Foto: Drunkenrabbit, La chiave di volta (frame), 2014, acrilico su tela, 86 x 65 (courtesy de L’Oeil)
Foto: Drunkenrabbit, La chiave di volta (frame), 2014, acrilico su tela, 86 x 65 (courtesy de L’Oeil)
Foto: Drunkenrabbit, La chiave di volta (frame), 2014, acrilico su tela, 86 x 65 (courtesy de L’Oeil)

L’ultimo allestimento di Drunkenrabbit indaga la complessità dell’anima e la sua metà oscura

Lo specchio è la porta di Alice, evocativo dello stagno in cui si getta Narciso, simbolo di vanità eppure suggello di quella perfezione che vuole la completezza dell’anima attraverso l’unione delle proprie identità maschile e femminile. Drunkenrabbit, nome d’arte di Linda Ferrari, costruisce la gabbia alchemica in cui l’aspirazione all’unità, che già l’acrilico su tela del 2011 Your Judgement is Irrilevant celebra con un bacio lesbico, si misura con il suo opposto, il “diabolos” della divisione, che può portare, come nel recentissimo dipinto Salomè, alla propria decapitazione, seguendo il destino che fu di San Giovanni Battista.

La Cage Dorée, nata in collaborazione con la home gallery L’Oeil di Valentina Guasconi, è la prima personale allestita nella dimora dell’artista. Linda Ferrari apre così gli anfratti del suo universo creativo, associando lavori già conclamati a una nuova collezione, tutte opere legate da un comune tessuto conoscitivo, quello dell’indagine introspettiva che precede la rivelazione. Alcuni ricami e gioielli completano l’esposizione non come semplici oggetti di corredo, ma ingredienti catalizzatori del percorso artistico.

L’elemento surreale e pop è il terreno scelto dall’autrice per creare una riflessione sull’esistenza. La sua perfezione è rinchiusa nell’involucro dorato della propria insostenibilità ed è conseguentemente foriera di un conflitto e rimando tra opposti, che solo una chiave di volta, richiamata dall’emblematico dipinto del 2014, può governare in noi. L’equilibrio non è dunque dato dal raggiungimento di una “pax” esteriore e soporifera, ma dal ritmo oscillatorio tra il desiderio di una voluttà eterna e le inquietudini di una dimensione oscura che alberga dietro i ripostigli della nostra psiche.
Una mostra suggestiva, non scevra da trasgressioni, di certo testimone di un’evoluzione del percorso artistico di Drunkenrabbit, dove la ricerca è l’odissea perpetua tra le arterie di una sempre rinnovata consapevolezza.

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La Cage Dorée
Personale di Drunkenrabbit

Milano, L’Oeil, via Washington 95
Aperta al pubblico su prenotazione fino a domenica 6 novembre 2016
INFO: stefania.fiondini@fiondini.com