&(e=(window.innerWidth||document.documentElement.clientWidth)-21-50,1251<=(window.innerWidth||document.documentElement.clientWidth)&&a&&c&&(e-=230),d.push(1262<=e?”content-snap-width-3″:1056 (8) Simply Red – You Make Me Feel Brand New – YouTube
dove la tautologia è basata su un ciclo che si ripete e che si combina con altri cicli di durata differente. Ogni interprete/realizzatore-attore, rispettando alcune proposizioni di base, potrà riscoprire uno spirito di condivisione e di ascolto che caratterizza il pensiero e l’opera del compositore francese Luc Ferrari e di tutta la scena sperimentale che, a partire dai primi Sessanta, si è sviluppata fino ad oggi declinandosi in varie e differenti forme e stili. La realizzazione di Tautologos III sarà accompagnata da una esposizione di lavori grafico-pittorici dello stesso Luc Ferrari con alcuni fogli manoscritti autografi come ideale prosecuzione della mostra Presque rien | Quasi niente: Tautologie – Photogravures e photomontages di Luce Brunhild Ferrari, spazio Erratum a Milano, dal 19 al 10 ottobre 2017.

 

posto unico 10€

24 marzo, ore 20.30
ELETTRONICA E MUSICA ORIENTALE
A cura di MMT creative lab

Un momento di incontro e di sperimentazione elettronica tra Oriente e Occidente, tra e note conosciute e suoni e melodie sognate o immaginate, provenienti da Oriente e cariche di mistero. Un esperimento che coinvolge la musica e gli strumenti tradizionali orientali e la musica elettronica. Un gruppo di giovani musicisti orientali e milanesi si confrontano cercando di mescolare tradizioni musicali e sonorità differenti. Oriente e occidente in un dialogo da sempre insito nella pratica della cultura e della musica.
Programma da definire

posto unico 10€

APRILE 2018

7  aprile, ore 18.00 – ingresso gratuito
L’ALCESTI DI BARCELLONA: UNA PANTOMIMA ROMANA?
In concomitanza con la pubblicazione del libro L’immagine fuggente. Riflessioni teatrali sull’ ‘Alcesti di Barcellona’, a cura di Raffaella Viccei, archeologa e storica dell’arte antica.
5° volume della Collana Arsenale – Lemma Press

Un incontro aperto alla città su un testo poetico del IV secolo d.C., incentrato sulla vicenda di Alcesti, celebre  dall’omonima tragedia di Euripide (V sec.a.C.). Frutto di una delle scoperte papiracee più significative del XX secolo,  questo enigmatico testo, noto come Alcesti di Barcellona, pubblicato nel 1982,  dà ancora adito a vivaci discussioni intorno al  suo genere letterario ed alla sua funzione. Ci si chiede, in particolare, se fosse rappresentato come ‘pantomima’, termine che indica la  forma spettacolare propria dei teatri romani in età imperiale, in cui danza, musica e parola trovavano una mirabile fusione nelle  capacità proteiformi dell’attore/danzatore. Nell’incontro si parlerà, dunque, di poesia e teatro del gesto, e si rifletterà sui possibili percorsi di una messa in scena contemporanea di quest’ Alcesti tardo antica.

8 aprile, ore 18.00
L’ALCESTI DI BARCELLONA
L’arte del gesto, performance a cura di Scuola Teatro Arsenale, docenti Kuniaki Ida, Marina Spreafico

  « Se la storia ci informa poco sull’arte del gesto, è perché il meglio di quest’arte non può essere descritto tramite la scrittura, e perché le parole mimo e pantomima, come la parola danza, a parte il loro senso etimologico, hanno significati diversi secondo le epoche. …
Per me il mimo come lo si può imparare alla scuola è alla base di tutte le espressioni umane, che siano gestuali, costruite, plastiche, sonore, scritte o parlate. Il mimo che chiamerei “di fondo” è la più grande scuola di teatro, e si basa sul movimento. È nel gesto sotto il gesto, nel gesto sotto la parola, nel movimento delle materie, dei suoni, dei colori e delle luci, che la scuola trova le sue basi. Noi conosciamo ciò che si muove grazie alla facoltà che ha l’uomo di “mimare”, cioè di identificarsi al mondo rigiocandolo, con tutto il suo essere. È nel corpo silenzioso dell’uomo, è a partire da lui, che si formulano gli slanci dell’espressione, e in particolare quelli dell’espressione drammatica e più tardi della creazione drammatica ».
(Jacques Lecoq)

Posto unico 10€

MAGGIO 2018

5 – 6 maggio, ore 19.00 – ingresso gratuito
SERATE FINALI APERTE ALLA CITTÀ
A CURA DEI DIPLOMATI DI SCUOLA TEATRO ARSENALE
Per conoscere i nuovi diplomati di Scuola Teatro Arsenale e i loro talenti.
Siete autori, registi, film maker, videomaker? Non perdete questa occasione di ispirazione!

12 maggio, ore 21.00
13 maggio, ore 16.00
GENIUS LOCI, L’ARSENALE DAL PASSATO AL FUTURO
a cura di Marina Spreafico

Abbiamo già più volte trasposto le lunghe ricerche effettuate sulla storia dell’Arsenale, da semplice visita guidata a mostra a spettacolo, in crescita anno dopo anno grazie al nuovo materiale trovato man mano. Ora effettueremo il tentativo di tradurlo in brevi shorts video, collegati tra loro ancora da un racconto, in attesa di poter definitivamente fissare in un materiale maggiormente duraturo la sorprendente vicenda di un luogo stranamente ignorato da tutte le guide storiche di Milano. Una lacuna che speriamo di poter colmare definitivamente.

Dalla presentazione dell’edizione del 2010:

  « Non molto si sa dei luoghi in cui viviamo, delle strade dove passiamo, del deposito di fatti, avvenimenti, circostanze, casi, vite, idee, opinioni che hanno fatto che i luoghi siano come sono e abbiano l’atmosfera che hanno, non si erigono più statue ed altari al ‘genius loci’. Dal 1978 sono al Teatro Arsenale, posto che appare dotato di un’aura speciale a chiunque vi entri. Sono partita da qualche notizia frammentaria, poi poco a poco le ricerche si sono ampliate, molte persone hanno apportato il loro contributo e così ogni anno Genius Loci si arricchisce di nuove scoperte: dalle prime tracce celtiche, all’epoca dei romani, al 1273, anno di costruzione dello stabile, lungo i secoli, fino ai giorni i nostri,quello che ora è il Teatro Arsenale è stato un crocevia di religiosità mistica ed eresia, un polo affaristico, una culla del più tradizionale teatro milanese, un deposito di sogni e utopie, ed altro ancora. Storie nascoste e fortemente emblematiche della vita sociale e religiosa di Milano e della Lombardia si incrociano all’Arsenale. Pochi conoscono queste appassionanti vicende. Poco o nulla esse compaiono nei libri dedicati a Milano. Conoscere profondamente le storie dei territori su cui quotidianamente mettiamo i piedi ci collega a quell’infinito flusso del tempo che provenendo dal remoto passato ci attraversa, per continuare a fluire verso il futuro. Un evento di teatro e storia e architettura, in cui i diversi generi convivono al fine di far vivere e rivivere un importante pezzo misteriosamente ignorato della storia di Milano ». (Marina Spreafico)

biglietti 30, 22. 15, 10€

19 maggio, ore 18.00 – ingresso gratuito
UN’ORA CON MUNARI
in concomitanza con lo spettacolo MMM MovimentoMunariMilano

Incontro aperto alla città con la partecipazione di Kuniaki Ida, Marco Ferreri design e gli artisti coinvolti nel progetto. Un modo per ricordare Munari nel ventennale della morte.

26 maggio, dalle ore 15.00
MATITE IN CITTÀ
a cura di Roberto Monelli – Associazione Museolab6

Quante volte, magari in viaggio, vi siete fermati a disegnare un edificio o un luogo? Tante, poche, mai? In ogni caso questa insolita passeggiata fa per voi, per scoprire un luogo di Milano pieno di storia e ricco di misterioso fascino. Disegnando un luogo lo si conosce, lo si interpreta, lo si ricorda. Chi ha dimestichezza con la matita troverà nuovi stimoli, chi non fa un disegno dai tempi della scuola riscoprirà le proprie capacità di osservazione, rendendo unica questa esperienza. Per vedere con occhi nuovi l’Arsenale, disegnandolo dal vivo. In questo modo un luogo lo si conosce, lo si interpreta e non lo si dimentica più.

GIUGNO 2018

dal 4 al 10 giugno, da lunedì a sabato ore 21.00, domenica ore 16.00
MMM MovimentoMunariMilano
Regia Kuniaki Ida

  « La conoscenza del modo di operare degli artisti e artigiani giapponesi mi ha sempre accompagnato e guidato nel mio lavoro. È soprattutto il modo col quale questi operatori risolvono i loro problemi di progettazione, un modo che tende ai valori essenziali e alla estrema semplicità, di cui l’estetica non è che una conseguenza; questo modo di lavorare mi ha sempre aiutato a capire molte cose sia nel lavoro che nel comportamento stesso dell’individuo rispetto alla realtà » .
Bruno Munari, Milano 25 giugno 1972

Una passione per Munari, per la sua poetica, per la profonda leggerezza della sua visione. Questo il punto di partenza da cui muove i passi il lavoro del regista giapponese Kuniaki Ida. Uno spettacolo omaggio al grande artista milanese, nel ventennale della sua morte.
Uno spettacolo che prova a restituire il mondo dinamico dell’opera di Munari, presentato teatralmente.
Parola, forma e trasformazione: tre pilastri fondanti di questo lavoro, in grado di dare forma al mondo di Munari attraverso un approccio visuale, anche della parola.
Uno spettacolo artigianale che tanto si avvicina alla maniera – artigianale appunto – di lavorare dell’autore e che vede, proprio in questo senso, collaborazioni importanti quali quella del Politecnico di Milano, grazie al lavoro del docente e architetto Pierluigi Salvadeo, di Marco Ferreri Designer, profondo conoscitore dell’opera di Munari, e di Sacchi Bottega Restauro.

Nove attori in scena. Nove corpi, nove voci.
Oggetti e forme dinamiche, movibili nello spazio, indossabili.
Tante forme, reali e immaginate, per una continua suggestione, non solo attraverso la parola ma anche e soprattutto attraverso la piena vita dell’immagine.

biglietti 30, 22, 15, 10€

16 giugno, ore 19.00 – ingresso gratuito
SERATA FINALE APERTA ALLA CITTÀ
A CURA DEGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO DI SCUOLA TEATRO ARSENALE
Gli studenti del primo anno di Scuola Teatro Arsenale si presentano al pubblico per la prima volta.

SETTEMBRE 2018

dal 7 al 14 settembre, dalle ore 9.00 alle ore 18.00
LA FORMA DEL CARATTERE – WORKSHOP
Teatro Arsenale, Scuola Teatro Arsenale, Corso di Scenografia e Spazi della Rappresentazione della Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano, Struttura Didattica Speciale di Architettura Siracusa, Università degli Studi di Catania
docenti Arnaldo Arnaldi, Vittorio Fiore, Kuniaki Ida, Pierluigi Salvadeo, Marina Spreafico

Otto giorni di lavoro in sala per scoprire e costruire la forma del proprio carattere, trovarne i dinamismi, farla vivere nello spazio. Un lavoro congiunto tra teatro, architettura, movimento e scenografia. Lavoro d’insieme che l’Arsenale porta avanti da anni. Performance finale di presentazione delle forme.

Il workshop è articolato in:

–       lezioni di movimento: dinamismo e spazio delle passioni e degli stati costituenti il carattere,

–       lezioni teoriche di progettazione architettonica

–       pratica con i materiali

–       realizzazione del proprio progetto

–       i progetti nello spazio: performance

Questo workshop è il seguito ideale di Scenografie portatili, workshop di Architettura e Scenografia, tenutosi all’Arsenale nel settembre 2014.
Una testimonianza analitica e critica del lavoro svolto si trova in Scenografie portatili, (a cura di Arnaldo Arnaldi, Vittorio Fiore, Pierluigi Salvadeo, Marina Spreafico – edizioni Lettera Ventidue, Siracusa).
Un riferimento importante:

  « Le strutture portabili si presentano come architetture astratte che organizzano lo spazio in ritmi che gli danno vita… Questa direzione di mimoarchitettura si avvicina alla scenografia liberandola dall’idea di decorazione e restituisce all’oggetto il suo senso plastico e dinamico». ( J. Lecoq)

OTTOBRE 2018

5 – 6 ottobre, ore 18.00 – ingresso gratuito
USO TEATRALE DI UNO SPAZIO NON TEATRALE
a cura di Marina Spreafico insieme agli scenografi, grafici e architetti che hanno collaborato con l’Arsenale

Sogno da tempo di realizzare una pubblicazione sull’uso teatrale di quello spazio non teatrale che è l’Arsenale, un luogo proteiforme che è stato mille luoghi grazie alla sua speciale duttilità. Ogni volta il movimento drammatico di fondo del testo proposto(intendendo per testo il motore fondamentale, la necessità che spinge a realizzare, reificare, mettere quindi ‘in scena’ qualcosa che urge) ha reclamato uno spazio che gli appartenesse, che fosse parte integrante della sua necessità di espressione. Cercherò quindi di illustrare questi processi con poche parole e molti disegni, così come si è manifestato di volta in volta. Ho sviluppato nel tempo, senza andarmela a cercare, una sensibilità allo spazio e alla sua trasformazione dinamica che mi ha portato a scoperte importanti. Lo spazio in cui avviene uno spettacolo o una performance, un’opera o un concerto, concorre in modo maggiore al significato, all’impatto sensibile, al fenomeno dell’opera medesima. Lo spazio è duttile, in movimento. Non è un contenitore neutro buono per tutte le occasioni.  È un attore in gioco, uno degli elementi che si muovono e si intersecano con gli altri elementi costitutivi dell’evento performativo. Dedicato ai nostri studenti e a tutti coloro che vedono lo spazio in movimento.
Approfitto dei nostri 40 anni per portare a termine un sogno che ho da tempo.

M.S.

20 ottobre, ore 18.00
OPEN CALL FINALE DI RINGRAZIAMENTO E SALUTI
Incontro conclusivo con chi ha partecipato alle iniziative, agli spettacoli, agli incontri.
Un momento di ringraziamento e di confronto. Un saluto al passato e uno sguardo curioso verso il futuro.

Collaboratori al programma e all’organizzazione

Valentina Colorni, Giovanni Di Piano, Francesca Forquet, Maria Grosso,Christian Laface, Martino Minzoni, Nicola Sisti Ajmone