Foto: locandina “il ragazzo invisibile – Seconda generazione”
Foto: locandina “il ragazzo invisibile – Seconda generazione”
Foto: locandina “il ragazzo invisibile – Seconda generazione”

Marco, il ragazzo invisibile del primo episodio, è ora un sedicenne, e molto è cambiato nella sua vita ordinaria. Oltre al (super)potere del titolo, e di un’altro, ulteriore e ben più devastante, deve fare i conti con le inquietudini di adolescente, e naturalmente con due figure famigliari, la prima di cui scopre l’esistenza e una seconda che ritorna dal passato, e con la quale dovrà necessariamente fare i conti, sotto molteplici punti di vista.
Secondo episodio di una saga, e non di un semplice sequel, dalle parole dello stesso regista, Gabriele Salvatores (durante l’anteprima milanese presso il cinema Anteo, il 3 gennaio scorso, ndr), che personalmente considero il più eclettico dei cineasti nostrani. Una storia di giovani non necessariamente sdraiati (dalle stesse parole del regista), per un’impresa trasmediale, essendo, in parallelo, anche una felice opera omonima a fumetti, scritta dallo sceneggiatore Diego Cajelli, per quello che possiamo forse considerare il primo vero supereroe italiano, che, tengo a precisare, non è un semplice omino in calzamaglia.

Un supereroe con superproblemi che, con le dovute proporzioni, nulla ha da invidiare con i suoi colleghi targati Marvel e DC Comics, per un racconto cosiddetto young adult in cui i giovani spettatori, suoi coetanei, possono riconoscersi, e in cui gli adulti possono, anche con qualche spigolo, ritrovarvisi.
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Un film per famiglie, quindi, che come ha detto giustamente Salvatores, come dovrebbe fare il buon cinema, riesce a sospendere per un paio d’ora, circa, la nostra interattività trasformandoci ancora una volta in spettatori, e in qualche modo ancora giovani sognatori.

Il ragazzo invisibile – Seconda generazionedi Gabriele Salvatores, Fantasy, Italia, 2017
Con Ludovico Girardello, Ksenia Rappoport, Galatéa Bellugi