Foto: Edoardo Sylos Labini in Nerone
Foto: Edoardo Sylos Labini in Nerone
Foto: Edoardo Sylos Labini in Nerone © Teatro Manzoni Milano

Artista dalla personalità eclettica, Edoardo Sylos Labini rappresenta quella nuova generazione di attori che, passando attraverso esperienze molteplici – dal teatro alla fiction televisiva, dal grande schermo alla promozione culturale – sviluppa idee nuove e sorprendenti, sempre più vicine al pubblico di oggi, eterogeneo e desideroso di stimoli nuovi, costantemente alla ricerca di chiavi di lettura inedite, indagando la nostra epoca nel profondo, osservandola attraverso i filtri dell’arte e della cultura.

Incontriamo l’attore nei camerini del Teatro Manzoni di Milano dove ha recentemente debuttato il suo ultimo spettacolo, La Grande Guerra di Mario, di cui Edoardo Sylos Labini è autore, produttore, regista e interprete.

Parlaci di come hai scoperto il palcoscenico, della tua formazione artistica

La mia carriera di attore è nata un po’ per caso. A 18 anni io ero un po’ una testa calda, frequentavo il mondo calcistico degli ultras: a seguito di problemi sorti allo stadio, per uscire dal quel giro mi iscrissi a danza presso la Crazy Gang, una scuola di ballo molto conosciuta a Roma, passando con un gesto futurista dagli ambienti ultras alla danza. Ho scoperto il palcoscenico così: grazie al calcio. La scuola organizzava spettacoli musicali per le scuole e così ho iniziato a calcare le tavole del palcoscenico. Poi, con il mio percorso universitario, ho scoperto la storia del teatro, laureandomi in Lettere con indirizzo spettacolo.

Sei arrivato al grande pubblico attraverso la tv, da Incantesimo a Vivere, ma la tua carriera ha una dimensione poliedrica, dal Disco Teatro alla riscoperta dei grandi personaggi storici: raccontaci di questa evoluzione

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S’, la mia è una carriera eclettica, lavorando con grandi registi come Patroni Griffi e affiancando attori importanti come Alida Valli. Ho lavorato con Peppino, Fiaschetta, Sepe, Guicciardini, sino a decidere di allontanarmi dal teatro di giro per concentrarmi invece sulle mie produzioni: ho ideato un genere, il Disco Teatro, usando un dj in scena che mixa le musiche e diventa un po’ il deus ex machina dello spettacolo. Ho fatto questo per 10 anni e, in La Grande Guerra di Mario, è la prima volta che non utilizzo il dj un scena. Il mio dj storico è stato Antonello Aprea, mentre per Nerone (che riprenderò al Teatro Quirino di Roma dal 19 al 30 gennaio) ho scelto un dj mimo, sperimentando un’idea molto eccentrica, d’impatto. In questi spettacoli, come linea editoriale, ho deciso di raccontare la storia della nostra bella Italia, i grandi personaggi che ne hanno fatto la nostra storia, da Mazzini a D’Annunzio. E ora, per il centenario della Grande Guerra, ho però voluto raccontare un soldato semplice, un milite ignoto, uno dei tanti uomini che senza nome e senza sepoltura si sono immolati per la patria.

Tu sei attore, produttore, regista e autore: qual è il ruolo che senti più tuo?

Sicuramente l’attore, anche se ad oggi – con le esperienze di Nerone e La Grande Guerra – mi sto appassionando molto alla regia. Sono un artigiano e, per esigenze di mercato, ci troviamo a oggi a riscoprire una figura analoga a quella del capocomico di una volta che metteva il capitale, pensava, produceva e saliva sul palcoscenico. In un’epoca di crisi come quella che stiamo attraversando, io sto lanciando una nuova generazione di capocomici.

In qualità di consulente artistico del Teatro Manzoni di Milano, raccontaci qualcosa riguardo la stagione 2015-16, dal cartellone agli eventi in programma.

Proprio perché siamo in un momento di grande crisi economica, abbiamo deciso di ideare più stagioni, andando incontro a diverse fasce di pubblico, dalla prosa (con grandi nomi, anche giovani, come Valeria Puccini e Vanessa Incontrada) al salotto di Manzoni Cultura (momenti d’incontro con grandi personaggi dello spettacolo e della cultura che si raccontano attraverso aneddoti, immagini di repertorio, il tutto in una grande intervista dal vivo: ospiteremo Giancarlo Giannini, Alessandro Sallusti, Luca Ward, Philippe Daverio – solo per citarne alcuni), dai Family Show del sabato pomeriggio per bambini e genitori al Cabaret, ricordando inoltre l’ormai consolidata esperienza l’Aperitivo in Concerto della domenica mattina.