Foto: screenshot di Jules e Jim (1962) di François Truffaut. Da sin. Jeanne Moreau (Catherine), Henri Serre (Jim) e Oskar Werner (Jules)
Foto: screenshot di Jules e Jim (1962) di François Truffaut. Da sin. Jeanne Moreau (Catherine), Henri Serre (Jim) e Oskar Werner (Jules)
Foto: screenshot di Jules e Jim (1962) di François Truffaut. Da sin. Jeanne Moreau (Catherine), Henri Serre (Jim) e Oskar Werner (Jules)

La carriera di una straordinaria artista che incantò registi come Buñuel e Truffaut

Ci sono attrici che attraversano la storia del cinema come meteore, altre tecnicamente perfette ma non particolarmente degne di nota, altre ancora in grado di lasciare un segno indelebile e perenne incarnando il cinema stesso, muse imprescindibili senza le quali alcune pellicole non sarebbero entrate nel mito. Jeanne Moreau appartiene senz’altro a queste ultime. Di padre francese e madre inglese (rispettivamente ristoratore a Montmartre e ballerina per le Follies Bergères) muove i primi passi nel teatro, dapprima nella Comédie Francaise, che lascia in un secondo momento per il più sperimentale Théatre National Populaire di Jean Vilar. Approda poi nel mondo del cinema in una lunga carriera durata sessant’anni che la vede partecipe di più di un centinaio di pellicole come attrice, cantante e regista (Lumière del ’76 e L’Adolescente del ’78).

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Come dimenticarla in Ascensore per il patibolo di un talentuoso e appena venticinquenne Malle, mentre si aggira febbrile ed elegante in una Parigi notturna, in una spasmodica ricerca dell’amante mentre in sottofondo risuona la tromba di Miles Davis, o in Jules e Jim di Truffaut nella straordinaria interpretazione di Chaterine, un mix di androginia e sensualità, polo attrattivo di un ménage a trois che ha segnato la storia della Nouvelle Vague (memorabile nella famosa scena della corsa sul ponte vinta con l’inganno, e mentre intona accompagnata alla chitarra Le tourbillon, che diverrà un vero e proprio tormentone per generazioni). Indimenticabile anche ne La notte di Antonioni, film sulla borghesia intellettuale degli anni ’60, e nell’interpretazione di Lysiane, moglie del proprietario di un bordello nel film Querelle de Brest firmato dalla regia di Fassbinder capace di regalare emozioni forti (la ricorderanno tutti, teatrale e fuori dal comune nella famosa canzone Each man kills the things he loves).

Svariati i registi che l’hanno voluta, da Welles aBuñuel, da Vadim a Godard, da Besson a Wenders, da Gitai ad Oliveira; numerosi i riconoscimenti alla carriera (di cui menzioniamo il Leone d’oro nel ’92 ed il Premio César onorario nel ‘95). La Moreau è stata un’attrice in grado di rivoluzionare il ruolo della donna nel cinema, versatile e ricca di personalità, in grado di recitare in ruoli diversissimi e lavorare sulle mille sfaccettature dei personaggi. Di una bellezza non stucchevole e convenzionale, ci ha regalato interpretazioni incomparabili grazie alla sua sensibile intelligenza ed al suo stile, non risultando mai troppo distaccata, frivola, seriosa o stucchevole. All’età di 89, Jeanne Moreau ci lascia nella sua casa a Parigi in Rue du Faubourg Saint- Honoré, insieme a quel suo allure unico, donna forte e particolare, intensa e mai banale, in grado di interpretazioni preziose che ci accompagneranno per sempre.