Foto: locandina Sogno Americano #2Tennesse “Whisky Circus” - Milano, Teatro Linguaggicreativi, 24 e 25 ottobre 2020
Foto: locandina Sogno Americano #2Tennesse “Whisky Circus” - Milano, Teatro Linguaggicreativi, 24 e 25 ottobre 2020
Foto: locandina Sogno Americano #2Tennesse “Whisky Circus” © Teatro del Simposio

Con Whisky Circus il Teatro del Simposio, con la regia di Francesco Leschiera, celebra il secondo capitolo dedicato al Sogno americano

Il Sogno americano è una girandola magica dove l’intimità viene sospesa tra l’aspettativa di un divenire spesso irraggiungibile e l’incubo di una coscienza prigioniera della propria identità visionaria. Il Presentatore, la Contorsionista e l’Innamorato sono i tre personaggi di un circo di fantasia dove le ambientazioni di Tennesse Williams s’intrecciano con le paure, le speranze e le violenze del quotidiano in sinergia con le suggestioni di altri autori, quale i mostri demoniaci di Lovecraft o la crudeltà retrospettiva dell’attività circense protagonista del film cult Freaks di Tod Browning.

Dopo lo spettacolo ispirato dalla poetica di Raymond Carver, Whisky Circus è il secondo capitolo dedicato alla saga americana del Teatro del Simposio, con un testo partorito dalla sapiente ricerca di Zeno Piovesan su vizi, violenze e perversioni dell’arcipelago a stelle e strisce negli Anni Trenta.
Tre straordinari interpreti, in ordine di apparizione Ettore Distasio, Greta Asia Di Vara e Mauro Negri, trascinano lo spettatore in un mondo dove la disparità realistica apre il varco dell’incubo verso un incognito destino.

Il tessuto narrativo immagina un’America scandita dagli slogan di un Presentatore da circo, dove l’evanescenza diviene la sostanza dell’inganno, e la Contorsionista, che si rinchiude in una scatola di vetro, la vittima inconsapevole della propaganda illusoria. L’Innamorato è l’immagine diafana di un amore scomposto e decomposto, il sentimento emaciato destinato a spegnersi dietro l’ineluttabilità di una parete di cristallo, il refugium peccatorum dell’amata senza soluzione per la sua anima.

La figura della Contorsionista si relaziona con il personaggio Laura del capolavoro di Tennessee Williams Lo zoo di vetro (The Glass Managerie), dramma tratto a sua volta dal racconto dello stesso autore Ritratto di una ragazza di vetro scritto nel 1934. Il sogno inseguito diventa l’elemento distopico di una prigionia, dove l’universo della fantasia viene rinchiuso tra le pareti di una gabbia di vetro, bolla di sapone o microcosmo immerso in un ambiente consumato dal fumo e dal whisky, tra immaginarie luci della ribalta e scintillanti colori, in una suggestione sinestetica che inebria il contesto surreale del racconto.

Il lavoro, diretto da Francesco Leschiera e andato in scena il 24 e 25 ottobre al Teatro Linguaggicreativi di Milano, affascina e nel contempo non lesina un pugno allo stomaco nel tradurre e riconoscere la brutalità psicologica per mezzo dello sfruttamento che attraverso il mondo circense esprime il miraggio del Nuovo Continente, tòpos che può cancellare la dignità e infrangere qualsiasi via di fuga dal presente. Un teatro che sconfina come un trompe-l’œil dalla tradizionale cornice della pura rappresentazione, per raggiungere il mito emozionale di un desiderio sofferto. Ovvero, un Sogno…

Giudizio: ****

 

Produzione Teatro del Simposio

Sogno Americano #2Tennesse “Whisky Circus”
A cura di Francesco Leschiera, Manuel Renga e Ettore Distasio
Drammaturgia di Zeno Piovesan

Con Mauro Negri, Ettore Distasio e Greta Asia Di Vara
Regia di Francesco Leschiera

Scene e costumi: Paola Ghiano, Margherita Ghiano e Francesco Leschiera
Luci: Luna Mariotti
Assistente alla regia: Serena Piazza
Aiuto regia: Andrea Marengo
Grafica: Valter Minelli

Milano, Teatro Linguaggicreativi, via Eugenio Villoresi 26
24 e 25 ottobre 2020
www.linguaggicreativi.it